Guerra Stati Uniti-Iran? Sale la tensione, Putin: “Sarebbe una catastrofe”

Alessandro Cipolla

20 Giugno 2019 - 16:08

Aria di guerra tra Stati Uniti e Iran dopo l’abbattimento da parte di Teheran di un drone americano e l’attacco a due petroliere in Oman: Trump aumenta la sua presenza militare, mentre Putin parla di un conflitto che sarebbe una catastrofe.

Guerra Stati Uniti-Iran? Sale la tensione, Putin: “Sarebbe una catastrofe”

Si fa sempre più incandescente la situazione in Medio Oriente. Con la questione siriana ancora tutta da definire e la guerra in Yemen che continua a mietere vittime, adesso tutte le attenzioni sono rivolte all’Iran.

Dopo la decisione degli Stati Uniti di rompere gli accordi voluti da Obama riprendendo le sanzioni verso Teheran, l’Iran ha annunciato di aver ripreso il proprio piano nucleare sfilandosi così anch’esso dall’intesa del 2015.

Una mossa questa che ha indispettito non poco Washington, ma adesso il nuovo casus belli sono gli atti di sabotaggio compiuti verso delle petroliere saudite, Riyad è una storica grande alleata degli Usa, dove sarebbe stato usato dell’esplosivo di origine iraniano.

Il recente doppio attacco a due petroliere in Oman, anche in questo caso gli Usa hanno tirato in ballo Teheran, hanno poi riacceso uno scontro alimentato anche dall’abbattimento da parte degli iraniani di un drone americano.

Mentre Donald Trump ha così deciso di inviare altri 1.000 soldati statunitensi in Medio Oriente oltre a aumentare la presenza di bombardiere nell’area, il presidente russo Vladimir Putin in televisione non ha usato come suo solito mezze parole nel definire “una catastrofe” una possibile guerra.

Aria di guerra tra Stati Uniti e Iran

Lo scenario è abbastanza preoccupante. Oltre a una Siria ancora lontana dall’essere pacificata e le crescenti tensioni tra israeliani e palestinesi, da anni c’è anche la guerra nello Yemen a infiammare il Medio Oriente.

Nel paese infatti è in atto un conflitto che vede da una parte i ribelli sciiti Houthi sostenuti dall’Iran, dall’altra invece c’è una coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita e appoggiata anche da Washington.

Dopo l’accordo di Vienna del 2015 voluto da Barack Obama, l’Iran aveva acconsentito a un piano di abbandono del nucleare in cambio del venir meno delle sanzioni imposte da tempo dagli Stati Uniti.

Donald Trump invece circa un anno fa ha rotto quel patto riproponendo le sanzioni verso Teheran. Alla luce di questo atto unilaterale, anche l’Iran ha annunciato la sua intenzione di venir meno all’accordo riprendendo il suo piano nucleare.

I rapporti tra i due paesi sono quindi tornati a essere molto critici. Ad aumentare le tensioni però ci sono stati dei sabotaggi ai danni di alcune petroliere saudite mentre si trovavano nelle acque territoriali degli Emirati Arabi Uniti.

Gli Stati Uniti hanno accusato di questa azione Teheran, che comunque si è dichiarata estranea ai fatti, in quanto negli attacchi alle petroliere sarebbe stato utilizzato dell’esplosivo iraniano.

Come se non bastasse, è notizia recente un nuovo attacco in Arabia Saudita effettuato con dei droni verso degli oleodotti. L’azione è stata rivendicata dai ribelli yemeniti Houthi, da tempo in guerra con Riyad.

Stesso copione poi anche per le due petroliere che sono state attaccate in Oman, con Washington che ha accusato l’Iran di essere il responsabile e Teheran subito a prendere le distanze dall’accaduto.

Questa escalation di attacchi che hanno visto come obiettivo il petrolio saudita, ha provocato la reazione degli Stati Uniti che ha aumentato la presenza di cacciabombardieri nell’area con anche la portaerei USS Abraham Lincoln che si sta muovendo alla volta dell’Arabia.

Smentita invece la voce lanciata dal New York Times che vedeva Donald Trump pronto a inviare 120.000 soldati in Medio Oriente, anche se è innegabile che Washington stia aumentando la sua presenza militare nell’area.

Gli Usa infatti sembrerebbero essere intenzionati a non tollerare altri attacchi verso i sauditi, con anche l’Unione Europea che sta guardando con preoccupazione alla vicenda nella speranza che si possa evitare lo scoppio di una guerra che, come effetto domino, potrebbe avere delle conseguenze devastanti.

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