Mercati, perché la settimana è iniziata in rosso?

Violetta Silvestri

08/01/2024

La settimana dei mercati è cominciata con perdite in Asia, che preannunciano una giornata incerta per gli scambi azionari. Le difficoltà economiche cinesi e le probabili mosse Fed animano le Borse.

Mercati, perché la settimana è iniziata in rosso?

Il sentiment dei mercati è negativo in questo lunedì di gennaio. In Asia, i principali indici stanno archiviando la seduta in rosso, con l’Hang Seng di Hong Kong a guidare le perdite.

Il clima pessimista è alimentato da diversi fattori. Le azioni asiatiche sono scivolate sotto la parità con i titoli cinesi che hanno prolungato il loro recente arretramento. Gli investitori, intanto, si preparano ai dati sull’inflazione statunitense e a una stagione di trimestrali societarie che movimenteranno la settimana.

A fare da sfondo ci sono ancora le tensioni geopolitiche, con le interruzioni nel Mar Rosso che hanno aumentato i costi di spedizione in Europa, mentre il conflitto israeliano con Hamas minaccia di estendersi al Libano e in Iran.

Le preoccupazioni per una regolamentazione più severa sull’industria del gioco e i timori che gli sforzi del governo cinese per sostenere l’economia siano insufficienti hanno spinto al ribasso la Cina, sulla quale rimangono puntanti i riflettori degli analisti.

Mercati in rosso in Asia, Cina sotto pressione. Cosa succede?

Gli indici cinesi Shanghai e Shenzhen hanno chiuso la seduta con perdite rispettivamente di 1,42% e di 1,50%. Le blue chip cinesi (.CSI300) hanno perso l’1,1% toccando i minimi di cinque anni, dopo aver perso quasi il 3% la scorsa settimana.

Il sentiment degli investitori rimane piuttosto negativo sul dragone, nonostante il rally delle azioni globali durante gli ultimi due mesi del 2023, hanno scritto in una nota al cliente gli analisti del Gruppo Nomura, tra cui Chetan Seth di Singapore.

“In Cina ci sono stati più segnali di sostegno all’economia, ma gli investitori azionari non sembrano ancora convinti”, hanno affermato.

I guai per Pechino sembra non siano finiti. Le azioni della divisione di produzione di veicoli elettrici dell’impresa immobiliare China Evergrande sono crollate del 23% dopo che l’unità ha rivelato che il suo vice presidente era stato arrestato.

Zhongzhi Enterprise Group ha presentato istanza di liquidazione per fallimento venerdì scorso, poiché il conglomerato bancario ombra cinese non è in grado di ripagare il proprio debito a causa di una crisi immobiliare sempre più profonda nel Paese. Le banche ombra in Cina operano mettendo in comune i risparmi delle famiglie e delle aziende per offrire prestiti per investire in immobili, azioni, obbligazioni e materie prime. Aziende come Zhongzhi hanno spesso finanziato molti grandi promotori immobiliari cinesi.

Oltre la Cina, focus su Fed e petrolio

Fuori dalla Cina, le incertezze riguardano l’economia Usa e le mosse della Fed. I futures scontano circa 136 punti base di tagli dei tassi il prossimo anno, rispetto al dot plot della Federal Reserve di 75 punti base.

La probabilità di un intervento già a marzo è stata in qualche modo ridotta a un livello comunque ancora elevato del 64% e probabilmente cambierà di nuovo a seconda del rapporto sui prezzi al consumo negli Stati Uniti di giovedì.

Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio ha perso circa l’1% dopo che l’Arabia Saudita ha tagliato i prezzi di vendita ufficiali per tutte le regioni, sottolineando un peggioramento delle prospettive e superando le preoccupazioni per le tensioni sul Mar Rosso e le interruzioni dell’offerta in Libia.

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