Moody’s ha già avvisato l’Italia: i motivi

Violetta Silvestri

26/09/2022

L’Italia avrà un nuovo Governo guidato da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni: Moody’s ha già dato alcune indicazioni su cosa osservare sulla capacità del Paese dinanzi a sfide enormi.

Moody’s ha già avvisato l’Italia: i motivi

Moody’s ha già avvertito l’Italia e il nuovo Governo Meloni su importanti e prossime sfide creditizie che attendono il Paese.

Aspettando l’aggiornamento del giudizio sulla nostra nazione il 30 settembre, l’agenzia di rating ha messo in guardia il nuovo Governo dei problemi cruciali che l’esecutivo non può ignorare o rischiare di peggiorare.

Mentre lo spread tenta una risalita stamane e i rendimenti obbligazionari del Btp decennale avanzano con il 4,463% alle ore 10.43, l’Italia pronta a voltare pagina con il Governo targato Giorgia Meloni è sotto osservazione. Debito e non solo in focus degli analisti e investitori.

Cosa ha detto Moody’s sulle sfide del prossimo Governo

Il giudizio sul rating italiano sarà aggiornato venerdì 30 settembre, proprio a una settimana dalle elezioni e quando, forse, sarà più chiara la direzione che il Governo di centrodestra guidato da Meloni vorrà prendere.

In gioco c’è molto per il nostro Paese e il momento è cruciale. Moody’s attualmente ha una valutazione Baa3 negativo sull’Italia, un gradino appena sopra al cosiddetto, nel gergo, non investment grade o categoria «speculativa», ovvero al livello junk, spazzatura.

Un declassamento sulla salute finanziaria italiana e, quindi, sulla sostenibilità del debito sarebbe pesante per la nostra nazione e per il nuovo esecutivo, facendo vacillare la fiducia nel sistema-Italia, proprio adesso che la Bce sta alzando i tassi di interesse e monitorando la tenuta dei Paesi ad alto debito, come il nostro.

In attesa del giudizio, Moody’s si è così pronunciata: “Il prossimo Governo italiano dovrà affrontare una serie di sfide creditizie significative, in primo luogo implementare il Pnrr, gestire le questioni legate all’approvvigionamento di energia e ai prezzi di questa, nonché gestire il peso del debito che è vulnerabile alla crescita negativa, ai costi di finanziamento e agli sviluppi dell’inflazione.”

Con le dimissioni del Governo Draghi, ad agosto l’agenzia aveva lasciato invariato il rating, ma abbassato l’outlook da stabile a negativo. La formazione di un nuovo esecutivo mette l’Italia ancora di più sotto i riflettori mondiali.

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