Paradisi fiscali, approvata la black list dell’Unione Europea

Elisabetta Scuncio Carnevale

12/03/2019

13/03/2019 - 10:06

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Non cooperano ai fini fiscali quindici paesi inseriti nella lista nera. 24 saranno attentamente monitorati

Paradisi fiscali, approvata la black list dell’Unione Europea

I 28 ministri dell’Ecofin hanno approvato l’aggiornamento della lista nera dei paradisi fiscali presenti nel mondo.

Sono 15 le giurisdizioni non cooperative a fini fiscali: oltre ai cinque paesi già presenti, ossia le Samoa americane, Guam, Samoa, Trinidad e Tobago e le Isole Vergini, entrano a far parte della famigerata black-list anti-evasione altri 10 stati: si tratta di Aruba, Barbados, Belize, le Bermuda, Dominica, Fiji, Isole Marshall, Oman, Emirati Arabi e Vanuatu.

Sono quelle aree che, entro la scadenza imposta dall’Unione europea, non hanno rispettato gli impegni precedentemente annunciati. 25 sono invece quelli esclusi dall’elenco.

Altri 34 paesi restano sotto osservazione, nella lista grigia, e saranno attentamente monitorati.

Paradisi fiscali, aggiornata la black-list

Sono 15 i paesi, a livello internazionale, che non collaborano con l’Unione europea dal punto di vista fiscale. L’Ecofin, riunitosi oggi a Bruxelles, ha approvato - a seguito di una pressante trattativa - la lista aggiornata dei paradisi fiscali.

I rapporti finanziari con queste giurisdizioni saranno soggetti a stringenti controlli da parte delle autorità dell’Unione europea e nazionali. Tra questi figurano anche gli Emirati Arabi Uniti.

Italia e Estonia avevano spinto affinché fosse esclusa la presenza di quest’ultimo dall’elenco, l’obiettivo era quello di preservare i rapporti con un paese con cui esistono profondi legami economico-commerciali. Secondo i due membri Ue, il partner orientale si starebbe impegnando per garantire trasparenza fiscale. Poi questa mattina, è arrivato il via libera dal ministro dell’Economia Giovanni Tria; il titolare del Tesoro è certo che, grazie al loro impegno, gli Emirati usciranno presto dalla black-list.

“Non si tratta di un veto, ma abbiamo espresso un’opinione sul fatto che gli Emirati arabi hanno presentato già alla Commissione la legislazione che devono approvare, che ha una piena ‘compliance’ con quanto viene richiesto, la nostra proposta è che si concedessero tempi ulteriori come si è fatto con altri Paesi”,

ha spiegato Tria a margine della riunione con i ministri.

I paesi inseriti nell’elenco non potranno accedere al Fondo europeo di sviluppo sostenibile e al Fondo europeo per gli investimenti strategici. Gli schemi fiscali con questi paesi andranno denunciati alle autorità.

Altri paesi sono stati inseriti, invece, nella cosiddetta lista grigia. Si tratta di 34 giurisdizioni graziate per l’impegno dimostrato nel voler modificare la propria legislazione nazionale.

Ecco cosa sono e come funzionano i paradisi fiscali

La black-list del paradisi fiscali è stata introdotta alla fine del 2012 e ha avuto un effetto sulla trasparenza e l’equità fiscale di tutto il mondo, come ha sottolineato il commissario Ue per gli affari economici e finanziari, Pierre Moscovici.

“Grazie al processo di quotazione, decine di paesi hanno abolito i regimi fiscali dannosi e si sono conformati agli standard internazionali in materia di trasparenza e di tassazione equa”.

I ministri dell’economia europei, nella riunione dell’Ecofin, non hanno trovato un accordo sulla web tax europea, proposta dalla presidenza romena. I lavori per una tassazione delle imprese digitali proseguiranno a livello Ocse.

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