Imprinting immunitario Covid: cos’è e come incide su reinfezioni e vaccini

Giorgia Bonamoneta

8 Luglio 2022 - 18:05

L’imprinting immunitario incide sulle infezioni? Secondo gli esperti i vaccini sono ancora essenziali e il fenomeno dell’imprinting immunitario può essere un fattore di indebolimento. Cosa sappiamo.

Imprinting immunitario Covid: cos’è e come incide su reinfezioni e vaccini

Alla serie di variabili che sconvolgono i piani degli Stati e le previsioni degli esperti si aggiunge anche l’imprinting immunitario. Il fenomeno si conosce da almeno un anno riferito al Covid, ma è studiato come conseguenza di diverse infezioni da virus influenzali o virus come l’HIV.

Con imprinting immunitario, traducibile anche come “peccato antigienico originale”, ci si riferisce alla preferenza del sistema immunitario di richiamare le cellule della memoria esistenti, piuttosto che stimolare risposte nuove, quando incontra un antigene nuovo ma strettamente correlato. Questo vuol dire che una persona già contagiata in precedenza, in caso di reinfezione, modellerà la risposta immunitaria alla nuova infezione come già accaduto con quella precedente. In pratica il sistema immunitario pensa di proteggersi dallo stesso virus, non da una sua variante, e reagisce di conseguenza.

L’imprinting immunitario può essere un fattore positivo o negativo, che varia in base a seconda dei soggetti. Infatti la risposta del sistema immunitario è totalmente personale, così come è personale l’indebolimento della risposta o il suo rafforzamento a una seconda l’infezione. Vuol dire che alcune persone infettate dal virus, cioè da una variante differente da quella originale di due anni fa, possono manifestazione una versione più lieve e rispondere con maggior forza al virus, oppure rispondere in maniera più debole e contrarre una forma più grave della malattia.

Cos’è l’imprinting immunitario?

Con imprinting immunitario si intende una particolare forma di apprendimento del sistema immunitario rispetto a qualcosa chi crede di riconoscere. L’imprinting immunitario viene anche chiamato “peccato originale antigienico” e fa riferimento alla risposta immunitaria successiva alla prima infezione. Al contrario di quanto il nome faccia intendere - peccato originale richiama a un aspetto negativo - la risposta immunitaria potrebbe essere positiva, ovvero rispondere precocemente al virus ed evitare l’insorgere di sintomi medio-gravi e gravi.

Non a caso, in questo periodo dell’anno, con la nuova fiammata di casi positivi, sono in molti a non avere sintomi. Infatti uno dei motivi per cui il virus circola molto, per quanto non è riscontrabile attraverso i tamponi, è perché moltissimi italiani hanno già avuto una sentenza positiva da un tampone in passato e oggi non risultano sintomatici anche se positivi.

Su Nature si legge che per imprinting immunitario si intende quando una persona vaccinata o infettata risponde a una nuova infezione, a una variante o sottovariante di un virus simile, nello stesso modo nel quale il sistema immunitario aveva risposto con la prima infezione o vaccinazione. Si tratta di uno stampo o di un modello con il quale il corpo riconoscendo qualcosa di simile e reagisce come la prima volta. Il fenomeno è unico delle infezioni di coronavirus ed è stato notato con diversi virus, per esempio con quello dell’influenza o dell’HIV.

In ogni caso l’imprinting immunitario può essere vantaggioso o svantaggioso, cioè può rafforzare o indebolire la risposta del corpo alle future varianti dello stesso patogeno.

L’imprinting immunitario incide sulle reinfezioni e su i vaccini? Cosa dicono gli esperti

Secondo gli esperti non ci sono dubbi: la risposta immunitaria la vaccinazione è efficace nel prevenire malattie gravi e morte, anche di fronte a nuove varianti. Ma è proprio la vaccinazione, quindi un primo incontro con il virus, a decretare l’imprinting immunitario. A oggi sono miliardi le persone già vaccinate contro il virus SARS-CoV-2 e ognuna di queste persone è unica e ha reagito in maniera diversa. Infatti i ricercatori sottolineano con forza di dover tener conto delle differenze di ognuno.

Proprio per questo diventa essenziale capire come agire con la nuova campagna vaccinale, di come tener conto delle nuove varianti e sottovarianti, come BA.2.75 e come affrontare l’arrivo della stagione più fredda.

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