Economia calda - Il capitale sociale

Dario Colombo

25 Luglio 2022 - 16:00

Coesione, reciprocità, fiducia: quando il vantaggio collettivo si costruisce giorno per giorno con la rete di relazioni

Prosegue il nostro viaggio keynesiano nei fondamentali dell’economia e stavolta prende una direzione che a qualcuno potrebbe sembrare rivoluzionaria.

Punto di partenza: sappiamo tutti che alla base di qualsiasi sistema economico ci sono le infrastrutture materiali, come le reti di comunicazione, quelle energetiche, gli stabilimenti di produzione e quelli logistici.

A queste si aggiungono le infrastrutture immateriali, come il capitale umano in termini di competenze, idee, condivisione di conoscenza.

E poi c’è il capitale sociale. Senza assumere posizioni marxiste, stiamo parlando di un capitale collettivo.

Disambiguiamo: nella vulgata, ma soprattutto in economia aziendale, il capitale sociale è quello che viene conferito (versato) dai soci, e impiegato per costituire una società e consentirle di operare.

Qui invece intendiamo il capitale sociale come quello che si costruisce, quasi naturalmente, dalle relazioni che intercorrono fra membri di una società civile.

Si tratta di un capitale che ha diverse caratteristiche, apparentemente contraddittorie.
È immateriale, ma richiede azioni materiali e produce vantaggi materiali.
È circoscritto da limiti geografici, ma tende a essere osmotico, a far sentire il suo influsso benefico oltre i margini della società: per usare una crasi in voga, è glocal (global e local).
È basato sull’immediatezza dell’azione, ma sprigiona la sua forza nel tempo.

Potremmo proseguire nell’elenco, ma dovrebbe essere già chiaro che il capitale sociale di cui parliamo è centrato sulle relazioni e genera una consapevolezza: l’eccellenza economica, imprenditoriale, non germoglia da sola, ma ha bisogno di un humus d’attorno che ne favorisca la nascita.

Come i distretti industriali (l’Istat ne censiva 141 in Italia nel 2015), ossia quei sistemi produttivi costituiti da un tante imprese, prevalentemente Pmi, che tendono a integrarsi per specializzazione produttiva, e che in genere sono concentrate in un territorio e legate da una comune esperienza storica, sociale, economica e culturale.

Capitale vuol dire fiducia

Il capitale sociale è dunque una risorsa di coesione: è l’insieme delle reti sociali e delle norme di reciprocità e fiducia che le sostengono.

Per dirla con Robert Putnam, il capitale sociale ci rende «più intelligenti, più sani, più sicuri e più capaci di governare una democrazia giusta e stabile». Ed è altresì chiaro che è in netto contrasto con l’individualismo.

Una ricostruzione (o costruzione) dello stock di capitale sociale non può che essere basata sul civismo, e quindi sulla presenza diffusa di organizzazioni non profit.

E anche sulla rivelazione e ammissione di un limite del padre dell’economia moderna, Adam Smith (ci perdonerà) che vedeva nello scambio quella mano invisibile capace di regolamentare da sé il sistema di relazioni economiche. Ma lo scambio è una relazione fra eguali. E al mondo ci sono anche gli ineguali, e per questi prima c’è il dono, poi c’è il debito.

Il capitale sociale è basato su un altruismo, non peloso, ma piuttosto consapevole che il beneficio tornerà, sotto forma di vantaggio collettivo.

È ormai chiaro che il capitale sociale è fatto da donne e uomini, quotidianamente, con la loro ricerca dell’interesse generale del bene relazionale civico.

Ne citiamo tre, che sono stati un esempio di ricerca di capitale sociale: Amintore Fanfani, per l’azione civica tesa costruire la rete di beneficio più ampia e concreta per tutti (e le autostrade sono un esempio lampante);Giuseppe De Rita, per la proposta innovativa dei patti territoriali; Carlo Azeglio Ciampi, che fece la concertazione, un grande esperimento di capitale sociale, in cui ciascuno doveva ottenere non il massimo, ma il possibile, e per aver favorito la nascita delle fondazioni bancarie, come organizzazioni per le libertà sociali.

Il piccolo Strega di Money.it: la cinquina di libri per approfondire

Robert Putnam - Capitale sociale e individualismo - Il Mulino

Erich Fromm - Avere o essere - Mondadori

Giuseppe De Rita, Aldo Bonomi - Manifesto per lo sviluppo locale. Teoria e pratica dei patti territoriali - Bollati Boringhieri

Carlo Trigilia - Non c’è nord senza sud - Il Mulino

Herbert Marcuse - L’uomo a una dimensione - Einaudi

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