Bundesbank contro il QE della BCE, troppo “scomodo” per le banche tedesche

Francesco Lucchetti

21 Ottobre 2015 - 11:47

La Bundesbank critica il Quantitative Easing della BCE che comprime i profitti delle banche tedesche: come procederà Mario Draghi? Domani la conferenza stampa.

Bundesbank contro il QE della BCE, troppo “scomodo” per le banche tedesche

La Bundesbank non perde occasione per rinnovare la sua contrarietà al programma di Quantitative Easing europeo messo in atto dalla BCE e torna ad ostacolarlo alle porte della conferenza stampa di giovedì 22 ottobre in cui Mario Draghi potrebbe annunciarne la “fase 2” (QE 2).

L’acquisto di titoli pubblici e privati da parte della Banca Centrale Europea previsto dal QE non gioverebbe alle banche tedesche, le quali si troverebbero di fronte a una contrazione dei ricavi a causa della politica monetaria espansiva dell’Unione Europea. Così la Bundesbank boccia il programma e spera di intralciare i piani della BCE.

QE: perché è così scomodo alle banche tedesche?

Secondo il rapporto trimestrale stilato dalla Bundesbank, la banca centrale della Germania, il sondaggio condotto tra le banche tedesche evidenzierebbe la loro contrarietà al Quantitative Easing in corso: questo non solo non apporterebbe benefici, ma sarebbe causa di una consistente riduzione dei loro profitti.

Di fatto, il sistema bancario tedesco rende pubblica a chiare parole la sua opinione secondo la quale l’immissione di liquidità e la facilità di accesso al credito per privati e aziende sarebbero temi da bocciare perché non convenienti alle banche della Germania.

La Bundesbank comunica:

“La liquidità aggiuntiva utilizzata anche per la concessione dei prestiti è dovuta quasi totalmente a un aumento dei depositi bancari e, quasi per nulla, dalla vendita di attivi con valutazioni di mercato da parte delle banche”.

Come il QE giova alla ripresa in Europa

I benefici apportati all’Eurozona dal programma del Quantitative Easing hanno avuto e continuano ad avere per il Vecchio Continente un’importanza indubbia: la politica monetaria della BCE hanno immesso liquidità nel sistema economico europeo e ha reso più facile l’accesso al credito per privati ed aziende, inoltre l’effetto di svalutazione sull’euro ha permesso di dare respiro alle esportazioni dei Paesi europei con le economie più deboli, fornendo così un input fondamentale per la ripresa post-crisi.

QE 2: cosa aspettarsi da Mario Draghi?

I “rinnovati rischi” di deflazione di cui ha parlato il Presidente della BCE pochi giorni fa a Lima costituiscono un pericolo da evitare e Mario Draghi si è già espresso a riguardo, confermandosi pronto “in qualunque momento a qualunque azione”.

La famosa formula “whatever it takes" dà fiducia alla continuazione del QE e anzi, alimenta le speranze di un QE 2 qualora fosse ritenuto necessario. L’insistenza della Bundesbank già in passato ha cercato di far cambiare rotta alla politica monetaria europea, ma i profitti delle banche tedesche non possono e non devono frenare il supporto che la BCE sta apportando all’economia reale di un intero continente.

E in questo panorama Mario Draghi appare un vero baluardo per le economie europee, la sua convinzione non è stata scalfita della voce grossa della Bundesbank e anzi, già nel 2014 in riferimento all’avvio del QE rispose pubblicamente a Weidmann con un chiaro “non abbiamo bisogno dell’unanimità”.

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