Se ricevo un bonifico per errore posso tenere i soldi? Ecco quando vanno restituiti e quando non farlo costituisce un reato.
Forse può sembrare strana l’idea di inviare un bonifico errato, per esempio sbagliando il destinatario oppure indicando un importo più elevato di quanto dovuto. In effetti, di norma si è molto attenti prima di effettuare un pagamento, inoltre ci sono varie soluzioni messe a disposizione dagli istituti di credito per far fronte a questi problemi. In caso di codice Iban formalmente non corretto il bonifico torna automaticamente al mittente (o non è inviabile), negli altri casi è possibile - agendo per tempo - annullare o richiamare il bonifico.
Nonostante ciò, di vicende che riguardano bonifici errati e dispute sulla restituzione ce n’è moltissime e la giurisprudenza è ricca di casi al riguardo. La Corte di Cassazione ha sancito importanti principi sul tema, anche se si rintracciano due orientamenti contrastanti, che creano non poche difficoltà di comprensione a chi legge queste notizie. In alcuni casi chi ha trattenuto le somme viene semplicemente costretto alla restituzione, altre volte condannato in sede penale.
Anticipiamo però che è estremamente raro poter trattenere la somma ricevuta. Il principio generale è che in assenza di un debito, non si effettua un pagamento e dunque chi lo riceve è tenuto a restituirlo. Ecco cosa c’è da sapere.
Posso tenere i soldi di un bonifico ricevuto per errore?
Come anticipato, chi riceve dei soldi per errore è tenuto a restituirli, ammesso che per errore si intenda l’assenza di un credito nei confronti del mittente. Se si ricevono soldi da uno sconosciuto oppure una somma più alta di quanto effettivamente spettante bisogna adoperarsi per restituire l’importo al destinatario. Di norma, per farlo è sufficiente autorizzare la banca alla restituzione.
Tutto cambia se chi ha ricevuto il denaro può invece vantare un credito dal mittente del bonifico, anche per il semplice fatto che può presumibilmente ritenere che i soldi ricevuti siano indirizzati al pagamento del debito. Il creditore è quindi legittimato a tenere per sè il denaro, anche se ricevuto per errore (per esempio, il mittente voleva indirizzare il pagamento a un altro soggetto).
Questa è l’unica situazione, peraltro rara, in cui chi riceve un bonifico per sbaglio ha diritto a tenere la somma e non deve restituirla, a condizione di avere un credito dimostrabile nei confronti del mittente. Altrimenti, i soldi vanno sempre restituiti perché configurerebbero un arricchimento ingiusto. In questo caso, chi ha effettuato erroneamente il pagamento può esercitare un’azione civile per recuperare la somma, entro 10 anni dal fatto.
Quando tenere i soldi è reato e cosa si rischia
Posto che nella maggior parte dei casi, ovvero quando si configura un arricchimento senza giusta causa, i soldi vanno restituiti, bisogna anche ricordare che trattenerli può anche costituire un reato. È proprio su questo punto che si scontrano i precedenti della Cassazione, anche se l’orientamento prevalente ritiene che la condotta sia penalmente rilevante soltanto se chi ha ricevuto il denaro ne ha violato la destinazione di scopo.
Trattenere la somma ricevuta dal bonifico che non ha una palese destinazione - per esempio l’acquisto di un bene - non può quindi - secondo questo orientamento - costituire reato. Così non sarebbe se il denaro avesse un fine specifico e il destinatario lo violasse, per esempio utilizzando i soldi per sé anziché effettuando un servizio. In questi casi, quando il fine è conosciuto, trattenere i soldi costituisce il reato di appropriazione indebita, punibile a querela di parte con la reclusione da 2 a 5 anni e la multa da 1.000 a 3.000 euro.
Attenzione alle truffe
In tema di bonifici errati, avendo ribadito l’obbligatorietà della restituzione, si precisa di affidarsi agli istituti di credito, senza inviare il denaro seguendo richieste private non verificate con opportuni controlli. Molte truffe online si basano proprio su questo meccanismo e devono essere segnalate alle Autorità.
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