Pensioni, buone notizie per questi lavoratori: ecco per chi è previsto un aumento dell’importo

Simone Micocci

07/08/2023

Pensioni, più soldi per i dipendenti pubblici (ma non tutti) grazie all’inglobamento dell’elemento perequativo nella retribuzione tabellare.

Pensioni, buone notizie per questi lavoratori: ecco per chi è previsto un aumento dell’importo

Buone notizie per i dipendenti pubblici, ma solo per chi è impiegato in determinati comparti: come confermato dal messaggio Inps n. 3224/2023 (che potete scaricare in coda all’articolo), l’elemento perequativo riconosciuto con il rinnovo di contratto 2016-2018 entra a far parte della base pensionabile con conseguenze - al rialzo - per la pensione futura. E non solo, perché verrà considerato anche ai fini del TFS/TFR.

Il merito di questa novità va attribuito all’ultimo rinnovo di contratto (triennio 2019-2021), con il quale l’elemento perequativo è stato conglobato all’interno dello stipendio tabellare. Una novità che, seppure per pochi euro, avrà vantaggi positivi per l’importo della pensione futura, come pure sul trattamento di fine rapporto.

Cos’è l’elemento perequativo

Con il rinnovo di contratto 2016-2018 è stato introdotto un elemento perequativo distinto dalla retribuzione tabellare che è stato riconosciuto ai dipendenti impiegati nei seguenti comparti:

  • Funzioni centrali;
  • Istruzione e ricerca;
  • Funzioni locali;
  • Sanità.

Un elemento che ha contribuito a rendere lo stipendio leggermente più pesante rispetto a quanto sarebbe spettato con il solo aumento tabellare, per un importo che a seconda del ruolo va dai 20 ai 30 euro al mese. Come precisato dall’Inps, però, questo elemento essendo distinto dalla retribuzione non è stato computato nella Quota A di pensione dei dipendenti pubblici, ossia per l’anzianità maturata entro il 31 dicembre 1992, né tantomeno può essere considerato nella base annua maggiorabile del 18% (articolo 43 del D.P.R. n. 1092 del 29 dicembre 1973, come modificato dalla legge n. 177 del 1976) né tantomeno ai fini della buonuscita.

Cosa è cambiato con il rinnovo di contratto 2019-2021

Tra le novità introdotte dall’ultimo rinnovo di contratto, c’è anche l’assorbimento dell’elemento perequativo all’interno dello stipendio tabellare, avvenuto secondo le seguenti scadenze:

  • dal 1° luglio 2022 per il personale del comparto Funzioni Centrali;
  • dal 1° febbraio 2023 per il personale del comparto Istruzione e Ricerca;
  • dal 1° gennaio 2023 per il personale del comparto Funzioni Locali;
  • dal 1° dicembre 2022 per il personale del comparto Sanità.

Quei 20-30 euro diventano quindi parte fissa dello stipendio. E dal momento che non rappresenta più un elemento distinto, il perequativo verrà anche considerato ai fini:

Vero che si tratta di poche decine di euro al mese, ma considerati su base annua possono contribuire a generare un piccolo tesoretto utile tanto ai fini della liquidazione di fine rapporto che per la pensione futura. In particolare, visto quanto detto sopra, il vantaggio maggiore lo avranno quei dipendenti pubblici con una larga parte calcolata con il sistema retributivo in quanto con anzianità contributiva antecedente al 31 dicembre 1992.

Messaggio numero 2853 del 01-08-2023
Clicca qui per scaricare il messaggio contenente i chiarimenti Inps in merito all’assoggettabilità contributiva dell’elemento perequativo conglobato nello stipendio tabellare.

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