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Finanza sostenibile, 3 strumenti per puntare sulla nuova frontiera degli investimenti

Redazione Green

12 Dicembre 2023 - 10:48

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Gli investimenti in finanza sostenibile tengono conto di fattori di tipo ambientale, sociale e di governo societario. Ecco i 3 strumenti principali collegati al settore.

Finanza sostenibile, 3 strumenti per puntare sulla nuova frontiera degli investimenti

Con l’espressione finanza sostenibile si fa riferimento a un modello che nella pratica applica alle varie attività finanziarie il concetto di sviluppo sostenibile.
Ricordiamo che con “sviluppo sostenibile” si fa riferimento a un modello che si pone come obiettivo quello di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione attuale senza compromettere le possibilità delle generazioni successive di soddisfare i propri.

Ciò avviene tenendo in debita considerazione, nel momento in cui si effettuano gli investimenti, i fattori ESG, ovvero fattori di tipo ambientale, sociale e di governo societario (l’acronimo ESG indica i termini inglesi corrispondenti: Environmental, Social e Governance).

In altri termini, si fa finanza sostenibile quando si effettuano investimenti coerenti con la sostenibilità ambientale, con il rispetto dei diritti dei lavoratori e su progetti che contribuiscono a migliorare la qualità della vita delle persone (progetti di sviluppo sociale). È per questi motivi che spesso la finanza sostenibile è detta anche finanza etica, anche se i due concetti non sono del tutto sovrapponibili.

Auspicabilmente, il modello finanziario sostenibile dovrebbe sostituire il vecchio modello che si è dimostrato non in grado di fare gli interessi della società e, più in generale, del pianeta.

Finanza sostenibile: quali sono i principali strumenti finanziari?

Sono vari i prodotti collegati alla finanza sostenibile. Fra questi si ricordano principalmente i green bond, i social bond e i green loan. Di seguito una breve panoramica di questi tre strumenti.

I green bond, noti anche come obbligazioni verdi, sono titoli di debito che possono essere emessi da banche, Stati, enti pubblici, organismi sovranazionali (per esempio la Banca Mondiale o la Banca Centrale Europea) e anche aziende private.
Tali obbligazioni si differenziano da quelle cosiddette tradizionali perché con i fondi raccolti è possibile finanziare esclusivamente progetti che mirino a tutelare l’ambiente, vale a dire progetti che promuovono, per esempio, lo sviluppo dell’economia circolare, la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, gli interventi di contrasto agli effetti negativi del cambiamento climatico e del riscaldamento globale, le energie da fonti rinnovabili ecc. ovvero, in estrema sintesi, quei progetti che hanno come obiettivo un sviluppo sostenibile.

I social bond sono invece strumenti finanziari i cui proventi servono a finanziare o rifinanziare, in toto o comunque parzialmente, progetti che hanno un positivo impatto sociale. Può per esempio trattarsi di finanziamenti che favoriscono l’accesso a servizi essenziali (come per esempio quello sanitario o quello scolastico), che favoriscono l’occupazione oppure relativi alle infrastrutture necessarie per garantire i servizi di base (per esempio la fornitura dell’acqua potabile) ecc. In sostanza, si tratta di titoli che finanziano progetti che mirano allo sviluppo sociale di una comunità.

I green loan, noti anche come prestiti verdi, sono prestiti emessi da banche o da istituti finanziari e concessi per il finanziamento di progetti green, ovvero progetti – nuovi o preesistenti – che hanno come obiettivo quello di affrontare problematiche green o che servono a ottenere risultati positivi nell’ambito della sostenibilità ambientale.
Generalmente i green loan si caratterizzano per tassi di interesse competitivi e termini favorevoli allo scopo di incoraggiare il più possibile investimenti nell’ambito della sostenibilità ambientale.

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