Europa: la crisi energetica è ovunque e l’allarme si allarga

Violetta Silvestri

13/09/2022

La crisi dell’energia in Europa, con prezzi alle stelle e scarsità di forniture per l’inverno, si sta riversando in ogni settore, diventando ogni giorno più grave per consumatori e produttori.

Europa: la crisi energetica è ovunque e l’allarme si allarga

Non c’è settore che non stia risentendo della crisi dell’energia in Europa, con conseguenti contraccolpi per consumatori, imprese, famiglie.

Dai pomodori tedeschi al pane svedese, la pressione russa sulle forniture di gas sta iniziando a colpire ambiti ben oltre i servizi pubblici e le industrie ad alta intensità energetica.

Le ricadute sulle forniture di cibo e bevande probabilmente si intensificheranno man mano che le temperature scenderanno e le famiglie avranno bisogno di riscaldamento, costringendo le imprese e i consumatori a prendere decisioni difficili.

L’Unione Europea sta cercando di arginare la crisi e il presidente della Commissione Ursula von der Leyen proporrà come target obbligatorio la riduzione del consumo di energia elettrica - un passo verso il razionamento - insieme a misure per incanalare i profitti delle società energetiche verso i consumatori in difficoltà.

Intanto, qual è la situazione in Europa e perché c’è un allarme generalizzato sull’aumento dei prezzi dell’elettricità?

L’Europa in crisi: tutti i settori colpiti dai prezzi energetici

Un’analisi di Bloomberg sui guai europei legati alla guerra del gas con la Russia offre una panoramica di come la situazione si stia aggravando.

Il produttore belga di birra Delirium Tremens corre il rischio reale di interrompere la produzione per la prima volta in più di un secolo. Il birrificio Huyghe, situato nel villaggio belga di Melle, ha preso in considerazione l’idea di chiudere a causa di un aumento di 13 volte del prezzo dell’anidride carbonica liquida, che utilizza per rendere le birre frizzanti.

I guai del birrificio belga sono stati innescati da una catena di disgrazie che illustrano quanto sia interconnessa l’economia europea. Il colosso norvegese dei fertilizzanti Yara Internationl ha interrotto la produzione di ammoniaca in uno stabilimento nei Paesi Bassi. Ciò a sua volta ha colpito il fornitore di Huyghe Nippon Gases, che ha richiesto 3.350 euro a tonnellata di CO2 invece dei 250 euro in precedenza.

“Attualmente la produzione basata sul gas in Europa non è redditizia”, ​​ha affermato Tiffanie Stephani, vicepresidente per le relazioni con il governo europeo di Yara. “Continuiamo a monitorare la situazione e ad adattare la nostra produzione.”

Anche Carlsberg ha affermato che potrebbe essere necessario ridurre significativamente o interrompere la produzione di birra in Polonia a causa della carenza di CO2 liquida.

L’ammoniaca, che viene prodotta con gas naturale, è stata duramente colpita dall’aumento dei prezzi innescato dalla mossa della Russia di ridurre drasticamente le consegne di gas in rappresaglia alle sanzioni legate all’invasione dell’Ucraina. Questo ha lasciato offline almeno la metà della capacità della regione, creando una crisi per i fertilizzanti ma anche per la CO2, un sottoprodotto del processo.

Perché c’è uno shock da CO2 in Europa

L’anidride carbonica è una parte vitale dell’industria alimentare. Viene utilizzata per stordire il bestiame da macello, così come negli imballaggi per prolungare la durata di conservazione, per il ghiaccio secco per mantenere gli articoli congelati durante il trasporto.

Il servizio di alimentari online britannico Ocado Group Plc ha dichiarato che l’aumento dei costi per cose come il ghiaccio secco e l’energia probabilmente peserà sui profitti nel quarto trimestre.

Per Wittenberg Gemuese GmbH, l’interruzione della produzione di ammoniaca ha significato anche una perdita del riscaldamento e dell’acqua calda necessari per il funzionamento delle sue serre.

Il produttore tedesco di pomodori, fragole e peperoni si affida a SKW Piesteritz GmbH per il calore e la CO2, ma è rimasto bloccato quando il più grande produttore nazionale di ammoniaca e urea ha interrotto l’attività la scorsa settimana.

L’interruzione di SKW, che è in trattative per un salvataggio del governo, pone altri rischi per l’economia tedesca. L’azienda copre circa il 40% della domanda tedesca di AdBlue, un additivo utilizzato per rendere meno dannosi i gas di scarico dei veicoli diesel. Una carenza potrebbe costringere i camion merci fuori strada.

In Svezia, Pagen, una delle più grandi panetterie del Paese, si è unita ad altri produttori alimentari per mettere in guardia sui rischi per l’approvvigionamento alimentare derivanti dall’aumento dei costi energetici e dai pericoli di blackout.

Il problema del gas sta inondando l’Europa. Ecco perché risposte concrete sono urgenti più che mai.

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