Paesi Emergenti: Ecco i 25 Paesi che crescono quattro volte tanto l’Eurozona

Marta Panicucci

15 Marzo 2013 - 15:01

Paesi Emergenti: Ecco i 25 Paesi che crescono quattro volte tanto l’Eurozona

Ai cosiddetti Bric, la squadra composta da Brasile, Russia, India e Cina, bisogna aggiungere altre 21 economie in rapida crescita che rappresentano la locomotiva dell’economia mondiale.Tra i nuovi emergenti vi sono Stati come il Qatar, il Kazakistan, il Vietnam, la Nigeria, il Ghana e l’Indonesia, in grado di rivaleggiare anche con i grandi colossi asiatici in termini di velocità relativa di crescita. Il Pil di questi Paesi è aumentato in media del 6,2% nel 2011 e continuerà a salire del 5,9% anche nel 2012, quasi quattro volte tanto il tasso di sviluppo dell’Eurozona, in calo dall’1,6% all’1,1% dell’anno prossimo.

Rapid growth markets forecast

Questi dati provengono da uno studio effettuato da Ernst&Young, che ha analizzato la rapidissima crescita di queste economie e il loro rapporto con il resto dell’economia mondiale.

Nell’arco degli ultimi dieci anni, il Pil degli Rgm è cresciuto a un ritmo del 5,8% annuo, e per la prossima decade gli analisti di Ernst&Young stimano che il boom economico sia destinato a proseguire con un incremento medio del 3,5% l’anno.

Per i 25 Paesi in questione si prevede una crescita del 5,4% nel 2013 e del 6,4% nel 2014. In particolare:

  • gli RGM asiatici faranno segnare una crescita del 7% nel 2013 e del 7.8% nel 2014;
  • gli RGM dell’America Latina del 3.8% nel 2013 e del 4.8% nel 2014;
  • gli RGM europei, fanalino di coda, del 2.9% nel 2013 e del 4.2% nel 2014.

La graduatoria dei 25 Paesi

Di seguito la graduatoria stilata da Ernst&Young:

Fattori di crescita

Secondo gli analisti di Ernst&Young i fattori che hanno determinato il boom economico dei 25 Paesi sono l’aumento del commercio fra gli RGM stessi, insieme alle politiche monetarie e fiscali meno stringenti in America Latina e Asia.

Le previsioni mostrano che nel corso dei prossimi 10 anni il commercio bilaterale tra le economie dell’Asia emergente continuerà a crescere, favorito soprattutto dallo sviluppo di una middle-class sempre più ampia ed evoluta che farà riguadagnare slancio ai consumi.

Donato Iacovone, Managing Partner di Ernst & Young Med, ha dichiarato:

Gli RGM hanno dato prova di saper resistere alla congiuntura negativa e si confermano le locomotive del mercato globale, laddove le prospettive di sviluppo per le economie più mature continuano ad apparire incerte. E’ nei confronti di questi paesi che le leadership italiane - della politica e dell’industria - devono orientare la loro azione, per crescere nell’export, per cogliere nuove opportunità di acquisizioni e per riuscire ad attirare nel nostro Paese un maggior flusso di investimenti internazionali

Flussi di investimenti

Il flusso di investimenti diretto verso gli Rgm è più che raddoppiato nel giro di 10 anni: dai 210 miliardi di dollari del 2000 ai 445 miliardi del 2010; ad oggi, gli investimenti diretti nei 25 nuovi Paesi emergenti ammontano al 50% del totale globale. Contemporaneamente, però, cresce anche l’interdipendenza tra Paesi avanzati e in via di sviluppo. Secondo Iacovone infatti,

sino a pochi anni fa il flusso commerciale era molto semplice: gli investitori occidentali andavano a cogliere le opportunità di produrre beni a costo più basso, per poi riesportare verso i Paesi avanzati. Poi, quasi tutti gli Rgm hanno sviluppato un mercato locale con una crescente domanda domestica. È quindi diminuita l’esigenza di esportare i prodotti e sono aumentate le importazioni.

Il risultato è che oggi l’export dai Paesi emergenti è sceso sino a contribuire al 50% dei Pil nazionali, una proporzione sempre più vicina al 40% dell’Eurozona. Viceversa, i Paesi sviluppati esportano beni per 9.800 miliardi di dollari verso i rapid growth markets. Non solo:

Entro il 2020, ci aspettiamo che il 33% delle esportazioni dalle economie avanzate sia destinato agli Rgm. In pratica, un dollaro su tre del controvalore esportato andrà verso gli emergenti, per un totale di 17.600 miliardi

stimano gli esperti. Sempre guardando al 2020, le stime di Ernst & Young delineano uno scenario in cui i Paesi ad alto potenziale contribuiranno al 50% del Pil mondiale, al 38% dei consumi e al 46% delle esportazioni di beni globali.

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