Aumento stipendi con il salario minimo: di quanto e per chi

Simone Micocci

27/09/2021

In Italia si torna a parlare di salario minimo: una novità che - se approvata - garantirebbe un aumento di stipendio vicino ai 1.000,00€. Quali saranno i lavoratori coinvolti?

Aumento stipendi con il salario minimo: di quanto e per chi

Si torna a parlare di salario minimo in Italia: la richiesta arriva da una parte della maggioranza di Governo, ossia dalla fronda Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali, alla quale si è unito anche il sindacato CGIL, i quali vorrebbero che per legge ci fosse l’imposizione di una paga minima da riconoscere a ogni settore professionale.

Una novità che se riconosciuta andrebbe a garantire aumenti di stipendio a tutti quei lavoratori che oggi possiamo definire come “sottopagati”. E non si tratta di una piccola fetta: secondo i dati ISTAT e INPS, infatti, sono 4 milioni i lavoratori che percepiscono una retribuzione oraria inferiore a quella che verrebbe fissata con il salario minimo e che quindi beneficerebbero di una tale novità.

Va detto che al momento siamo ancora sul piano delle discussioni: i dubbi sono diversi, poche le certezze. A essere certa, però, è la misura di quello che dovrebbe essere il salario minimo, un’informazione che ci permette di stimare quale sarebbe l’aumento di stipendio conseguente al riconoscimento di una tale misura.

Cos’è il salario minimo

Per capire cos’è il salario minimo possiamo rifarci alla definizione contenuta in alcuni documenti dell’Organizzazione Internazionale del lavoro, in modo particolare la “General Survey of the reports on the Minimum Wage Fixing Convention, 1970”, o anche la “Minimum Wage Fixing Recommendation”: qui si legge che il salario minimo è “quella retribuzione minima che dovrebbe essere garantita ai lavoratori per una determinata quantità di lavoro”, uno strumento utile per contrastare la povertà attraverso la garanzia di una retribuzione proporzionata al lavoro svolto.

Uno strumento che di fatto dovrebbe essere complementare al reddito di cittadinanza. È impensabile, infatti, che oggi ci siano lavori che pagano di meno rispetto al sussidio che lo Stato riconosce a chi si trova in una situazione di povertà: in queste condizioni è ovvio che il RdC può rappresentare un disincentivo al lavoro. Prevedere un salario minimo, eliminando quindi tutti quei lavori “sottopagati”, potrebbe rendere efficiente l’intero meccanismo.

Va detto che un salario minimo, in Italia, esiste già in molti settori: per garantire una retribuzione equa, infatti, lo Stato interviene con lo strumento della contrattazione collettiva, limitando di fatto la libera determinazione dei salari operata dal mercato.

E non è un caso che ci sono sindacati che anziché a un salario minimo, come proposto dalla CGIL, vorrebbero puntare maggiormente sullo strumento della contrattazione collettiva. Spiega Pierpaolo Bombardieri (UIL):

“Molti dei nostri politici che parlano di salario minimo non hanno nemmeno letto la direttiva europea, che ha un obiettivo chiaro: estendere la contrattazione. Per noi il salario minimo è quello dei minimi contrattuali. Bisogna fare molta attenzione su questo tema. Rischiamo di ridurre lo spazio contrattuale”.

Ci sono, dunque, visioni contrastanti a riguardo. Ma visto il tema di questo articolo concentriamoci su chi un salario minimo lo vuole, quindi su tutto quel centrosinistra che in questo momento è quanto mai vicino al Movimento 5 Stelle riguardo alla possibilità di prevedere un salario minimo per legge.

La domanda a cui dobbiamo rispondere è una sola: a quanto ammonterebbe? E soprattutto: di quanto aumenterà lo stipendio e per chi? Facciamo chiarezza a riguardo.

Di quanto aumenta lo stipendio con il salario minimo e per chi

In un mare di dubbi c’è una grande certezza: l’importo del salario minimo. I fautori di una tale misura, infatti, concordano su quelle che sono le cifre: 9 euro l’ora, nessun lavoratore potrà prendere di meno.

Se una tale misura venisse approvata, dunque, tutti coloro che oggi percepiscono uno stipendio inferiore alla soglia minima suddetta godrebbero di un aumento di retribuzione, pari appunto alla differenza tra quanto percepito oggi e i 9 euro del salario minimo.

Secondo le previsioni, considerato tutti i lavoratori interessati ci sarebbe un incremento medio annuo di circa 1.073,00€, poco meno di 100 euro al mese. Quali professioni sarebbero coinvolte? Possiamo sempre guardare i dati di INPS e ISTAT, dove si legge un elenco delle diverse professioni coinvolte. Nel dettaglio:

  • barman, pizzaioli, cuochi e camerieri, per i quali oggi la paga oraria media è di 8,77€;
  • guardie giurate: paga oraria media di 8,21€;
  • addetti alle pulizie: 7,28€ orari;
  • personale del turismo impiegato con contratto Federalberghi: 8,97€ orari;
  • centralinisti: 8,41€;
  • autisti: 8,41€.

E ancora i riders, una delle professioni meno pagate del momento. Resta da capire poi se in un eventuale disegno di legge sul salario minimo saranno coinvolte professioni come lavoratori dell’agricoltura e lavoratori domestici, come ad esempio colf e badanti. Difficile vista la specificità di un tale rapporto di lavoro, ma va detto che anche queste categorie hanno necessità di tutele di questo tipo.

Per ulteriori informazioni, dunque, non resta che attendere gli sviluppi di quello che al momento è solamente un dibattito: se ne discuterà, ma per avere certezze a riguardo ci sarà da attendere.

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