Lockdown in Europa: quali Paesi hanno chiuso tutto di nuovo

Laura Pellegrini

18 Febbraio 2021 - 15:09

L’Europa sta ricorrendo a blocchi più lunghi e più severi per contrastare le varianti del coronavirus. Ecco quali Paesi sono in lockdown.

Lockdown in Europa: quali Paesi hanno chiuso tutto di nuovo

L’Europa nella morsa delle nuove varianti più contagiose del virus sta adottando misure restrittive più severe per contenere l’epidemia ed evitare una terza ondata.

Alcuni Paesi hanno prorogato le limitazioni e rinnovato coprifuoco, divieti di viaggio e blocchi: in poche parole sono tornati in lockdown. Anche in Italia, dove il governo sta per mettersi al lavoro sul nuovo pacchetto di misure post-Dpcm che scade il 5 marzo, si è aperta l’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale su esempio di altri Stati, come la Germania che ha introdotto il terzo blocco totale da inizio pandemia.

Ecco dove c’è il lockdown in Europa, fino a quando è in vigore e quali regole sono state imposte dai singoli Stati.

Nuovi lockdown in Europa: ecco dove

Mentre in Italia i virologi si dividono di fronte alla necessità di chiudere di nuovo tutto per contrastare l’avanzata delle nuove varianti, diversi Stati europei hanno esteso le restrizioni per combattere la diffusione delle variati del coronavirus e per supportare le strutture sanitarie ormai stremate.

Germania, lockdown fino al 7 marzo

La Germania è uno dei primi Stati che ha confermato l’estensione della chiusura totale fino al 7 marzo, in seguito alla sua introduzione ancora prima del periodo natalizio. Ma il lockdown tedesco prevede misure diverse da quello che era stato introdotto in Italia nel marzo 2020.

Infatti, in Germania, nonostante il lockdown, i cittadini possono uscire di casa e non sono tenuti al rispetto dell’orario di coprifuoco (non essendo previsto dalla normativa tedesca). Tutte le attività commerciali non essenziali devono rimanere chiuse, vige l’obbligo di indossare la mascherina sui trasporti pubblici ed è necessario limitare gli incontri con persone esterne al proprio nucleo familiare a una persona alla volta. Le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse e viene incentivato il lavoro in smart working, ove possibile.

Anche sul lato degli spostamenti sono state imposte regole precise: sono attualmente in vigore restrizioni in entrata e in uscita dal Tirolo austriaco e la Repubblica Ceca. I confini sono presidiati dai controlli e ci si può spostare solo per motivi di salute, lavoro o necessità.

I camionisti che oltrepassano i confini, infine, devono presentare un test negativo al Covid effettuato al massimo 48 ore prima.

Gran Bretagna, zone a maggiore o minore rischio

Anche nel Regno Unito, di fatto, è stato introdotto una sorta di lockdown nonostante il territorio sia stato diviso in base all’andamento epidemiologico locale. Dall’inizio di gennaio, gran parte dell’Inghilterra si trova nella fascia di rischio epidemiologico più alta e ciò significa che i cittadini devono rispettare delle regole molto rigide.

Per esempio, si raccomanda di non uscire di casa se non per effettuare acquisti essenziali, incentivare lo smart working ove possibile, limitare i contatti sociali al nucleo familiare convivente. Per incontrare amici o parenti, che non rientrano nel nucleo familiare convivente, è consigliato trovarsi all’aperto, una persona alla volta. Le scuole sono chiuse.

Tuttavia, il premier britannico Boris Johnson ha annunciato che dal mese di marzo le misure restrittive potrebbero essere gradualmente allentate, in seguito al gran numero di vaccinazioni effettuate sino a quel momento.

Le restrizioni negli altri Paesi

A differenza di Germania e Gran Bretagna, l’Italia, la Francia e la Spagna non hanno introdotto veri e propri lockdown nazionali, ma bensì misure restrittive più mirate di contenimento dell’epidemia.

Mentre in Italia si prosegue con la suddivisione delle Regioni in 3 fasce di rischio e l’instaurazione di mini zone rosse locali, in Francia è in vigore il coprifuoco dalle ore 18 alle ore 6, i bar e i ristoranti sono chiusi così come cinema, teatri, musei e impianti sciistici. Ai cittadini francesi è consigliato uscire di casa soltanto per motivi di necessità e urgenza improrogabili.

La Spagna, invece, ha introdotto un coprifuoco differente da Regione a Regione, ma che inizia verso le 22 o 23 e termina per le ore 6. Anche le restrizioni variano tra i diversi territori: ad esempio, i ristoranti sono chiusi quasi in tutta la penisola ad eccezione di Madrid, nonostante l’elevato numero di contagi registrato nella capitale.

Infine, è interessante analizzare la scelta del Governo dei Paesi Bassi, che aveva introdotto un coprifuoco dalle ore 21 alle ore 4:30 del mattino che è stato revocato dal Tribunale dell’Aia in quanto illegale. Tuttavia, in seguito al ricorso del Governo e in attesa dell’udienza di appello (fissata per venerdì 19 febbraio), il coprifuoco resterà in vigore. I negozi di beni non essenziali sono chiusi, così come sono chiusi bar, ristoranti e scuole superiori.

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