Cartelle esattoriali rateizzate, quante scadenze si possono saltare?

Patrizia Del Pidio

19 Marzo 2024 - 12:12

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Per non decadere dai piani di rateizzazione per i pagamenti delle cartelle esattoriali si possono saltare alcune scadenze, vediamo quante in base alla tipologia di piano di dilazione.

Cartelle esattoriali rateizzate, quante scadenze si possono saltare?

Cartelle esattoriali rateizzate, quanto è possibile saltare scadenze di pagamento senza decadere e quando, invece, no? Non per tutti i piani di dilazione sono previste le stesse regole infatti, visto che possono cambiare anche in base a chi concede la dilazione in questione, come andremo a vedere di seguito. Una differenza profonda si può notare, ad esempio, anche tra i piani di rateizzazione ordinaria e le rottamazioni delle cartelle (di cui l’ultima è la quater, del 2023). La rottamazione è meno flessibile rispetto a una dilazione ordinaria.

Sapere che tolleranza si ha prima della decadenza di una dilazione può essere importante anche per pianificare i pagamenti mensili, perché non sempre chi decide di dilazionare un debito con l’Agenzia delle Entrate riesce a pagare entro le scadenze stabilite dal piano. Qualche mese, infatti, si potrebbero avere difficoltà ed è bene sapere se si è nella posizione di poter saltare un o più scadenze.

La decadenza del piano di rateizzazione non sempre interviene allo stesso modo. Ci sono in casi in cui è prevista una certa flessibilità nei pagamenti e altri in cui i piani sono molto rigidi e vanno rispettati per non perdere i benefici che portano. Cerchiamo di capire, in questo articolo, quante scadenze si possono saltare prima che il piano di rateizzazione delle cartelle esattoriali decada.

Saltare una rata non fa sempre decadere la rateizzazione

Una buona notizia che possiamo subito dare è che non sempre saltare il pagamento di una rata fa decadere il piano di dilazione. Ovviamente se la rateizzazione è legata alla rottamazione delle cartelle, basta saltare un solo pagamento per vedere il proprio piano di dilazione decadere. In questo caso, infatti, non è prevista flessibilità nei pagamenti. L’unica tolleranza prevista in caso di definizione agevolata è di pagare entro 5 giorni dalla scadenza della rata. Un ritardo superiore porta alla perdita dei benefici della rottamazione.

Nelle rateizzazioni ordinarie, invece, solo nel caso che si salti la prima rata la domanda della rateizzazione non è accolta. La prima rata, infatti, va pagata entro 30 giorni dall’accoglimento della piano di rateizzazione e sospende le procedure esecutive per tutta la durata del piano.

In tutti gli altri casi, invece, saltare il pagamento di una rata non comporta sempre un grosso danno.

Cosa accade se si paga una rata in ritardo?

Nella rottamazione è previsto un ritardo massimo di 5 giorni, se si supera questo limite la rata risulta non pagata e il piano di dilazione decade. Nelle rateizzazioni ordinarie, invece, la rata può essere pagata entro un determinato numero di giorni dalla scadenza applicando, però, gli interessi per versamento in ritardo a cui aggiungere una piccola sanzione. La cosa può essere sanata con il ravvedimento operoso.

L’importante è pagare la rata prima della scadenza di quella successiva (sempre a eccezione della prima rata che ammette un ritardo massimo di 7 giorni) senza che per questo si sia considerati inadempienti.

In ogni caso, per qualsiasi piano di rateizzazione, tutte le scadenze che cadono tra il 1° agosto e il 4 settembre di ogni anno il termine di pagamento è sospeso.

La rata pagata in ritardo non fa decadere il piano

Quando si paga una rata in ritardo, ma entro la scadenza di quella successiva, non si corre alcun rischio di decadenza del piano di rateizzazione ordinario. In ogni caso va ricordato che per qualsiasi ritardo nel pagamento vanno aggiunti alle somme dovute sanzioni e interessi (in questo caso vanno calcolati sugli importi delle rate scadute gli interessi maturati e vanno indicati con gli esatti codici tributo sull’F24).

Neanche se si salta il pagamento di una rata il piano di rateizzazione decade. Il vero problema si ha quando le rate non pagate si accumulano.

Quando decade il piano di rateizzazione?

Dipende se il piano di rateizzazione è con l’Agenzia delle Entrate o con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Con l’Agenzia delle Entrate (rate trimestrali) il margine per la decadenza è molto più stretto e bastano e i casi in cui si decade sono i seguenti:

  • se si paga la prima rata con un ritardo maggiore ai 7 giorni oltre i 30 giorni di ricevimento dalla comunicazione;
  • se si paga una qualsiasi delle rate successive alla prima dopo la scadenza della rata successiva.

Se il piano di dilazione è con l’Agenzia delle Entrate Riscossione (rate mensili) la flessibilità è maggiore e le rate che si possono non pagare prima di decadere dal piano di rateizzazione sono 8, anche non consecutive.

La differenza, quindi, è che con l’Ade si decade dopo 3 mesi che non si paga, con l’Ader, invece, si può non pagare anche per 8 mesi prima di decadere.

Da tenere presente, però, che anche se si avvicina al numero di rate non pagate, è possibile non decadere pagandone almeno una di quelle arretrate: in questo modo il numero di rate non pagate scende offrendo nuova flessibilità a chi deve sostenere i versamenti.

Decadenza di un piano di rateazione

Cosa accade esattamente quando si decade da un piano di rateizzazione? Tutti gli importi ancora dovuti sono di nuovo iscritti a ruolo e sulla somma residua sono calcolati, nuovamente, interessi e sanzioni al netto di quelle già pagate. Riparte, inoltre, il recupero coattivo delle somme e si è nuovamente soggetti a fermo amministrativo, ipoteca e pignoramento.

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