Nuovi migranti in arrivo dalla Tunisia: i rischi per l’Italia

E. C.

27/07/2021

La previsione dell’arrivo di nuovi migranti dalla Tunisia su suolo italiano preoccupa: ma quali sono davvero i rischi?

Nuovi migranti in arrivo dalla Tunisia: i rischi per l’Italia

Secondo le fonti di stampa interne alla Tunisia, sarebbero quasi 15.000 le persone pronte ad attraversare il Mediterraneo, lasciare l’Africa e arrivare in Italia.

Il caos politico che sta imperversando in territorio tunisino sembrerebbe essere alla base di una crescita potenzialmente esponenziale delle partenze verso l’Italia, con gli sbarchi a Lampedusa e in altri luoghi della penisola.

Insomma, nuovi migranti in arrivo: ma quali sono i rischi per l’Italia su questi nuovi sbarchi?

La crescita degli arrivi illegali in Europa

La crescita degli arrivi alle frontiere dell’Unione Europea è aumentata del 59% rispetto al 2020 e conta un totale di 61.000 ingressi illegali. Solo durante il mese di giugno, i casi contati sono stati 11.150, il che significa il 69% in più rispetto all’anno scorso, il 2020. Si tratta di numeri alti, che implicano rischi per la penisola italiana.

Secondo le statistiche portate avanti dall’Asgi - ossia l’Associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione - l’aumento degli sbarchi in Italia coinvolge per la prevalenza persone originarie della Tunisia e del Bangladesh. Inoltre, la Tunisia sembrerebbe essere il principale luogo di partenza per questi traffici illegali.

Sempre stando a quanto viene riportato dalle statistiche dell’Asgi, la tendenza di sbarchi in aumento era già iniziata lo scorso anno, ma adesso è praticamente raddoppiata, così come è cresciuta la velocità di rimpatri di migranti verso il Paese d’origine.

I rischi per l’Italia che riguardano i nuovi migranti

Il rischio per l’Italia sta nella previsione del numero di migranti in arrivo. Le previsioni inerenti agli sbarchi riguardano cifre abbastanza rilevanti. Dallo scorso 20 luglio sono arrivati quasi 2.500 migranti su suolo italiano.

Il rischio di queste cifre risiede nella possibilità di non avere strutture adeguate, né servizi ottimizzati per l’accoglienza delle persone che arrivano. Le strutture di accoglienza, hanno per di più, subito un forte ridimensionamento in seguito al calo del numero di sbarchi che era stato raggiunto con le politiche restrittive di Matteo Salvini al Ministero dell’Interno.

Ad oggi, i centri di accoglienza non sono pronti ad ospitare un così grande flusso di persone e questo potrebbe implicare il rischio di una poca sorveglianza, ma anche di una ridotta possibilità di aiuto. In questo modo, potrebbe aumentare il numero di illegali su suolo italiano. Una capienza massima inferiore al fabbisogno numerico reale implica infatti episodi di fuga di massa dai centri di accoglienza.

Cosa sta facendo l’Europa sulla questione migranti

La questione migratoria che parte dalla Tunisia non riguarda solo l’Italia, ma tutta l’Unione Europea. Infatti, già da qualche tempo era stata al centro del dibattito in UE in merito alle prime linee guida generali su rimpatri e allo smantellamento della rete di trafficanti, in vista di un progetto di piano strategico fra Europa e Tunisi.

Questo accordo tra la Tunisia e l’Unione Europea dovrebbe intervenire nel traffico di migranti non prima di un anno e, nel frattempo, si preannunciano sempre più sbarchi. L’idea che unisce Governo tunisino ed Europeo parte dalla volontà di intercettazione dei traffici, in modo che si possano riportare indietro le persone segnalate in mare prima che queste approdino su suolo europeo.

La novità sta nel fatto di iniziare a specificare le modalità con le quali possono avvenire i rimpatri. Infatti, negli accordi precedenti con l’autorità tunisina (uno avvenuto nel 2011 e un secondo nel 2017) c’era l’impegno a impegnarsi per l’emergenza immigrazione irregolare, ma non si indicavano le modalità di svolgimento dei rimpatri, stabilendo invece che l’unica necessità era di accertare la nazionalità del migrante prima di rimpatriarlo.

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