Sputnik V, perché ancora non arriva l’autorizzazione dell’Ema?

Mario D’Angelo

28/02/2021

20/05/2021 - 11:26

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Giallo sull’autorizzazione del vaccino russo Sputnik V: secondo Mosca è stata concessa, ma l’Ema nega tutto. Cosa è successo davvero?

Sputnik V, perché ancora non arriva l’autorizzazione dell’Ema?

Lo Sputnik V, il vaccino russo contro il coronavirus, potrebbe arrivare in aiuto della campagna vaccinale europea. Manca ancora un passaggio per la somministrazione ai cittadini Ue: l’autorizzazione dell’Ema, l’agenzia europea dei medicinali. Perché ancora non è arrivata? Secondo Bruxelles il motivo è che Mosca, a differenza di quanto afferma, non ha ancora fatto richiesta.

Ue, giallo su autorizzazione d’emergenza dello Sputnik V

Il desiderio di accelerare la campagna vaccinale dell’Ue potrebbe vincere lo scetticismo di Bruxelles nei confronti del vaccino anti-Covid russo. Ma alcuni nodi rimangono da sciogliere.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la settimana scorsa ha criticato Mosca per aver largamente promosso il proprio vaccino all’estero restando però indietro sulle vaccinazioni in patria. In effetti, alcuni critici hanno notato che sembra a tratti che Vladimir Putin sia più interessato a vendere il vaccino sul mercato internazionale, usandolo come leva geopolitica, che a immunizzare la propria popolazione.

Ma al netto delle legittime diffidenze, saranno le verifiche della scienza a stabilire se lo Sputnik V può essere diffuso anche in Europa. Qualche tempo fa, l’autorevole rivista Lancet ha pubblicato lo studio peer reviewed secondo cui, in base a test clinici di fase 3, il vaccino russo sarebbe efficace nel 91,6% ed è sicuro.

Perché l’Ema, allora, tarda tanto a concedere l’autorizzazione all’uso d’emergenza allo Sputnik V?

Sputnik V e Ue, cosa è successo davvero

Al netto di quanto affermato dal Centro di Epidemiologia Nazionale Gamaleya, che ha sviluppato il vaccino russo, la motivazione ufficiale dell’Ema è che l’effettiva domanda non è ancora stata presentata.

Le regole europee, infatti, prevedono che prima di poter sottoporre la richiesta bisogna ricevere il via libera sia dal Committee for Medicinal Products for Human Use che dalla task force dell’Ema sulla pandemia di Covid-19. Una procedura cui si sono già sottoposti Pfizer, Moderna e AstraZeneca.

Le valutazioni da parte di questi due organismi indipendenti sono al momento in corso per lo Sputnik V dalla seconda metà di febbraio.

Nel frattempo, è stata presentata in Russia e in altri Paesi la domanda per l’autorizzazione all’uso d’emergenza per una versione leggera dello Sputnik V, che consiste in una singola dose del vaccino.

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