Ladro si fa male in casa, cosa rischia il proprietario?

Ilena D’Errico

24 Febbraio 2024 - 23:28

Cosa rischia il proprietario se il ladro si fa male in casa? Ecco cosa prevede la legge in proposito e quali sono le responsabilità del caso.

Ladro si fa male in casa, cosa rischia il proprietario?

Quando si parla di furti negli appartamenti o in genere nelle proprietà private, come attività commerciali ad esempio, i dibattiti sulla legittima difesa sono dietro l’angolo. Soprattutto per via di alcuni casi di cronaca che hanno fatto scalpore, a causa delle condanne a carico dei proprietari di casa per le lesioni e i danni subiti dai ladri.

Effettivamente, potrebbe sembrare incomprensibile questo genere di sentenze. Di fatto è il ladro che viola la proprietà intrufolandosi nell’abitazione altrui per commettere un reato. Un esempio che spesso si cita in questi casi è quello del bambino che entra nel cortile altrui per recuperare un pallone o dell’animale domestico scappato. Anche in queste ipotesi i soggetti non sono autorizzati ad accedere nell’area privata, ma raramente nel pensiero comune si pensa che il proprietario sia esente da responsabilità in caso di danni.

Oltretutto, è importante distinguere a seconda delle cause che hanno procurato danni o lesioni agli intrusi. Ci sono circostanze imprevedibili ma anche vere e proprie trappole poste appositamente per scongiurare i furti. Sono in molti a utilizzare stratagemmi simili per scoraggiare i ladri, ma questo non significa che siano legali. La proprietà di un bene, come la casa o il negozio, concede ampia discrezionalità al titolare ma non è illimitata come si pensa. Bisogna comunque tenere conto della collettività. Ecco cosa prevede la legge e cosa rischia il proprietario di casa se il ladro subisce lesioni.

Ladro si fa male in casa, cosa rischia il proprietario?

Il caso specifico del ladro risulta spesso ostico da comprendere perché rispetto alle altre possibili eventualità (come le citate ipotesi dei bambini o degli animali) il soggetto non solo non è autorizzato a entrare ma sta compiendo un reato. In realtà, bisogna mantenere separati questi aspetti. Il ladro deve rispondere penalmente del reato commesso, quindi furto o tentato furto, insieme a eventuali ulteriori reati.

Le lesioni subite dal ladro durante il reato devono invece essere considerate autonomamente, senza considerare le intenzioni del soggetto a meno che rientrino nella scriminante di legittima difesa. Se il ladro si fa male perché il proprietario di casa si difende, in modo proporzionale e indispensabile, allora è necessario tenere conto del reato commesso (o tentato) dal soggetto, altrimenti è irrilevante.

Ecco perché il proprietario potrebbe essere chiamato a corrispondere un risarcimento danni o perfino essere denunciato se il ladro si ferisce, in quanto ciò non ha nulla a che vedere con il reato commesso dal soggetto leso.

Ladro entra in casa e si fa male, devo risarcirlo?

L’articolo 2051 del Codice civile stabilisce che ognuno è responsabile dei danni causati a terzi dalle cose che ha in custodia o proprietà. La norma fa però riferimento ai danni prevedibili, tenendo conto dello stato degli oggetti e dell’uso comune che ne viene fatto. Il balcone diroccato può ovviamente danneggiare i passanti se cadono dei calcinacci, mentre non è prevedibile che un ospite possa scivolare e sbattere contro un mobile, per fare qualche esempio.

Naturalmente il Codice civile non pone la questione in questi esatti termini, bensì esonera il proprietario o custode dalla responsabilità quando ricorre il caso fortuito, ovvero un evento del tutto imprevedibile. Il caso fortuito può ricorrere per svariate ragioni, indipendenti dalle parti oppure determinate dalle azioni del soggetto danneggiato.

L’intrufolarsi del ladro in casa non è certo prevedibile, tanto meno sono prevedibili le modalità di ingresso nell’abitazione. Di conseguenza, il proprietario non deve pagare alcun risarcimento se i ladri si fanno male per casualità. Per esempio, entrando al buio potrebbero sbattere contro spigoli acuminati o arrampicandosi su balconi e grondaie malandati cadere e ferirsi e così via. Ecco, in questi casi il proprietario di casa non è da ritenersi responsabile perché si tratta di caso fortuito: il proprietario non ha avuto alcuna volontà malevola.

Attenzione, per caso fortuito ci si riferisce proprio alla condotta del ladro - che si intrufola in modo del tutto imprevedibile - e non necessariamente alla causa delle lesioni. Il proprietario può anche avere colpa nel non aver messo in sicurezza oggetti pericolosi, ma fintanto che non poteva prevedere l’ingresso altrui non è certo punibile per negligenza. Di conseguenza, l’esempio di animali o bambini che accedono a un cortile può avere invece risvolti differenti, in particolar modo se l’area - pur privata - è facilmente accessibile.

Quando il proprietario commette un reato

Nel caso in cui il proprietario abbia appositamente - e quindi con dolo - posto trappole o altre misure per ferire gli eventuali ladri, non si può più pensare al caso fortuito. Se c’è intenzione di ferire la responsabilità è quasi indiscussa, tanto più se l’incursione del ladro è prevedibile. Si precisa ciò perché spesso questi stratagemmi sono impiegati proprio per difendersi dai furti ripetuti, che certo generano stress e paure non indifferenti.

Nonostante ciò, non è ammissibile farsi giustizia da soli, ma bisogna ricorrere ai sistemi previsti dalla legge. Denunce, videosorveglianza, sistemi di sicurezza e così via. La proprietà privata non giustifica infatti una lesione dell’incolumità, a meno che si attenga alla sfera della legittima difesa. Quest’ultima, però, deve essere proporzionata all’offesa, indispensabile e anche contestuale. Non è possibile difendersi preventivamente, altrimenti si commette un reato.

In sintesi, se il ladro che entra in casa si fa male a causa di oggetti appositamente predisposti dal proprietario, quest’ultimo è tenuto a risarcire i danni e commette anche un reato, dalle lesioni fino all’omicidio a seconda delle circostanze. È comunque il giudice a valutare le responsabilità in base al caso concreto, tenendo conto della prevedibilità della lesione (per esempio a seconda dell’area in cui il ladro si ferisce).

Conta anche l’intenzione del soggetto: ferire i ladri o creare un deterrente? Quest’ultimo è efficace anche se segnalato debitamente, come con il classico cartello «attenti al cane» o l’avviso di impianto antifurto nebbiogeno.

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