Perché ce l’hanno tutti con la famiglia Benetton? La vicenda Autostrade

Riccardo Lozzi

15 Luglio 2020 - 16:25

L’accordo tra il governo e Atlantia su Autostrade sta suscitando diverse reazioni, in molti però sono d’accordo ad attribuire ai Benetton le principali colpe per il crollo del Ponte Morandi. Quali sono le ragioni?

Perché ce l’hanno tutti con la famiglia Benetton? La vicenda Autostrade

La notizia dell’accordo tra governo e Atlantia su Autostrade per l’Italia ha suscitato diverse reazioni da parte della classe politica e di molti cittadini, che si sono riversati a commentare sul web il loro pensiero riguardo alla decisione dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte.

In tutti però sembra manifestarsi un sentimento di ostilità nei confronti della famiglia Benetton, a cui vengono addossate le principali colpe del crollo del Ponte Morandi di Genova nell’agosto 2014.

Il gruppo imprenditoriale a causa del possesso di quote di Atlantia e di ASPI, è sempre stato ritenuto dall’opinione pubblica come il maggiore responsabile del tragico evento che è costato la vita a 43 persone.

Diventa a questo punto fondamentale andare a ripercorrere le tappe di questa vicenda, per comprendere perché ce l’hanno tutti con i Benetton rispetto a quanto accaduto sul viadotto Polcevera.

La nascita del rapporto tra Autostrade e Benetton

Occorre innanzitutto fare un focus su come la famiglia, nota a tutti per il marchio United Colors, sia entrata in un business così lontano da quello che gli aveva garantito un’espansione a livello mondiale.

Il rapporto tra i Benetton e Autostrade inizia nel 1999, quando la cordata Schemaventotto SPA, di cui la holding Edizione di Gilberto Benetton deteneva il 60% delle quote, rileva il 30% del pacchetto azionario dall’IRI a seguito della privatizzazione della Società Autostrade.

Negli anni i Benetton passeranno a possedere il 30% delle quote di Atlantia, la quale, a sua volta, arriverà a controllare l’88% di Autostrade per l’Italia.

Aumento delle tariffe e diminuzione delle spese, il rapporto di Bankitalia

Lo scorso 9 luglio, Fabrizio Balassone direttore della Struttura economica di Bankitalia ha presentato alla commissione Lavori pubblici del Senato un’indagine conoscitiva sulle concessioni autostradali.

Nel documento viene esposto che “tra il 2009 e il 2018 i ricavi da pedaggi sono cresciuti del 28 per cento in termini nominali e del 13 in termini reali, prevalentemente in conseguenza del costante aumento delle tariffe unitarie”.

L’indagine spiega come “nello stesso periodo la spesa annua per investimenti si è quasi dimezzata, raggiungendo il minimo nel 2017”.

Indagine Bankitalia su concessioni autostrada
L’indagine di Bankitalia sulle concessioni autostradali in commissione Senato

A fronte di queste presunte mancanze per Atlantia, la società che controlla Autostrade per l’Italia, il fatturato nel 2018 è stato pari a 11 miliardi per un utile netto di 818 milioni.

Profilo gruppo Atlantia
Tutti i numeri e le partecipazioni del gruppo Atlantia

Come si legge sul sito della società, nel 2019 il fatturato è andato in crescita arrivando a 12 miliardi con un Ebitda di oltre 7 miliardi di euro, arrivando ad avere 31.000 dipendenti complessivi.

Le inchieste sulla manutenzione del Ponte Morandi

In molti hanno letto quanto riportato come un comportamento fortemente scorretto da parte della concessionaria, soprattutto se messo in relazione con un altro documento reso pubblico nell’agosto 2019.

I periti nominati dal gip Angela Nutini, infatti, sostenevano nel report una “mancanza di interventi di manutenzione significativi. Gli unici ritenuti efficaci risalgono a 25 anni fa”.

In seguito, sono spuntate altre prove sulla possibile negligenza di ASPI, tra cui la tranciatura e la conseguente mancata sostituzione dei sensori di rischio del ponte, dopo l’esecuzione di alcuni lavori di manutenzione nel 2015.

La difesa dei Benetton

Per rispondere a tali accuse, Luciano Benetton aveva scritto nel 2019 una lettera al Corriere, in cui dichiarava: “Trovo necessario fare chiarezza su un grande equivoco, nessun componente la famiglia Benetton ha mai gestito Autostrade. La famiglia Benetton è azionista al 30 per cento di Atlantia che a sua volta controlla la società Autostrade”.

Non cerco indulgenza per Autostrade, chi ha sbagliato deve pagare - ha poi proseguito l’imprenditore - ma quello che trovo inaccettabile, è la campagna di odio scatenata contro la nostra famiglia”.

Queste sono fino ad oggi alcune tra le tappe più significative del contestato rapporto tra Benetton ed Autostrade, che hanno portato gran parte dell’opinione pubblica a sviluppare una posizione apertamente ostile nei loro confronti.

A essa si sono aggiunte le azioni e le dichiarazioni di molti politici, che hanno utilizzato quanto accaduto per farne anche una battaglia di consenso elettorale.

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