Lotta ai contanti, condono “vincolato” e tassa sui prelievi al bancomat: il Piano Colao

Anna Maria D’Andrea

15/02/2021

Lotta ai contanti, con la messa al bando delle banconote da 200 e 500 euro, un condono sui redditi non dichiarati, con vincolo all’investimento di parte del capitale in attività utili alla ripresa, accanto ad una tassa sui prelievi al bancomat, applicata direttamente dalla banca. Questo proponeva Vittorio Colao al Premier Conte; cosa farà ora il neo Ministro del Governo Draghi?

Lotta ai contanti, condono “vincolato” e tassa sui prelievi al bancomat: il Piano Colao

Lotta ai contanti, condono “vincolato” ed una tassa (a titolo di ritenuta) sui prelievi al bancomat di importo superiore ad una certa “soglia fisiologica”.

A proporlo era il capo della task force per la Fase 2, Vittorio Colao, nominato il 13 febbraio 2021 Ministro per l’Innovazione Tecnologica e Digitale nel Governo Draghi.

Il Piano Colao per la ripartenza dell’Italia, messo a punto dal Comitato di esperti istituito con il DPCM Conte del 10 aprile 2020, torna ora alla ribalta e svela quelle che potrebbero essere alcune delle linee direttrici del Governo Draghi.

La lotta all’evasione è una delle priorità del nuovo Governo, ritenuta fondamentale per attuare una vera riforma fiscale. Evasione ed elevato uso di contanti vanno di pari passo, secondo gli esperti, ed è per questo che il neo Ministro Vittorio Colao proponeva di “metterli al bando”.

Lotta al contante, condono “vincolato” e tassa sui prelievi al bancomat: il piano del Ministro Colao

In Italia, l’85% delle operazioni avviene ancora in contante, e ci posizioniamo al 23° posto in Europa per transazioni con carte e bancomat.

Il dato, messo in evidenza nella scheda 7 del Piano Colao, accompagna una serie di misure da attuare subito, per favore il passaggio a transazioni digitalizzate e per ridurre la circolazione di denaro contante anche al fine di contrastare l’evasione fiscale.

Il Piano proposto dalla task force di esperti all’allora Governo Conte partiva però dall’introduzione di una voluntary disclosure sul contante e su altri valori derivanti da redditi non dichiarati (anche provenienti da lavoro nero), con un’imposta del 10% o 15%.

Un condono però vincolato: per un periodo di tempo (ad esempio 5 anni) il Piano Colao proponeva di obbligare all’utilizzo della somma sanata in attività funzionali alla ripresa (ad esempio, investimento nel capitale dell’impresa del soggetto che fa la Voluntary Disclosure, o investimento in social bond nominativi o altri strumenti analoghi).

Alla sanatoria si affianca poi la vera lotta al contante. Il Piano dell’allora esperto e ora Ministro Vittorio Colao chiedeva di promuovere iniziative per mettere “rapidamente fuori corso le banconote in Euro di maggior taglio (500 e 200)”, evidenziando ad esempio che il numero di banconote da 500 euro versate nelle banche italiane è di gran lunga superiore a quanto le stesse hanno distribuito in pezzi di pari taglio.

Tassa sui prelievi di contanti per stimolare l’uso di carte e bancomat: la strategia per l’innovazione del Ministro Colao

Il Piano Colao chiedeva poi di introdurre misure per incentivare l’uso di pagamenti elettronici, alla stregua della lotteria degli scontrini, e di introdurre le inesistenti sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di POS o con POS non funzionante.

Per disincentivare l’uso di denaro contante, la commissione di esperti proponeva inoltre di prevedere misure quali, ad esempio l’applicazione di una ritenuta (5%) a titolo d’acconto sull’IRPEF sui prelievi che eccedono un limite fisiologico. Una tassa sui contanti, insomma.

Se il Ministro Colao proseguirà sulla strada allora indicata al Premier Conte è difficile a dirsi, soprattutto considerando le diverse anime che formano il nuovo Esecutivo e le opinioni contrastanti su condoni e limiti all’uso di contanti.

La lotta all’evasione fiscale resta però un obiettivo prioritario. Resta ancora da definire la via da intraprendere.

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