Isee 2023, cosa rischio se non dichiaro tutto?

Ilena D’Errico

6 Gennaio 2023 - 21:46

È arrivato il momento di procedere alla nuova dichiarazione dei redditi per l’Isee 2023. Ecco perché bisogna dichiarare tutto e cosa si rischia.

Isee 2023, cosa rischio se non dichiaro tutto?

Con la fine dell’anno tutte le Dichiarazioni sostitutive uniche sono scadute automaticamente, perciò è necessario provvedere alla dichiarazione Isee 2023. È indispensabile dichiarare tutto, perché anche una minima dimenticanza può avere gravi rischi. La legge è legge, quindi anche se l’omissione è dovuta a un errore in buona fede viene considerata comunque una dichiarazione falsa.

Per evitare le sanzioni è comunque possibile provvedere per tempo a rinnovare la dichiarazione. Dopo la trasmissione della dichiarazione Isee, infatti, l’Inps la rimanda indietro inserendo nelle annotazioni tutte le difformità eventuali, in base al confronto con i dati dell’Agenzia delle entrate. Le note, poi, contengono anche l’elenco preciso di tutti i rapporti finanziari non dichiarati presente nell’Anagrafe tributaria. Questo consente di modificare la propria dichiarazione, ed evitare così le sanzioni. Quando i dati trasmessi dall’Inps, invece, non risultano corretti sarà comunque necessario provvedere a certificarne il motivo, ad esempio dimostrando che il conto corrente omesso era stato chiuso.

Dichiarazione falsa Isee 2023: le sanzioni

La Dichiarazione sostitutiva unica serve per ottenere l’indicatore Isee e deve necessariamente contenere tutti i rapporti finanziari del nucleo familiare. In particolare, ogni persona si assume la completa responsabilità (anche penale) per quanto riguarda le autodichiarazioni, ossia:

  • Redditi.
  • Patrimonio mobiliare.
  • Patrimonio immobiliare.
  • Dati anagrafici.

La parte restante della Dichiarazione che include anche le prestazioni assistenziali, invece, non compete al nucleo familiare, bensì comunicata direttamente dall’Inps o dall’Agenzia delle entrate, a seconda della competenza. Questo significa che in caso di omissioni o discrepanze relative alle autodichiarazioni, la persona che si è assunta la responsabilità firmando la dichiarazione rischia pesanti sanzioni.

Nel dettaglio, questo tipo di sanzione viene calcolata in base all’agevolazione ottenuta tramite la falsa dichiarazione, moltiplicata per 3. Dunque, dichiarando il falso per ottenere un Isee 2023 più basso del dovuto si rischia una sanzione pari a 3 volte il beneficio ottenuto (che comprende anche eventuali riduzioni sulle tasse), anche se in ogni caso la multa va da un minimo di 5164 euro a 25.882 euro.

Isee 2023 falso: quando può essere un reato

Oltre alle sanzioni pecuniarie e amministrative, come la decadenza di un beneficio ottenuto ingiustamente con il falso Isee, bisogna ricordare che dichiarare volontariamente il falso a un pubblico ufficiale è un vero e proprio reato. In particolare, l’articolo 483 del Codice penale punisce con la reclusione fino a 2 anni qualsiasi dichiarazione falsa resa a un pubblico ufficiale. Questa disciplina, tuttavia, è spesso sostiuita, con riguardo alle false dichiarazioni Isee, con la normativa dell’articolo 495 del Codice penale.

Quest’ultimo, infatti, punisce con la reclusione fino a 6 anni le false dichiarazioni rese a un pubblico ufficiale che riguardano:

  • Identità.
  • Stato.
  • Qualità.

La disciplina, peraltro, non varia se le dichiarazioni riguardano se stessi o terze persone. Dunque per questo motivo, oltre allo specifico contenuto della Dsu, il rischio per ciò che concerne false dichiarazioni Isee è molto alto. In ogni caso, anche se le omissioni non riguardano in modo specifico gli argomenti contenuti nell’articolo 495, la falsa dichiarazione attiene alla fattispecie dell’articolo 483, e resta un reato.

Di conseguenza è decisamente preferibile compilare l’autodichiarazione con molto scrupolo, provvedendo se necessario a presentare rapidamente l’Isee sostitutivo. La maggior parte delle problematiche, infatti, viene rilevata in tempi molto previ direttamente dall’Inps, proprio per consentire a chi ha agito in buona fede di rimediare. Nonostante ciò, può accadere che alcuni errori non vengano subito alla luce, ma anche in questo caso bisogna prestare attenzione ai controlli.

L’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza, infatti, effettuano dei controlli sull’Isee a campione in modo periodico, avviando se opportuno delle indagini per verificare la volontarietà del comportamento, che per l’appunto costituisce un reato. A prescindere da questo, tuttavia, la sanzione pecuniaria non può essere evitata.

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