Niente condizionatore per la pace in Ucraina, il 56% è d’accordo: i risultati del sondaggio

Alessandro Cipolla

08/04/2022

Il 56% dei rispondenti al sondaggio di Money.it è pronto a fare propria l’eventualità ipotizzata da Mario Draghi: rinunciare quest’estate al condizionatore pur di favorire un accordo di pace in Ucraina.

Niente condizionatore per la pace in Ucraina, il 56% è d’accordo: i risultati del sondaggio

Rinunciare all’aria condizionata per la pace in Ucraina, si può fare. Questo è il responso del sondaggio lanciato da Money.it dopo le parole di Mario Draghi che, nel corso della conferenza dove è stato illustrato il Def, non ha escluso un possibile embargo nei confronti della Russia riguardante gas e petrolio.

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Guardando i risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, emerge come il 56% dei rispondenti sarebbe pronto a rinunciare all’aria condizionata pur di favorire un possibile accordo di pace in Ucraina.

Sondaggio: i lettori stanno con Draghi

Fermo restando che uno stop all’importazione di gas e petrolio dalla Russia non è stato inserito nell’ultimo pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia, a Bruxelles questa ipotesi continua a essere di grande attualità.

Nella giornata di ieri il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione, presentata dei Verdi, che chiede un embargo immediato a carbone, gas e petrolio made in Russia. Si tratta però solo di una indicazione non vincolante.

Una sorta di prova generale per uno stop che, se dovesse veramente diventare operativo, porterebbe inevitabilmente gravi conseguenze per il nostro Paese, con gli italiani chiamati a fare altri sacrifici dopo quelli, ancora in corso, legati al Covid.

Mario Draghi però è convinto che, magari rinunciando questa estate al condizionatore per ridurre i consumi, si potrebbe arrivare più facilmente a un accordo di pace in Ucraina. Resta però da capire come la Russia potrebbe reagire a questa possibile mossa da parte dell’Unione europea.

La maggior parte dei rispondenti al sondaggio sembrerebbe appoggiare questa possibilità paventata da Draghi che, vista l’aria che tira a Bruxelles, assomiglia molto a un’eventualità concreta e poco a una provocazione.

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