5 errori da non commettere per non perdere il diritto al risarcimento in caso di furto dell’auto. Ecco a cosa fare attenzione.
Il furto dell’auto è uno di quegli eventi spiacevoli e improvvisi con cui ogni automobilista può trovarsi a fare i conti, non importa quali precauzioni abbia adottato per tutelare il veicolo. Anche se, naturalmente, ognuno è tenuto a proteggersi il più possibile da questo tipo di rischi e disincentivare i ladri. Non solo per evitare il furto, ma anche per non perdere la possibilità di ottenere il risarcimento dall’assicurazione.
La negligenza dell’automobilista è infatti uno dei tanti comportamenti che possono pregiudicare il diritto al risarcimento, nonostante la polizza assicurativa copra questo evento (di solito nella formula “furto e incendio”). Al di là del contratto assicurativo, che peraltro può contenere specifiche clausole sull’argomento, in alcuni casi anche la possibilità di risarcimento da parte di terzi (come il gestore del parcheggio a pagamento) è limitata.
Ebbene, può quindi capitare di subire il furto dell’auto e non avere neanche la possibilità di ottenere la riparazione del danno se non agendo in giudizio contro il ladro, ipotesi che è certo meno allettante per le lunghe tempistiche e le varie possibili problematiche. Senza dubbio bisogna comunque denunciare il furto subito e difendere i propri diritti, ma stare attenti a non perdere il risarcimento da parte dell’assicurazione non guasta. Ecco i 5 errori da non commettere.
Non restituire entrambe le chiavi all’assicurazione
Non restituire le chiavi all’assicurazione è a mani basse l’errore più comune che fa perdere il diritto al risarcimento, infatti la giurisprudenza abbonda di sentenze su questo argomento, eppure tanti cittadini lo sottovalutano. Quando si denuncia il furto di un veicolo presso la propria compagnia assicurativa bisogna allegare entrambe le chiavi del mezzo, dato che di norma ogni automobilista ne ha almeno due, di cui una di scorta.
La maggior parte delle persone non ha problemi a consegnare un mazzo di chiavi (a meno che siano scomparse con l’auto, ipotesi che approfondiremo nel prossimo paragrafo), ma spesso non ha la seconda chiave. Un errore che comporta la perdita del risarcimento perché la compagnia assicurativa non può accertarsi che il conducente sia stato prudente, dato che avrebbe potuto smarrire la copia o perfino lasciarla in macchina. Quando si perde una chiave dell’auto o di qualsiasi altro veicolo bisogna quindi fare opportuna denuncia di smarrimento.
Lasciare le chiavi incustodite (o addirittura attaccate al cruscotto)
Come anticipato, l’assicurazione non è tenuta a risarcire il cliente per il furto se è stato negligente o poco attento. Lasciare le chiavi incustodite, dimenticandole in luoghi incustoditi oppure attaccate al quadro elettrico, non è certo simbolo di prudenza. Si tratta di una vera e propria colpa che esonera la compagnia da qualsiasi responsabilità.
Secondo la giurisprudenza, infatti, è dovere di ogni cittadino fare del proprio meglio per disincentivare i reati e tutelare i propri interessi. L’articolo 158 del Codice della strada, peraltro, impone al proprietario di “adottare le opportune cautele” per impedire che altre persone possano usare il veicolo senza il suo consenso. Come se non bastassero il furto e il negato risarcimento, si rischia così anche una sanzione pecuniaria da 80 a 318 euro.
Parcheggio a pagamento ma non custodito
Quando si lascia l’auto in un parcheggio a pagamento ci si aspetta che sia così al sicuro da eventuali danni e in ogni caso dai tentativi di furto. Spesso si tratta di una convinzione del tutto errata e immotivata, perché non necessariamente il gestore del parcheggio fornisce anche un servizio di custodia dei veicoli, a nulla vale il fatto che sia a pagamento.
Un semplice cartello con l’avviso “parcheggio incustodito” è sufficiente a esonerare il gestore da qualsivoglia responsabilità, poiché il diritto al risarcimento si configura soltanto nel caso in cui il posto fosse effettivamente (mal)custodito oppure questa condizione non fosse chiaramente resa nota al cliente.
Non si configura però una negligenza del cliente, perciò chi ha assicurato il veicolo anche contro il furto potrà rivolgersi alla propria compagnia per il risarcimento.
L’auto è stata ritrovata danneggiata
Ecco ora un esempio atipico, perlomeno rispetto ai precedenti, in cui si perde il diritto al risarcimento: non c’è stato un vero e proprio furto. Ci si riferisce a ipotesi in cui il veicolo viene ritrovato a poca distanza dal luogo della sparizione, spesso in tempi anche brevi ma con evidenti danni. In questi casi il fine prevalente del reato non è stato il furto, bensì il danneggiamento del mezzo, perciò il diritto al risarcimento dipende dalla polizza assicurativa sottoscritta e dalle sue condizioni.
È evidente che in situazioni del genere non c’è un vero e proprio errore del proprietario, se non l’aver fatto a meno di una copertura contro gli eventi di «atti vandalici». Questi ultimi, infatti, sono inclusi nella polizza furto soltanto limitatamente alle lesioni conseguenti al reato e dunque alla circolazione del mezzo guidato dal ladro.
La prova d’acquisto del veicolo
Secondo una sentenza del tribunale di Bologna del 5 agosto 2014 la compagnia assicurativa non è tenuta a risarcire il danno all’assicurato che non può fornire una prova d’acquisto del veicolo da allegare alla denuncia. Questo vale soltanto se il contratto riporta chiaramente tra le clausole della copertura “furto e incendio” il certificato di proprietà e la relativa documentazione.
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