Il “trucchetto” delle Regioni: meno tamponi per non dover richiudere?

Alessandro Cipolla

22/05/2020

Nove Regioni starebbero facendo meno tamponi rispetto alla Fase 1, con la Fondazione Gimbe che parla di un verosimile timore di vedere aumentare i casi di positività al coronavirus e quindi di dover richiudere di nuovo.

Il “trucchetto” delle Regioni: meno tamponi per non dover richiudere?

Guardando le ultime notizie comparse su alcuni dei principali quotidiani nazionali sorge un sospetto: non sarà che alcune Regioni, da quando è iniziata questa Fase 2, stiano facendo meno tamponi per non incorrere nel rischio di un nuovo lockdown?

La prima pagina del Fatto Quotidiano riporta come in Lombardia negli ultimi due giorni, a fronte di 3.517 casi sospetti di coronavirus, sarebbero stati effettuati dal Pirellone soltanto 25 tamponi.

Il Sole 24 Ore invece, riprendendo uno studio della Fondazione Gimbe, parla di nove Regioni che dall’inizio della Fase 2 hanno ridotto i test rispetto alla Fase 1.

Il tutto mentre a giorni il governo, numeri alla mano, dirà quali Regioni sono da considerare ancora ad alto rischio e quindi da escludere dalla ripresa prevista per il 3 giugno degli spostamenti interregionali.

Due notizie queste che arrivano mentre anche l’Inps, dopo l’Istat, parla di 20.000 morti più rispetto alle stime ufficiali che in Italia andrebbero attribuiti al coronavirus nei soli mesi di marzo e aprile.

Le Regioni e i tamponi nella Fase 2

L’ipotesi di programmare le riaperture interregionali dal 3 giugno è stata ufficializzata - ha dichiarato il ministro Francesco Boccia - ma a condizione che si rispettino i dati del monitoraggio. Se una Regione è ad alto rischio, è evidente che non può partecipare alla mobilità interregionale”.

Quando il 29 maggio il governo avrà sotto mano i primi dati relativi all’andamento della curva del contagio in questo inizio della Fase 2, si vedrà quali Regioni saranno considerati ad alto, medio o basso rischio.

Secondo la Fondazione Gimbe, da quando è iniziata la Fase 2 nove Regioni (in particolare Puglia e Lazio) hanno ridotto il numero dei tamponi, citando il caso della Lombardia e della Liguria (due delle Regioni più colpite dal coronavirus) che avrebbero fatto lo stesso numero di tamponi ogni mille abitanti della Basilicata.

l numero di nuovi casi è direttamente influenzato dal numero dei tamponi eseguiti dalle Regioni, che su questo in parte si mostrano restie – ha spiegato Nino Cartabellotta presidente Gimbe al Sole 24 Ore - verosimilmente per il timore non dichiarato di veder aumentare troppo le nuove diagnosi che le costringerebbero ad applicare misure restrittive”.

Sempre secondo Cartabellotta “A esempio il 19 maggio ci sono stati il doppio dei contagiati del giorno prima (813 invece che 451) e non a caso sono stati effettuati il doppio dei tamponi. Quindi se ne fai di più trovi certamente più casi. Ma grazie all’uso massiccio di tamponi alla fine si isolano i focolai e si argina davvero il virus come dimostra il Veneto che ieri ha raggiunto i zero contagi proprio grazie a questa strategia”.

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, a Milano negli ultimi due giorni a fronte di 603 casi sospetti sono stati fatti solo 9 tamponi, mentre a Brescia 1 solo test per 624 segnalazioni di sospetto coronavirus.

Fonte Il Fatto Quotidiano

La speranza è che, dietro a un numero così basso di tamponi effettuati nonostante che l’aumento dei test fosse una prerogativa della Fase 2, ci siano delle problematiche relative al reperimento dei reagenti perché, se invece fosse tutta una strategia per evitare di dover richiudere tutto, allora la cosa sarebbe molto grave.

Argomenti

# Fase 2

Iscriviti a Money.it