Fino a che ora bar e locali possono tenere la musica alta?

Ilena D’Errico

06/07/2023

Ecco fino a che ora bar e locali possono tenere la musica alta secondo la legge, i regolamenti comunali e quelli condominiali e quali sono le ipotesi di reato.

Fino a che ora bar e locali possono tenere la musica alta?

La musica alta di bar e locali può essere piuttosto fastidiosa per i residenti, soprattutto nelle fasce orarie destinate al riposo come quella serale o notturna. È però anche vero che la funzionalità dei locali di intrattenimento è spesso riservata proprio alle ore serali, quando i clienti possono svagarsi e divertirsi. Si tratta di due esigenze da conciliare, oltre a quella dell’esercizio professionale, il che non è affatto semplice.

La via di compromesso più conveniente è di certo quella di limitare i rumori entro un certo orario, così da non limitare eccessivamente tutte le parti coinvolte. Allo stesso tempo, non è possibile determinare con precisione fino a che ora bar e locali possono tenere la musica alta, in quanto non vi è alcuna legge specifica a riguardo.

Non esiste, infatti, una normativa generale riguardo agli orari dei rumori e della quiete, anche perché sarebbe decisamente complicato prevedere delle regole idonee su tutto il territorio. Le esigenze possono essere molto diverse da un posto all’altro, anche per il livello di rumore ambientale in quella determinata zona. Difatti, sono spesso i Comuni a fornire una regolamentazione più precisa, così come i condomini.

Ordinanze comunali sulla musica e gli schiamazzi notturni

Per comprendere entro quale limite i bar e i locali possono tenere la musica alta bisogna verificare la presenza di ordinanze comunali. Queste ultime possono prevedere restrizioni ben specifiche, sia riguardo agli orari che rispetto ai decibel. Oltre alle specifiche ordinanze, che sono dedicate a periodi o zone particolari, è in ogni caso necessario il rispetto del Regolamento per la disciplina delle attività rumorose.

Ogni Comune disciplina le attività rumorose, compresa la musica alta dei locali, con questo regolamento, tenendo conto delle specifiche esigenze dei cittadini, ma anche della tipologia di attività rumorosa. È proprio questo regolamento, comunque, a stabilire alcune fasce orarie di silenzio. Ecco quali sono, in genere, gli orari maggiormente tutelati.

  • Nel periodo tra il 1° giugno e il 30 settembre: dalle 12:00 alle 15:30, dalle 22:00 alle 24:00 e dalle 00:00 alle 08:00.
  • Tra il 1° ottobre e il 31 maggio: dalle 12:00 alle 15:00, dalle 22:00 alle 24:00 e dalle 00:00 fino alle 08:00.
  • Nei giorni festivi, a prescindere dal periodo: dalle 12:00 alle 15:30, dalle 19:00 alle 24:00 e dalle 00:00 alle 09:00.

Anche se indicativamente sono queste le fasce orarie dedicate al silenzio, ogni regolamento comunale potrebbe variarle e soprattutto cambiarle a seconda dell’attività rumorosa in questione. Per esempio, i rumori provocati dai lavori hanno limiti più stringenti rispetto a quelli che si applicano a bar e locali che mettono la musica alta.

I gestori di questi esercizi commerciali sono comunque invitati dalla maggior parte dei regolamenti comunali a mettere in atto tutte le cautele possibili per evitare di disturbare residenti e passanti.

Regolamento condominiale sugli orari del rumore

Oltre al regolamento comunale, anche il condominio potrebbe inserire nel suo regolamento una disciplina sui rumori e sugli orari destinati alla quiete. Di conseguenza, le attività commerciali all’interno del condominio devono assolutamente verificare la conformità del comportamento, in quanto anche il regolamento condominiale - così come quello del Comune - può stabilire multe e sanzioni.

Reato di disturbo della quiete pubblica

Oltre ai regolamenti specifici che riguardano i rumori e la musica, è bene tenere conto anche della legge nazionale. Pur non prevedendo specifici orari e limiti acustici, infatti, sia il Codice civile che il Codice penale affrontano la questione dei rumori indesiderati.

In particolare, l’articolo 844 del Codice civile vieta le immissioni sul fondo vicino, comprese quelle rumorose, che superano la normale tollerabilità. Quest’ultima fa riferimento a un concetto piuttosto ampio, che riguarda aspetti oggettivi (l’intensità della musica, la durata e l’orario) ma anche elementi soggettivi, ad esempio le necessità di riposo dei vicini per ragioni di salute.

Per via del Codice civile, dunque, i vicini possono adire una causa civile per richiedere la cessazione dei rumori e della musica e il risarcimento danni, anche se la valutazione è spesso rimessa alla consulenza d’ufficio, ad esempio per la misurazione acustica, e dipende comunque dal danno subito (e dalla sua correlazione rispetto al rumore, per esempio in termini di salute uditiva).

Quando, invece, la musica è tanto alta e prolungata da infastidire un numero elevato di persone, l’azione ricade sul penale. Nel dettaglio si parla di disturbo della quiete pubblica (più propriamente “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone), un reato previsto dall’articolo 659 del Codice penale che sussiste soltanto quando la musica è in grado di disturbare, anche solo potenzialmente, un elevato e generico numero di persone, ad esempio tutto il quartiere.

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