Affitti brevi, la stretta del Fisco: cosa cambia e chi rischia di perdere i soldi del canone

Stefano Rizzuti

22 Dicembre 2022 - 12:16

Le piattaforme che gestiscono gli affitti brevi dovranno comunicare i dati dei locatori all’Agenzia delle Entrate da gennaio: cosa cambia e perché si rischia il congelamento dei pagamenti.

Affitti brevi, la stretta del Fisco: cosa cambia e chi rischia di perdere i soldi del canone

Novità in arrivo per gli affitti brevi nelle città italiane. Dal primo gennaio del 2023 verrà introdotta una stretta, con l’obbligo di comunicare alcuni dati all’Agenzia delle Entrate, per tentare di ridurre i casi di illegalità. Una nuova norma che si affianca alla decisione della Corte di giustizia europea sulle ritenute fiscali dei pagamenti.

Da gennaio, in Italia, proprietari e operatori dovranno mettere in campo nuovi adempimenti nei casi degli affitti brevi. Si applicherà una normative europea più stringente, che entra in vigore con l’inizio del nuovo anno. In particolare dovranno essere comunicati all’Agenzia delle Entrate i codici fiscali dei locatori, i redditi percepiti e i dati catastali degli immobili affittati.

Il rischio, in caso di inadempimento, è che gli utenti locatori vengano bloccati dalle piattaforme digitali o che vengano congelati i pagamenti degli affitti. Le novità riguardano sempre più persone, come dimostra l’alto numero di abitazioni locate (circa 950mila) durante il 2022 in Italia, su livelli di poco inferiori a quelli del pre-pandemia e con un alto numero di annunci nelle grandi città come Roma, Milano e Firenze. Vediamo, quindi, cosa cambierà nei prossimi mesi e per chi, a partire dalla decisione della Corte europea.

La decisione della Corta di giustizia Ue su Airbnb

La prima novità arriva dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, che ha dato parzialmente torto ad Airbnb sul ricorso riguardante il regime fiscale italiano per le locazioni brevi. La legge prevede la possibilità di raccogliere informazioni e dati sulle locazioni, ma anche di applicare la ritenuta d’imposta alla fonte come previsto dal regime fiscale nazionale.

I soggetti che svolgono l’attività di intermediazione immobiliare, secondo i giudici, devono effettuare la ritenuta in qualità di sostituti d’imposta, versandola poi all’erario. Invece la Corte ha dato ragione ad Airbnb in riferimento all’obbligo di designare un rappresentante fiscale, ritenendola una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi.

Le regole per gli affitti brevi in Italia

In Italia ci sono delle mancanze a livello di regolamentazione sugli affitti brevi e soprattutto sulle piattaforme online. Nel 2017 sono state introdotte le prime regole, ma poi non è mai arrivata una normativa uniforme a livello nazionale e realmente efficace. A dicembre il Consiglio dei ministri ha varato un decreto di recepimento della direttiva comunitaria sulla cooperazione amministrative nel settore fiscale, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2023, introducendo novità per i dati da inviare al Fisco.

Dati affitti brevi al Fisco, cosa faranno le piattaforme

I gestori delle piattaforme dovranno, con la nuova norma, identificare chi affitta appartamenti tramite i portali online. Quindi deve avere i dati dei locatori per comunicarli, ogni trimestre, all’Agenzia delle Entrate. Inoltre dovranno essere forniti anche i corrispettivi percepiti e il numero delle operazioni effettuate.

Alcune piattaforme, come Airbnb, hanno già avvisato i locatori, inviando dei solleciti e spiegando che le informazioni fiscali richieste sono obbligatorie. I gestori, dopo due solleciti e 60 giorni, potranno bloccare i profili o trattenere i corrispettivi. Nel caso in cui in questo periodo non dovessero ricevere le informazioni potranno congelare i compensi, come prevede Airbnb, che punta anche a bloccare i calendari. Per questa piattaforma il limite sarà di due mesi altrimenti i pagamenti verranno congelati al 61esimo giorno. Potranno poi essere sbloccati con l’invio delle informazioni mancanti.

Quando devono essere inviati i dati al Fisco

Le informazioni relative al 2023 dovranno essere inviate entro il 31 gennaio del 2024. Per la definizione delle modalità di comunicazione si attende un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, dal primo gennaio gli intermediari dovranno aggiungere alla comunicazione alle Entrate sulle locazioni brevi anche i dati catastali degli immobili interessati.

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