Omicron 5, quanto dura l’infezione: sintomi, gravità e negativizzazione

Giorgia Bonamoneta

30/06/2022

Con Omicron 5 si torna negativi in meno tempo. Ecco quali i tempi di negativizzazione.

Omicron 5, quanto dura l’infezione: sintomi, gravità e negativizzazione

Più persone vengono contagiate dalla sottovariante Omicron 5 e maggiori sono le informazioni che gli esperti riescono a scoprire. Fin dall’inizio era chiaro che la variante Omicron, così come le sue sottovarianti, fosse più contagiosa delle varianti precedenti. Al momento ci troviamo nello scenario migliore a fronte comunque di una pandemia ancora in corso, ovvero quello di una variante contagiosa sì, ma poco pericolosa per la salute. Non è però senza conseguenze e per le cosiddette “categorie fragili” è comunque rischioso restare positivi, ma i numeri sono piuttosto evidenti e a fronte di 100 mila contagi i decessi sono sotto la soglia dei 100 al giorno.

Con l’avanzare dell’ondata estiva si è compreso che l’infezione può durare meno delle altre e anche reinfettare più velocemente. In generale i sintomi sono mal di gola e raffreddore, anche se nel corso dei mesi sono emersi dei possibili sintomi ben più gravi, seppur rari.

Scoprire che l’infezione dura meno è un chiaro segnale, come riportava il primario di Malattie infettive Matteo Bassetti, che le regole devono adeguarsi al nuovo virus, anche per impedire quello che l’esperto: un lockdown per almeno 3 milioni di persone nel mese di luglio.

Omicron 5, cambia il tempo dell’infezione: la negativizzazione avviene prima

Quando gli esperti parlavano di convivenza con il virus avevano in mente, con molta probabilità, proprio questo scenario. Il Paese va avanti anche con quasi 100 mila casi positivi al giorno e gli ospedali sono ancora in una situazione di calma. Questo perché la variante Omicron 5, come anche le sottovarianti precedenti di Omicron, sono meno letali, causano meno di frequente l’ingresso in ospedale in terapia intensiva e uccidono meno.

Rispetto agli scorsi anni di pandemia vissuti, questo è lo scenario migliore subito dopo “aver sconfitto il virus”, uno scenario improbabile visto il mancato obiettivo della completa vaccinazione della popolazione e la scoperta che Omicron 5 riesce a infettare anche vaccinati o guariti dalla malattia da meno di 6 mesi. Il virus è cambiato e dovrebbero cambiare anche le regole.

Nello specifico chi è positivo a Omicron 5 impiega meno tempo a negativizzarsi. La media presentata dal virologo Mauro Pistello, che guida il reparto di virologia dell’Ospedale di Pisa, è di 7 giorni. Precedentemente il virus rimaneva nell’ospita anche fino a 2 settimane - in alcuni casi per tre mesi od oltre - e le regole di isolamento sono state scritte di conseguenza.

Omicron 5, il virus che cambia: sintomi e gravità

Omicron 5 è una sottovariante di Omicron che a sua volta è una variante del virus originale. I coronavirus cambiano e nel tempo anche i sintomi hanno subito alcuni cambiamenti. Nel caso di Omicron 5 sono in molti a lamentare mal di gola e raffreddore, tanto che sono i sintomi più riconoscibili e diffusi. Più raro invece il mal di testa, i dolori articolari e la generale stanchezza fisica e mentale.

Questi sintomi richiedono un trattamento farmacologico, come antinfiammatori come l’ibuprofene. Sono le categorie fragili a dover invece seguire una terapia specifica con il proprio medico. Oppure in ospedale, dove vengono prescritti gli anticorpi monoclonali.

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