Covid, alberghi e ristoranti i più colpiti: entrate a -40,3%

Marco Ciotola

16/03/2021

È il Sole 24 Ore a stilare una divisione per settori delle perdite innescate dal coronavirus: per servizi di alloggio e ristorazione le più ingenti

Covid, alberghi e ristoranti i più colpiti: entrate a -40,3%

La conferma arriva proprio a poche ora dall’avvio di una nuova stretta su tutto il territorio nazionale: è il settore relativo ad alberghi e ristoranti quello più colpito dal corovavirus, che ha influito solo tra gennaio e novembre del 2020 per un -40,3% sull’imponibile delle attività.

Un rosso che segue la più ampia perdita d’entrate in tutto il Paese, che sempre il Sole 24 Ore quantifica in 46,6 miliardi nel 2020.

Mentre la divisione per Regioni evidenzia la sofferenza dei territori a forte impronta turistica: spicca il -25,2% della Sardegna, seguìto dal -20,3% di Friuli e -17,4% della Valle d’Aosta.

Covid, alberghi e ristoranti i più colpiti: -40,3%

Come più volte sottolineato dagli stessi attori del settore, per ristorazione e servizi di alloggio il 2020 si è rivelato un anno nero, colpito in primis da un blocco di viaggi e restrizioni che hanno sospeso gran parte del volume lavorativo.

Il -40,3% quantificato dal Sole 24 Ore racconta il confronto tra l’imponibile Iva del periodo tra gennaio e novembre del 2019 e del 2020.

Era infatti appena marzo del 2020 quando il presidente di Confturismo e Federalberghi Veneto dipingeva un quadro di prenotazioni cancellate per il 90% stimando perdite di 100.000 euro al mese destinate a proseguire a lungo, previsione che si è purtroppo rivelata piuttosto precisa.

Il comparto che si mostra più colpito appena dopo quello alberghiero è quello relativo al personale domestico (-38,9%) seguìto dalle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (-27,1%) e le attività finanziarie e assicurative (-21,1%).

Mentre il racconto più ampio del quotidiano racconta di un crollo pari a 289 miliardi di euro di imponibile Iva tra gennaio e novembre del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Un crollo che ha interessato anche le entrate in arrivo dalle attività di controllo e riscossione, che hanno fatto registrare un -33,5% per circa 4,5 miliardi in meno rispetto al 2019.

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