Gli italiani nel 2023 hanno scelto di puntare sugli strumenti di previdenza integrativa optando specialmente per i PIP.
I rendimenti dei fondi pensione crescono sempre di più. Gli italiani nel 2023 hanno scelto di puntare sugli strumenti di previdenza integrativa, infatti anche il numero degli iscritti è aumentato esponenzialmente nel corso dell’anno. Uno studio Covip, acronimo di Commissione di vigilanza sui fondi pensione, ha fatto emergere un risultato positivo in merito alla previdenza complementare durante i primi nove mesi del 2023. Ecco tutti i numeri dell’analisi e il successo raggiunto dai PIP.
Crescono gli iscritti ai fondi pensione
Oltre ai risultati positivi dei rendimenti dei fondi pensione, si registra anche una crescita sugli iscritti verso questi strumenti finanziari. Infatti l’analisi conferma un incremento del 3% di coloro che hanno aderito alla previdenza complementare mentre l’aumento è del 6% se si considerano i contributi e le risorse economiche dedicate alla stessa. Nel settembre del 2023 la previdenza complementare ha incassato 215 miliardi di euro con un rispettivo rialzo di 10 miliardi di euro se confrontato con il mese di dicembre 2022. Il paragone è stato possibile grazie all’ultimo monitoraggio Covip.
Rendimenti in ripresa
La ripresa dei titoli azionari ha comportato un rialzo dell’attivo dei fondi pensione. Infatti i rendimenti, come anticipato, sono tornati a crescere. I dati diffusi dalla Covip specificano che durante i primi nove mesi del 2023 i rendimenti medi di questa forma pensionistica sono stati del 2,2% per i fondi negoziali, del 3% per quelli aperti e del 3,6% per i PIL. I Piani individuali pensionistici hanno ottenuto questa percentuale poiché il TFR è stato rivalutato dell’1,5%. Per quanto riguarda le risorse dedicate alle prestazioni alla fine del mese di settembre 2023, sono stati incassati dal comparto 215 miliardi di euro. In questo frangente si è verificato un rialzo importante rispetto al mese di dicembre 2022 dove i fondi destinati ammontavano a 205 miliardi di euro, l’incremento è stato infatti di 4,7 punti percentuali.
Le motivazioni
In merito alle motivazioni riferite all’andamento degli investimenti descritti è possibile ricondurre l’incremento in questione al miglioramento dei corsi dei titoli in portafoglio. L’incremento residuo, invece, è dovuto ai flussi contributivi calcolati al netto delle uscite. Sono 10,6 milioni le posizioni attive al termine del terzo trimestre 2023, queste sono in essere presso le forme pensionistiche complementari. In questo calcolo vengono inclusi anche i soggetti che aderiscono a più forme previdenziali, si tratta di 9,9515 milioni di iscritti. L’incremento per quest’ultimo dato è del 3% rispetto al mese di dicembre 2022.
Il successo dei Pip
In questo scenario i Piani individuali pensionistici hanno raggiunto risultati importanti. Considerando l’andamento dalla fine del 2012 alla fine del 2022 il rendimento per i fondi pensione negoziali è stato del 2,2%, quello dei fondi aperti del 2,5% mentre i Pip raggiungono quasi il 3%, questi calcoli vengono considerati a fronte di una rivalutazione del Tfr del 2,4%. I Piani individuali pensionistici sono i migliori anche considerando l’ultimo decennio (sempre dal 2012 al 2022) e aggiungendo gli ultimi nove mesi dell’anno 2023, con una rivalutazione del 2,4% del Tfr il rendimento dei fondi pensione negoziali è stato del 2,3%, sale al 2,6% quello dei fondi aperti e chiudono i nuovi Pip con la percentuale più alta tra tutti del 3,1%.
I vantaggi dei Pip
È bene specificare che i Pip vengono concepiti come prodotti assicurativi. Quindi non sono fungono come mezzo di accumulo riferito alle risorse finanziarie per la pensione futura, danno anche una copertura assicurativa. La protezione finanziaria nel caso in cui si verifichino eventi imprevisti è molto importante perché consente di accumulare con maggiore serenità. Inoltre i Pip sono particolarmente accessibili poiché vengono dedicati a lavoratori dipendenti e autonomi. I primi possono scegliere di destinare una parte del proprio Trattamento di Fine Rapporto ai Piani individuali pensionistici.
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