Pensione a 61 anni: Quota 97,6 e non solo

Simone Micocci

10/09/2021

Ci sono diverse opzioni per andare in pensione a 61 anni: la più famosa è sicuramente Quota 97,6, ma non è la sola. Ecco una guida completa.

Pensione a 61 anni: Quota 97,6 e non solo

Andare in pensione a 61 anni è possibile: ancora oggi, ad esempio, vi è la salvaguardia che consente a coloro che ne soddisfano i requisiti di accedere alla cosiddetta Quota 97,6.

Si tratta di un’opzione per il pensionamento sconosciuta ai più, ma molto importante in quanto appunto permette di anticipare l’accesso alla pensione all’età di 61 anni (e 7 mesi per essere precisi).

Questa ovviamente si aggiunge alle possibilità offerte, ad esempio, dalla pensione anticipata e da Quota 41: trattandosi di due misure che non richiedono un’età minima per accedere alla pensione - in quanto si guarda solamente ai contributi maturati - anche queste consentono in determinati casi di andare in pensione a 61 anni.

E ancora: c’è anche la possibilità per gli invalidi civili di andarci a 61 anni.

Ma concentriamoci intanto sulla prima opzione: quella Quota 97,6 che ancora oggi consente di anticipare il pensionamento di molti anni, con la necessità però che l’interessato programmi con largo anticipo la propria uscita dal lavoro.

Pensione a 61 anni con Quota 97,6: quando va fatta la domanda

Attenzione: sono scaduti i termini per poter presentare domanda per andare in pensione con Quota 97,6 nel 2022. Per accedere a questa misura, di cui di seguito vi spiegheremo i dettagli, è necessario infatti produrre domanda per il riconoscimento come lavoratore notturno o addetto a mansioni usuranti entro il mese di maggio dell’anno prima. Per il 2022, dunque, i termini per il riconoscimento sono scaduti il 1° maggio scorso.

Non significa che non potete comunque accedervi il prossimo anno. Il legislatore, infatti, ha previsto una sorta di penalizzazione per chi supera questi termini. Superata la data del 1° maggio, infatti, scatta semplicemente il differimento della prestazione per un periodo di:

  • 1 mese per il ritardo di una mensilità (quindi per domanda di riconoscimento presentata entro il 1° giugno);
  • 2 mesi per un ritardo di oltre un mese e i fino a tre mese (per domande presentate tra il 2 giugno e il 1° agosto);
  • 3 mesi per i ritardi ulteriori (domande presentate successivamente).

    I suddetti termini valgono per il riconoscimento del lavoro usurante o notturno, non per la domanda di pensionamento in sé. Questa, infatti, va presentata in un secondo momento, e solo dopo aver ottenuto il via libera da parte dell’Inps.

Pensione a 61 anni con Quota 97,6: a chi si rivolge

Detto questo, vediamo comunque quali sono i requisiti così da tenere in considerazione anche questa opzione quando si fa un programma per il proprio pensionamento.

Come anticipato, possono ricorrere a questa misura i lavoratori notturni e gli addetti a lavori usuranti. Nel dettaglio, al pari delle altre “quote”, questa misura richiede che la somma tra età anagrafica e contributi maturati dia come risultato 97,6. Esistono però dei minimi:

  • l’età anagrafica deve essere di almeno 61 anni e 7 mesi (e in questo caso servono appunto almeno 36 anni di contributi);
  • servono almeno 35 anni di contributi (in questo caso l’età anagrafica sarà di 62 anni e 7 mesi).

Nel caso dei lavoratori autonomi si parla di Quota 98,6.

Pensione a 61 anni con Quota 97,6: chiarimenti per i lavoratori notturni

Ci sono però delle considerazioni da fare per i lavoratori notturni. I suddetti requisiti, infatti, si applicano per coloro che, in alternativa, lavorano:

  • almeno per 3 ore nell’intervallo compreso dalla mezzanotte alle 5 nell’intero anno lavorativo;
  • almeno per 6 ore nello stesso intervallo e per almeno 78 notti l’anno.

Se invece il lavoro notturno viene svolto per meno di 78 notti l’anno vi è comunque la possibilità di ricorrere a Quota 97,6, ma con delle differenze. Ad esempio:

  • per chi svolge dalle 72 alle 77 notti l’anno si parla di Quota 98,6;
  • per chi svolge dalle 64 alle 71 notti l’anno si parla di Quota 99,6.

Per chi, invece, svolge lavoro notturno in turni produttivi da 12 ore la legge di Bilancio 2018 ha introdotto una modifica che permette, a chi svolge almeno 78 notti l’anno, di moltiplicare per il coefficiente 1,5 i giorni lavorativi effettivamente svolti.

Ricordiamo, invece, che i lavoratori usuranti per poter andare in pensione con Quota 97,6 devono:

  • essere impegnati nelle suddette attività per almeno 7 anni, compreso l’anno di maturazione dei requisiti, negli ultimi 10 anni di lavoro;

Pensione a 61 anni per usuranti e notturni: nessuna variazione fino al 2026

Ricordiamo anche che la Legge di Bilancio 2017 è intervenuta per riconoscere alcune tutele in favore dei lavoratori usuranti. Nel dettaglio, per questi sono state soppresse le finestre mobili (12 mesi per i lavoratori dipendenti, 18 mesi per gli autonomi) e allo stesso tempo è stato sospeso - fino al 2026 - l’adeguamento dei requisiti con le speranze di vita.

Fino a questa data, dunque, non sono attese variazioni per i requisiti suddetti.

Pensione a 61 anni non con Quota 97,6: quando è possibile

Chi non è lavoratore usurante o notturno può comunque accedere alla pensione a 61 anni. Ci sono, infatti, due opzioni che consentono il pensionamento indipendentemente dall’età anagrafica, guardando dunque solamente ai contributi maturati.

Di conseguenza, basta arrivare all’età di 61 anni soddisfando determinati requisiti per poter andare in pensione. Nel dettaglio, le due opzioni sono:

  • pensione anticipata: sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne;
  • Quota 41: sono richiesti 41 anni di contributi. Questa, però, è un’opzione riservata ai soli lavoratori precoci, ossia a coloro che hanno maturato 12 mesi di contributi entro il compimento dei 19 anni di età.

    Allo stesso tempo, bisogna anche far parte di una delle categorie che necessitano di maggior tutela, quali disoccupati, invalidi (almeno al 74%), caregivers o addetti a mansioni usuranti e gravose.

Pensione a 61 anni lavoratori con invalidità

Infine, per gli invalidi civili che hanno una percentuale d’invalidità pari o superiore all’80% e hanno maturato almeno 20 anni di contributi, il diritto alla pensione si matura all’età di 61 anni per gli uomini. Attenzione, però, in questo caso è prevista una finestra mobile di almeno 12 mesi.

Per le donne, inoltre, il requisito anagrafico è ancora più basso: il diritto alla pensione, infatti, si acquisisce all’età di 56 anni.

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