Condono fiscale: Salvini propone una nuova pace Fisco-contribuenti nel 2020

Anna Maria D’Andrea

14/04/2020

Condono fiscale: arriva da Salvini la proposta di una nuova pace fiscale nel 2020. Una misura necessaria in tempi di guerra, secondo il Segretario della Lega.

Condono fiscale: Salvini propone una nuova pace Fisco-contribuenti nel 2020

Condono fiscale: un reset totale dei debiti pregressi. Salvini torna sulla proposta di una nuova pace fiscale nel 2020.

Il Segretario della Lega, ai microfoni di La7, torna ad avanzare la proposta di cancellazione dei debiti fiscali, affermando che “condono è una brutta parola in tempi di pace, ma in tempi di guerra serve trovare una soluzione a tutte le controversie”.

La proposta di Salvini è chiara: un condono fiscale - ma anche edilizio - è necessario per ridurre il rischio di una pesante crisi economica nei prossimi anni. Una nuova pace fiscale nel 2020 che, secondo il Leader della Lega, deve affiancarsi ad una cancellazione della burocrazia, a partire dal codice degli appalti.

Non è la prima volta che l’On. Salvini avanza la proposta di un condono fiscale ed edilizio. Una proposta bocciata dall’Agenzia delle Entrate: aiutare chi non paga le tasse sarebbe oggi un errore.

Condono fiscale: Salvini propone una nuova pace fiscale nel 2020. L’Agenzia delle Entrate frena

In un’intervista rilasciata il 1° aprile a Radio Capital, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini si è dichiarato contrario ad un condono fiscale. Sarebbe una misura sbagliata, ed un segnale non certo incoraggiante verso chi - nonostante le difficoltà economiche - paga regolarmente le tasse.

Eppure la pace fiscale resta uno dei punti centrali del pacchetto economico che la Lega propone al Governo.

Matteo Salvini, nel corso degli incontri tra Governo ed opposizioni sul decreto di aprile, ha chiesto un reset totale, un condono non solo fiscale ma anche edilizio per far ripartire l’economia e superare l’emergenza coronavirus. Una proposta che non piace all’Agenzia delle Entrate.

Nuova pace fiscale nel 2020: perché l’Agenzia delle Entrate dice no al condono

Il condono totale sia sul fronte fiscale che edilizio è una delle misure auspicate da molte imprese in difficoltà, della quale si è fatta portavoce la Lega di Matteo Salvini. Non basta la sospensione temporanea di cartelle ed imposte, ma serve una cancellazione totale del pregresso per consentire all’economia di ripartire.

Di tutt’altro avviso è il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini: un condono totale non sarebbe in ogni caso un segnale incoraggiante per chi paga regolarmente le tasse.

Per rafforzare la propria tesi, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini ricorda come evasione fiscale e crisi della sanità pubblica siano due temi paralleli.

Il tema del livello abnorme di evaso in Italia finisce così col legarsi all’attuale affanno del sistema sanitario; i circa 100 miliardi di euro sottratti al Fisco sono soldi sottratti alla collettività, e “pensate a quanti macchinari sanitari avremmo in più”, conclude Ruffini.

Nessuna pace fiscale nel 2020, sì agli aiuti per chi lavora in nero: la doppia faccia del “sommerso”

Diverso è invece l’approccio verso i lavoratori in nero. L’emergenza economica generata dalla diffusione del coronavirus non lascia fuori nessuno, e “nessuno può essere lasciato indietro”.

L’Agenzia delle Entrate non si oppone all’introduzione di aiuti per quelli che Ruffini definisce la fascia di popolazione che vive ai margini. I lavoratori irregolari, quegli invisibili rimasti senza lavoro e senza la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali, sono una delle categorie al centro del decreto di aprile.

Allo studio del Governo vi è il reddito di emergenza, sussidio riconosciuto per aprile e maggio. L’importo attorno al quale si sta ragionando è di 400 euro al mese.

Non è chiaro però cosa dovrà fare e dichiarare il lavoratore in nero. Negli scorsi giorni si era parlato della necessità di provare di aver percepito un reddito irregolare nei due mesi precedenti allo sviluppo dell’emergenza economica.

Il REM finirebbe col trasformarsi in un’arma utile per il Fisco per individuare irregolarità in ambito tributario e contributivo. Una “benevolenza” da parte dell’Agenzia delle Entrate che diventerebbe quindi soltanto temporanea.

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