Bisogna gestire bene il passaggio al mercato libero nel 2024 per non rischiare di pagare di più. Ecco a cosa stare attenti.
Come ormai rilanciato da tutte le testate giornalistiche e dai media, nel 2024 avverrà il passaggio obbligatorio al mercato libero per le bollette domestiche di luce e gas. Per il gas lo switch avverrà a gennaio, per l’energia elettrica bisognerà attendere aprile. Ciò che viene spacciata come una svolta epocale nel nostro paese, con il risultato di una ricerca spasmodica delle migliori offerte e dei nuovi gestori, nella realtà dei fatti presenta dei numeri molto più limitati.
Prendiamo in esempio il mercato dell’energia elettrica. Già oggi i due terzi delle utenze domestiche sono già attive nel mercato libero. Per le microimprese il servizio si è già concluso ad aprile 2023, per le piccole imprese era già terminato nel 2021. Quindi possiamo dire che, se togliamo anche i nuclei familiari ritenuti vulnerabili che possono restare nel mercato tutelato anche oltre la scadenza, le utenze che dovranno effettuare il passaggio non sono poi così tante.
La principale differenza tra mercato libero e tutelato è che in quello tutelato il prezzo della materia prima è fissato dall’Autorità, precisamente ogni tre mesi sulla base della media dei prezzi di mercato del trimestre precedente e ai gestori viene inoltre riconosciuta una maggiorazione per le spese di dispacciamento, oltre una quota fissa annuale per le spese di gestione e commercializzazione. Questo meccanismo è positivo quando il prezzo all’ingrosso sale ma può essere negativo quando la quotazione invece scende. Nel mercato libero, il prezzo di vendita della luce e del gas è lasciata al venditore sulla base del mercato e della concorrenza. Ma occhio al prezzo applicato perché non è sempre conveniente come stanno facendo pensare. Ecco a cosa stare attenti.
Prezzo bollette nel mercato libero: a cosa fare attenzione
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Se stiamo per passare al mercato libero dobbiamo porre attenzione al prezzo che ci viene indicato e leggere bene le bollette. Partiamo dalla voce materia prima all’ingrosso. Per l’energia elettrica, il prezzo di riferimento all’ingrosso è il Pun, fissato in Italia dal gestore dei mercati energetici. Il Pun sta alla base del prezzo commerciale applicato dai gestori che viene maggiorato con ciò che poi è in sostanza il guadagno dell’azienda. Al cliente non resta che valutare tale maggiorazione per capire qual è il gestore più conveniente. Altro aspetto da valutare è la differenza tra tariffa variabile e fissa. La tariffa fissa bloccata per 12 o 24 mesi potrebbe nascondere delle insidie.
Se si fanno delle simulazioni mettendo a confronto il prezzo applicato in un mercato tutelato, libero a prezzo variabile e libero a prezzo fisso, ci accorgeremo che probabilmente nel mercato libero a prezzo fisso si paga di più. E la colpa è delle maggiorazioni che i gestori applicano. Bisogna fare attenzione ai prezzi fissi che in questa fase possono farci dormire sonni tranquilli ma molto spesso sconti e agevolazioni che spingono i clienti a tale soluzione, si mostrano poi alla fine dei conti soltanto un’illusione.
Il discorso è simile nel mercato del gas. Simulando una tariffa nel mercato tutelato, libero a tariffa variabile e libero a tariffa fissa, il risultato sarà che la tariffa fissa in questo momento costa di più. Colpa ancora di una maggiorazione applicata dal gestore in misura maggiore sulle tariffe fisse anziché su quelle variabili come garanzia in caso di oscillazione negativa del prezzo. Occhio quindi alla speculazione.
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