Diffida al vicino di casa: in quali casi, come fare e conseguenze

Ilena D’Errico

28 Maggio 2023 - 13:25

Diffidare il vicino di casa può essere molto utile per risolvere le controversie senza finire in tribunale, ecco come fare e cosa c’è da sapere.

Diffida al vicino di casa: in quali casi, come fare e conseguenze

Le liti tra i vicini di casa pullulano nelle aule dei tribunali italiani, anche se spesso è possibile almeno provare ad evitare il giudizio (che richiede comunque tempo e spese legali) senza evitare a tutelare i propri diritti. Il mezzo per ottenere questo risultato è la diffida, che nella sua semplicità può essere uno strumento molto efficace per risolvere le controversie in modo bonario. Ecco quello che c’è da sapere sulla diffida e come farla.

In quali casi serve diffidare il vicino di casa

La diffida serve a comunicare al vicino che sta compiendo degli illeciti e che se non smetterà entro il termine indicato si ricorrerà al tribunale. Di conseguenza, inviare una diffida è una buona soluzione quando il vicino compie degli illeciti civili (o anche penali ma di scarsa gravità) e la richiesta informale non è stata sufficiente a farlo smettere. Tra gli illeciti civili più comuni che riguardano i vicini di casa ci sono:

  • Le immissioni (di fumi, calore, esalazioni o rumori) che superano la normale tollerabilità;
  • gli atti emulativi, ossia quelle azioni compiute dal vicino con l’unico intento di infastidire o nuocere l’altro;
  • le offese;
  • l’invasione della proprietà in modo illegittimo.

Ci sono poi altri comportamenti che riguardano i vicini di casa tra cui non corre buon sangue che però attengono alla sfera penale. Si tratta di veri e propri reati come:

  • Le minacce;
  • la violenza privata (quando una persona è costretta a sopportare delle azioni, a far cose che non vorrebbe oppure al contrario non può fare quello che è in suo diritto);
  • il disturbo alla quiete pubblica, quando le immissioni del vicino danneggiano una grande quantità di persone;
  • il getto pericoloso di cose, ad esempio se il vicino installa una caldaia che scarica nella proprietà altrui;
  • lo stalking, quando il vicino si comporta sistematicamente in modo da infastidire continuamente gli altri.

In tutti questi casi è utile procedere con una diffida, mentre per reati più gravi ha molto più senso procedere direttamente con una denuncia. Si pensi ad esempio alla violenza fisica o al furto.

Come fare una diffida al vicino di casa

La diffida non deve essere ricca di particolari e contenere in modo dettagliato tutte le condotte del vicino, questi elementi sono necessari in un eventuale causa, civile o penale che sia. Per il fine della diffida è invece sufficiente una descrizione molto sintetica dell’illecito, anche senza riferimenti normativi o giurisprudenziali.

Ciò che deve essere molto chiaro è l’intento dello scritto, ossia il fatto che se il vicino non cesserà entro il termine indicato ci si dovrà rivolgere al giudice per risolvere la controversia. È poi importante che la diffida indichi chiaramente i nomi delle parti, la firma e che sia inviata con raccomandata a/r o pec.

Diffida al vicino di casa, a cosa serve e quali conseguenze ha

L’invio di una diffida formale serve sostanzialmente a intimare al vicino di casa di interrompere il comportamento scorretto. Per questa ragione, la diffida contiene di solito un termine massimo entro cui il diffidato deve adeguare le sue azioni. Ovviamente la durata e la presenza di questo termine dipendono dal caso specifico che riguarda l’illecito.

Per esempio, se la diffida è dovuta alle feste rumorose che il vicino ospita durante la notte un termine di adeguamento non ha alcuna utilità, in quanto il vicino ha la possibilità di far cessare l’illecito in modo immediato. Quando per l’interruzione dell’illecito servono invece delle operazioni più complesse, allora è corretto apporre un termine. Ad esempio, se il vicino viene diffidato per la caldaia che immette fumi nel fondo altrui avrà bisogno di tempo per sostituirla. In ogni caso si tratta di termini brevi, di solito fra 10 e 15 giorni.

Il compito della diffida è quello di portare il vicino a rispettare questo termine, perché altrimenti sarà citato in giudizio. Così, la diffida assolve a due compiti a seconda dei casi: è un primo passaggio per la promozione di un giudizio, ma anche un metodo per risolvere la controversia in modo extragiudiziale, risparmiando anche tempo (e denaro).

Le conseguenze per chi non rispetta la diffida sono esplicitate al suo interno, ovvero la citazione in giudizio, su cui si basa l’intero funzionamento della diffida. Il rischio di essere portati in causa e ricevere una condanna può essere un deterrente efficace per risolvere la situazione, a meno che il vicino non ritenga di non avere alcun torto e preferisca rimettere la questione a un giudice.

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# Legge

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