La fotocamera dell’iPhone può spiarti (e scattare foto) di nascosto

Giulia Adonopoulos

31 Ottobre 2017 - 13:12

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Uno sviluppatore iOS spiega come le app possono accedere alla fotocamera dell’iPhone, registrare video e scattare foto senza lasciare traccia. Ecco i consigli per proteggersi.

La fotocamera dell’iPhone può spiarti (e scattare foto) di nascosto

Lo sapevi che la fotocamera del tuo iPhone può spiarti in qualsiasi momento?

L’allarme è stato lanciato da Felix Krause, sviluppatore iOS che lavora per Google che di recente ha dato notizia di un’altra preoccupante falla nel sistema iOS: l’Apple ID può essere rubato da finte finestre pop-up in modo assolutamente banale.

In un post sul suo blog Krause scrive che, nel momento in cui usiamo le applicazioni iOS che accedono alla fotocamera, possiamo essere ripresi e spiati. A dimostrazione di ciò ha sviluppato un’app chiamata Watch User in grado di accedere alla fotocamera posteriore e anteriore, registrare video quando è in primo piano, scattare foto senza che ce ne accorgiamo, caricare immagini e video sul web e analizzare le caratteristiche del viso in tempo reale grazie al nuovo Vision framework di iOS 11. E tutto questo avviene nell’ombra, senza che noi veniamo informati da notifiche, luci o avvisi di qualsiasi tipo.

Come proteggersi?

Il metodo più intuitivo per proteggersi è non autorizzare le app ad accedere alla fotocamera, ma in molti casi ciò potrebbe essere impossibile visto che è un requisito essenziale per usare al 100% app come WhatsApp, Telegram, Messenger... In ogni caso è bene controllare quali applicazioni hanno libero accesso alla fotocamera e al rullino foto andando su Impostazioni > Privacy. Se nella lista trovi app di dubbia affidabilità rimuovila.

Un altro utile suggerimento per proteggersi dalla fotocamera spia è di coprire la fotocamera con adesivi e pecette, per esempio, seguendo l’esempio di Mark Zuckerberg (e se lo fa lui possiamo fidarci).
Krause consiglia anche di utilizzare sempre la fotocamera dell’iPhone anziché quella delle app, e di fare copia/incolla dello screenshot piuttosto che selezionare le foto dall’app. Per risolvere il problema alla radice avanza due proposte: di introdurre un modo per concedere un accesso temporaneo alla fotocamera, e di mostrare chiaramente lo stato della fotocamera attivo nella barra di stato o con un segnale luminoso.

Facebook e Google ci ascoltano?

Ma quello della fotocamera che può spiarci senza che ce ne accorgiamo non è l’unico problema che riguarda la violazione della privacy da parte dei dispositivi mobile. Un’altra materia di discussione è il microfono, a cui Google e Facebook - secondo alcuni utenti - accedono arbitrariamente per ascoltare le nostre conversazioni e in base a quelle veicolare le pubblicità.

I due colossi hanno più volte respinto le accuse e negato categoricamente che le loro app possano trarre vantaggio dal microfono dello smartphone per ottenere informazioni. La Google developer policy, tra l’altro, a cui tutti gli sviluppatori di app devono attenersi, specifica che le app non violano la privacy in questo senso.

Il vicepresidente per la pubblicità di Facebook Rob Goldman ha pubblicato un tweet: “Non usiamo e non abbiamo mai usato i vostri microfoni per la pubblicità. Le accuse non sono fondate”. La stessa cosa vale, ovviamente, per Instagram, di proprietà di Facebook.

Possiamo fidarci o i nostri dispositivi ci spiano per davvero? Le pubblicità apparse magicamente sui nostri social dopo aver parlato di quell’argomento con i nostri amici è una casualità? Forse è meglio pensarla così.

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