Bonus mobili 2024 senza ristrutturazione? Facciamo chiarezza

Patrizia Del Pidio

03/01/2024

Il bonus mobili resterà in vigore anche nel 2024, ma se ne può beneficiare senza ristrutturare l’immobile? Vediamo cosa prevede la normativa.

Bonus mobili 2024 senza ristrutturazione? Facciamo chiarezza

Il Bonus mobili 2024 ha subito delle leggere modifiche rispetto agli anni passati, ma riguardano solo l’importo massimo delle spese su cui beneficiare della detrazione al 50% che passano dagli 8.000 euro previsti nel 2023, ai 5.000 euro previsti nel 2024.
La domanda cui vogliamo dare risposta a questo articolo è se il bonus mobili 2024 può essere fruito anche senza la ristrutturazione dell’immobile a cui i mobili sono destinati?

Senza indugiare troppo ci apprestiamo subito a dare la risposta alla domanda che intende chiarire questo articolo: il bonus mobili con detrazione al 50% della spesa effettuata fino a un limite massimo di 5.000 euro è trainato dal bonus ristrutturazione dell’immobile. Non si tratta, quindi, di un bonus autonomo che può essere fruito indistintamente, ma spetta solo per arredare l’immobile oggetto di ristrutturazione. La cosa che va approfondita, però, sono i lavori che rientrano nel bonus ristrutturazione perché non sempre richiedono interventi corposi nell’appartamento.

Questo perché, se anche è stata modificata la cifra massima detraibile con il beneficio non sono state modificate le regole generali per fruire del bonus mobili, che anche nel 2024 potrà essere richiesto solo in caso di arredo di immobili ristrutturati.

Proprio per questo motivo è bene fare chiarezza per capire quando è possibile accedere al bonus del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici.

In linea di massima non esiste un bonus mobili senza ristrutturazione, ma è necessario scendere nello specifico analizzando normativa e prassi di riferimento.

Bonus mobili 2024 senza ristrutturazione? Facciamo chiarezza

La Legge di Bilancio 2022 non ha modificato i presupposti per l’accesso al bonus mobili, che anche dal 1° gennaio e in ogni caso fino alla nuova scadenza del 31 dicembre 2024 continuerà a essere riconosciuto ai contribuenti che fruiscono della detrazione prevista dall’articolo 16-bis del TUIR.

Si tratta del bonus ristrutturazioni, “lasciapassare” per la fruizione dell’ulteriore detrazione fiscale del 50 per cento riconosciuta per mobili ed elettrodomestici.

Non è una cosa nuova: sin dalla sua introduzione, il bonus mobili è stato riconosciuto esclusivamente per l’arredo di immobili ristrutturati.

Quando il bonus mobili 2024 quando spetta ?

Nella voce “ristrutturazioni” entrano diverse tipologie di interventi, ed è su questo aspetto che bisogna soffermarsi per chiarire i casi in cui è riconosciuto anche senza lavori in casa “di rilievo”.

Ad aiutarci nel capire quando si ha diritto al bonus mobili è l’Agenzia delle Entrate, che nella propria guida tematica (non ancora aggiornata al 2022), indica i lavori che aprono le porte alla detrazione aggiuntiva del 50% per l’acquisto di mobili:

  • i lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti danno diritto al bonus tra cui rientranoanche la sostituzione della caldaia o l’installazione di stufe o condizionatori con pompa di calore. I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al bonus;
  • ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza;
  • restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile;
  • manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali. Per i lavori in condominio, il bonus mobili spetta a ciascun condomino, per la quota di spesa sostenuta, solo però per i beni destinati all’arredo delle parti comuni.

Da una lettura delle casistiche che aprono le porte al bonus mobili, è quindi la prima quella di maggior interesse per chi si chiede se sia possibile accedervi anche senza lavori di ristrutturazione.

Bonus mobili 2024, con o senza ristrutturazione? Un concetto ampio da approfondire

Non sempre ristrutturare casa significa eseguire interventi impegnativi all’interno della propria abitazione, ed è quindi necessario analizzare il termine in ottica prettamente “fiscale” per capire i casi concreti per i quali spetta il bonus mobili.

Partendo dalla manutenzione straordinaria, la guida dell’Agenzia delle Entrate inserisce tra questa categoria di lavori i seguenti esempi:

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • realizzazione dei servizi igienici;
  • sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso;
  • rifacimento di scale e rampe;
  • realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
  • costruzione di scale interne;
  • sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare.

Non solo: nella manutenzione straordinaria rientrano anche i lavori finalizzati all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, come ad esempio l’installazione di una stufa a pellet, così come l’installazione o l’integrazione di un impianto di climatizzazione invernale o estiva.

Ecco quindi che anche senza una ristrutturazione di rilievo sarà possibile accedere al bonus mobili 2024, che spetta inoltre anche a seguito di sostituzione della caldaia, parte essenziale dell’impianto di riscaldamento.

Sarà possibile accedere al bonus mobili anche in caso di interventi più “corposi” di ristrutturazione edilizia, quali ad esempio quelli per la realizzazione di una mansarda o un balcone o l’apertura di nuove porte e finestre.

La detrazione del 50% spetta inoltre anche per i lavori di restauro e risanamento conservativo, come quelli per l’adeguamento delle altezze di solai o di ripristino dell’aspetto storico-architettonico di un edificio.

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