Mose Venezia: quanto è costato e quando sarà pronto

Alessandro Cipolla - Martino Grassi

04/10/2020

A Venezia è tutto pronto per la prova generale del Mose: i costi del progetto e quando è prevista la fine dei lavori di questo sistema che dovrebbe proteggere la città lagunare dall’alta marea.

Mose Venezia: quanto è costato e quando sarà pronto

L’obiettivo del Mose è più che ambizioso: isolare in caso di necessità la laguna di Venezia dal mare aperto, evitando così l’allagamento della città durante i fenomeni di alta marea come quello che si è di recente verificato e che al momento ha provocato due vittime e ingenti danni anche al patrimonio artistico della Serenissima.

Peccato che i lavori iniziati nel lontano 2003 non siano ancora stati terminati nonostante l’iniziale fine dei lavori prevista per il 2016. Se tutto dovesse procedere secondo i piani, il Mose adesso potrebbe essere inaugurato a fine 2021 con oltre 5 anni di ritardo. L’opera completa dovrebbe essere infatti consegnata il 31 dicembre 2021.

Intanto per la prova generale del primo test completo delle 78 dighe mobili del sistema Mose, a Venezia sono attesi i vertici del governo con in testa il premier Giuseppe Conte.

Ad aumentare però oltre ai tempi per la realizzazione sono stati negli anni anche i costi, con tanto di immancabile scandalo giudiziario che nel 2014 ha portato a oltre 30 arresti rendendo necessaria la gestione straordinaria da parte dello Stato per poter portare a termine i lavori.

Intanto lo scorso 3 ottobre tutte le dighe mobili sono state sollevate contemporaneamente per la prima volta. Fino ad ora infatti erano state testate solamente in blocchi e mai tutte insieme. Il risultato tuttavia sembra essere stato proficuo e Venezia è stata protetta dall’acqua alta.

I costi del Mose di Venezia

Anche se il nome può apparire come un riferimento biblico in questo caso più che a tema, il termine MO.S.E. sta per Modulo Sperimentale Elettromeccanico, poi semplificato nell’uso comune in Mose.

Lo scopo del progetto è quello di installare una serie di paratoie mobili nei tre varchi (Lido, Malamocco e Chioggia) che collegano la laguna di Venezia al mare aperto, detti anche “bocche di porto”.

Queste dighe mobili dovrebbero entrare in funzione in presenza di maree superiori ai 110 cm, proteggendo così Venezia fino ai 300 cm di acqua alta. Un sistema che se in funzione avrebbe evitato il recente allagamento della città, visto che la marea ha toccato i 160 cm.

Dopo l’alluvione del 1966, l’idea del Mose ha preso piede negli anni ‘80 con il progetto iniziale che prevedeva costi pari a 3.200 miliardi di lire. Con i lavori iniziati nel 2013, al momento però sono stati spesi circa 5,4 miliardi di euro ma l’opera non è stata ancora ultimata con il computo totale che potrebbe arrivare a 6 miliardi.

In totale però nel bilancio del Consorzio Venezia Nuova (concessionario dell’opera) sono stati iscritti lavori per un costo di quasi 7 miliardi di euro. Quando entrerà in funzione, si stima poi che la manutenzione del Mose costerà 100 milioni di euro per ognuno dei 100 anni in cui dovrebbe restare in funzione.

Quando sarà pronto

Nel 2003 quando sono iniziati i lavori per il Mose, si era indicato come termine per le installazioni delle complessive 78 paratoie quello del 2016. L’opera però diciassette anni dopo risulta completata per circa il 90% e quindi non ancora in funzione.

A dilatare i tempi sono state tutta una serie di criticità emerse durante i lavori e anche lo scandalo giudiziario del 2014, con l’arresto di 35 persone accusate a vario titolo di corruzione e finanziamento illecito ai partiti.

Tra le persone coinvolte anche Giancarlo Galan, esponente all’epoca di Forza Italia detto anche Il Doge per essere stato dal 1995 al 2010 il governatore del Veneto, che poi ha patteggiato una condanna a 2 anni e 10 mesi con la restituzione di 2,5 milioni.

Una vicenda questa che ha coinvolto parte dei vertici del Consorzio, tanto che si è reso necessario l’intervento dello Stato con la gestione passata poi a dei commissari straordinari per permettere il prosieguo del progetto.

Al momento non c’è una data certa per la fine dei lavori, visto che l’ultima scadenza del 31 dicembre 2021 potrebbe non essere rispettata, con l’inaugurazione che di conseguenza non dovrebbe avvenire prima del 2022.

Ad aumentare le incertezze ci sono anche i risultati di alcuni test, con alcune paratoie che per chiudersi hanno avuto il bisogno dell’intervento dei sommozzatori per liberare dai detriti gli ingranaggi.

Un problema che non sembrerebbe avere una soluzione visto che azionandosi le paratoie creano un mulinello che risucchia i detriti verso gli ingranaggi, che possono essere liberati ogni volta soltanto con l’intervento dei sommozzatori per una necessità che non fa altro che aumentare ulteriormente i costi del Mose.

Mose attivo per la prima volta

Il Mose è stato attivato per la prima volta durante la giornata di sabato 3 ottobre, si è trattato di una prova di sollevamento generale, alla quale hanno presenziato anche il premier Conte, e De Micheli, insieme alla commissaria straordinaria al Mose Elisabetta Spitz.

Fino ad oggi, questo imponente opera era stata fatta funzionare solamente per singole sezioni, e mai tutta insieme. Il premier Conte tuttavia ha precisato che non si è trattata di un’inaugurazione, ma solamente di un test. Il Mose infatti, anche se funzionante, per il momento resta un’opera incompiuta, e sono necessari ancora ulteriori lavori prima di essere consegnato.

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