Perché Cina e Giappone spingono i mercati oggi?

Violetta Silvestri

18 Marzo 2024 - 08:36

Cina e Giappone protagonisti indiscussi dei mercati oggi, con le azioni che hanno registrato un balzo: cosa succede e cosa si aspettano gli investitori dalla crescita cinese e dalla Bank of Japan?

Perché Cina e Giappone spingono i mercati oggi?

Mercati euforici oggi, all’inizio di una settimana che si preannuncia interessante sulla scia di riunioni cruciali delle banche centrali.

Le azioni asiatiche avanzano, guidate da quelle giapponesi, mentre gli investitori attendono le decisioni politiche del Giappone e degli Stati Uniti per ottenere segnali di trading nel breve termine. In Cina, i dati economici hanno sorpreso per una volta in rialzo, riaccendendo le speranze della ripresa del dragone e spingendo le azioni. Tuttavia, il settore immobiliare ha mostrato ancora crepe.

L’Asia si aggiunge quindi agli Usa come area osservata speciale dagli investitori. In attesa delle decisioni della Banca del Giappone domani, martedì 19 marzo, e di quelle della Fed - che saranno ufficializzate mercoledì 20 marzo, i titoli asiatici rimbalzano.

Giappone avanza e aspetta la BoJ: cosa succede?

Il Nikkei giapponese ha chiuso la sessione con un balzo del 2,53%. Martedì potrebbe segnare la fine di un’era in quanto si prevede che la Banca del Giappone sia finalmente propensa a mettere fine a otto anni di tassi di interesse negativi e a cessare o modificare la sua politica di controllo della curva dei rendimenti.

Il quotidiano Nikkei di sabato è diventato solo l’ultimo mezzo di informazione a segnalare la mossa, dopo che le principali aziende hanno concesso i maggiori aumenti salariali degli ultimi 33 anni. Esiste, comunque, la possibilità che la BoJ aspetti la riunione di aprile, dato che in quel momento pubblicherà previsioni economiche aggiornate.

Carl Ang, analista del reddito fisso presso Gestione degli investimenti MFS ha sottolineato: “Per il Giappone un percorso misurato e graduale di normalizzazione della politica appare appropriato per un’economia non abituata a tassi più elevati e quindi il messaggio politico sarà fondamentale”.

I mercati presumono inoltre che la BoJ aumenterà il costo del denaro molto gradualmente e hanno scontato un tasso dello 0,27% entro dicembre, rispetto all’attuale -0,1%.

La Cina crede nella ripresa, ma c’è il pericolo immobiliare

Anche gli indici cinesi hanno archiviato una seduta positiva. Lo Shenzhen è aumentato dell’1,46% e lo Shanghai dello 0,99%.

Pechino ha riferito che la produzione industriale è aumentata del 7% annuo tra gennaio e febbraio, mentre le vendite al dettaglio sono cresciute del 5,5% rispetto all’anno precedente. Ma il settore immobiliare è rimasto motivo di preoccupazione poiché gli investimenti nel comparto sono scesi del 9% su base annua, sottolineando la necessità di un ulteriore sostegno politico.

“Crediamo che lo slancio di crescita sequenziale della Cina sia rimasto solido nel primo trimestre, nonostante le notevoli divergenze tra i settori”, hanno affermato gli analisti di Goldman Sachs in un rapporto successivo alla pubblicazione dei dati. “Tuttavia, per garantire quest’anno l’ambizioso obiettivo di crescita “intorno al 5%”, è ancora necessario un ulteriore allentamento della politica, soprattutto sul lato della domanda (ad esempio, fiscale, immobiliare e dei consumi).”

Nonostante i risultati ottimistici, il portavoce dell’Ufficio nazionale di statistica Liu Aihua ha avvertito che la domanda interna rimane insufficiente.

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