Italia: l’energia in calo fa scendere i prezzi alla produzione. Ma resta un’allerta

Violetta Silvestri

30/05/2023

I prezzi alla produzione in Italia sono in evidente calo, ma con alcune indicazioni di un’allerta non ancora finita. I dati Istat di aprile 2023.

Italia: l’energia in calo fa scendere i prezzi alla produzione. Ma resta un’allerta

Buone notizie dai prezzi alla produzione di aprile 2023: -4,8% su base mensile e un calo dell’1,5% a livello annuale.

Come mostrato dalle rilevazioni Istat, “alla dinamica deflattiva contribuiscono i forti ribassi sul mercato interno dei prezzi di fornitura di energia elettrica e gas”. Il crollo dei prezzi energetici, con il gas che viaggia sui 24 euro per megawattora sul benchmark olandese di rferimento per l’Europa, ha dato la spinta necessaria affinché i prezzi per l’industria italiana mostrassero un marcato calo.

Tuttavia, la lettura attenta dei dati sui prezzi alla produzione di aprile ha mostrato che alcuni settori manifatturieri hanno registrato ancora incrementi annuali.

Prezzi produzione in calo: tutti i dati di aprile 2023

Secondo la nota Istat:

“Ad aprile, i prezzi alla produzione dell’industria segnano il quarto decremento congiunturale consecutivo, per altro marcato, e per la prima volta, dopo oltre due anni di crescita, flettono su base annua. Alla dinamica deflattiva contribuiscono i forti ribassi sul mercato interno dei prezzi di fornitura di energia elettrica e gas”

Nello specifico, sul mercato interno i prezzi sono scesi del 6,5% su base mensile e del 3,5% a livello annuale (da +3,0% del mese precedente). Tuttavia, la misura al netto del comparto energetico, ha mostrato prezzi invariati in termini congiunturali e in aumento tendenziale a+4,4%. Seppure in rallentamento dal precedente +6,2%, la crescita dei prezzi alla produzione senza il settore energia, continua.

Istat ha segnalato che “ad aprile 2023 si rilevano incrementi su base annua per quasi tutti i settori manifatturieri”, con: industrie alimentari, bevande e tabacco (+9,2% mercato interno, +8,7% area euro, +9,4% area non euro), articoli in gomma e materie plastiche (+9,6% mercato interno, +7,5% area euro, +4,3% area non euro), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+8,7% mercato interno) e computer e prodotti di elettronica e ottica (+13,0% area non euro).

Il commento definitivo ha spiegato che:

“Nel comparto manifatturiero, si confermano in flessione su base annua i prezzi per coke e prodotti petroliferi raffinati e metallurgia e prodotti in metallo e, con pochissime eccezioni, si registrano rallentamenti nella crescita tendenziale dei prezzi per tutti gli altri settori, su tutti e tre i mercati di riferimento.”

L’allerta rimane sul settore alimentare e dell’abbigliamento, per esempio, dove ancora i prezzi alla produzione sono in aumento su base annuale e sui quali il calo del gas e dell’elettricità deve ancora farsi sentire.

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