Nuovo stato di emergenza in Italia: perché potrebbe essere proclamato presto

Alessandro Nuzzo

22/06/2022

Entro il prossimo mese di luglio in Italia potrebbe essere proclamato un nuovo stato di emergenza. Ma questo volta il Covid non c’entra.

Nuovo stato di emergenza in Italia: perché potrebbe essere proclamato presto

Entro luglio il Governo potrebbe proclamare un nuovo stato di emergenza in Italia, dopo la fine del precedente fissato al 31 marzo scorso. Ma questa volta il motivo non è sanitario legato alla pandemia da Covid-19, bensì all’emergenza siccità che in alcune Regioni sta diventando davvero preoccupante.

A richiederlo sono diversi governatori regionali, soprattutto di quelle del bacino del Po dove i danni ad agricoltura e allevamenti a causa della mancanza di piogge stanno iniziando a diventare importanti. Si stima che ammontano già a 1 miliardo di euro. Vediamo cosa fare per proclamarlo e cosa cambierebbe con il nuovo stato di emergenza.

Nuovo stato di emergenza in Italia a causa della siccità: come funziona

Al momento il Governo cercherà di arginare il problema siccità con un nuovo decreto che dovrebbe vedere la luce entro la fine del mese di giugno contenente diverse disposizioni volte a ridurre gli sprechi. Si ipotizza un razionamento dell’acqua che in alcune zone potrebbe portare allo stop dell’erogazione nelle ore notturne e al divieto di riempire piscine.

Dovesse perdurare la siccità ecco che l’esecutivo potrebbe decidere di introdurre lo stato di emergenza. Ma questa volta, a differenza del precedente che è stato applicato su tutto il territorio nazionale per motivi sanitari, potrebbe essere applicato soltanto a specifiche Regioni, soprattutto quelle del Nord maggiormente interessate dalla siccità.

Ma come si arriva alla proclamazione dello Stato di emergenza? Per le emergenze di rilievo nazionale non è previsto alcun passaggio in Parlamento, ma il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio e sentito anche il parere della Regione o della provincia autonoma interessata, può deliberare lo stato di emergenza.

Il potere decisionale spetta quindi solo al Governo che dovrà anche individuare la causa per giustificarne l’entrata in vigore. Questa può essere ad esempio per pericoli ambientali, rischi sismici o sanitari.

Il presidente del Consiglio anche su proposta del Capo del Dipartimento della Protezione Civile può decretare la mobilitazione generale del Servizio Nazionale. Con l’approvazione dello stato di emergenza, la Protezione Civile avrebbe maggiori poteri di intervento nelle Regioni o province autonome interessate. Tra questi, ad esempio, la possibilità di gestire il razionamento dell’acqua potabile o anche di utilizzare risorse ad hoc per erogare ristori ad aziende penalizzate pesantemente dalla siccità.

Problema siccità, danni per miliardi di euro

In Italia, secondo Coldiretti, i danni potenziali all’economia a causa delle condizioni meteo proibitive ammontano a circa 3 miliardi di euro. Coltivazioni come riso, girasole, mais, soia e grano sono colpiti duramente e il raccolto rischia pesanti conseguenze.

A causa dell’aumento della temperatura media degli ultimi anni, si stima che il 28% del territorio nazionale è a rischio desertificazione, soprattutto alcune aree del Sud ma anche del Nord, come la zona della Pianura Padana dove è concentrato il 30% del raccolto nazionale.

È urgente trovare delle soluzioni per risolvere il problema una volta per tutte. L’aumento della temperatura media proviene da lontano. Già lo scorso anno si sono registrate temperature di circa 1 grado superiore alla media. Quest’anno nei primi 6 mesi dell’anno ha piovuto pochissimo e ora se ne stanno pagando le conseguenze, insieme a questa ondata di caldo record con temperature al di sopra della media stagionale.

La situazione non va meglio nemmeno nel resto d’Europa, dove la Spagna ha stanziato 400 milioni di euro per aiutare le aziende agricole in difficoltà. Il Portogallo, dallo scorso mese di febbraio, sta razionando l’uso di alcuni bacini per l’energia idroelettrica e l’irrigazione.

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