Perché è necessario “decostruire” il settore immobiliare per un mondo migliore. Intervista ad Angelo Abate (Gumpab)

Antonella Coppotelli

24/10/2023

24/10/2023 - 14:42

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L’immobiliare è tra i settori di mercato più inquinanti e analogici, ma a svecchiarlo e a digitalizzarlo ci pensa Gumpab. Ne abbiamo parlato con il CEO Angelo Abate.

Perché è necessario “decostruire” il settore immobiliare per un mondo migliore. Intervista ad Angelo Abate (Gumpab)

Il settore immobiliare continua il suo trend altalenante anche per il 2023. Complici numerosi fattori che erano stati già evidenziati da uno studio Nomisma a inizio anno e che sono stati confermati durante la presentazione del secondo rapporto presentato in estate. I motivi? Sicuramente gli avvenimenti a livello globale quali la guerra Ucraina-Russia e il rialzo continuo dei tassi a opera della BCE, tanto per citarne un paio, a cui oggi si aggiunge il nuovo conflitto sulla Striscia di Gazae una tendenza conservativa nei confronti degli investimenti.

Accanto a tutto ciò, emerge la necessità impellente di rendere concretamente più sostenibile il comparto immobiliare, uno dei settori più inquinanti ed energeviori; non solo per una sensibilità green che matura sempre più di generazione in generazione, a partire dai più giovani, ma anche per soddisfare la Direttiva Europea “Case Green” che, seppur timidamente e con vari rimaneggiamenti, ha indicato il 2033 la deadline ultima per ristrutturare le vecchie case e cominciare a renderle più efficienti dal punto di vista energetico.

Sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga e complessa, è proprio dalle frange di giovani e promettenti imprenditori che stanno nascendo idee e soluzioni innovative per svecchiare questo settore e renderlo finalmente smart dal punto di vista tecnologico e amico dell’ambiente. Ne abbiamo parlato con Angelo Abate, CEO & Co-Founder di Gumpab, startup operante nel settore degli investimenti immobiliari ecosostenibili e che ha raccolto attraverso il crowdfunding quasi sei milioni di euro e dal 2020, anno di costituzione, a oggi ha triplicato il proprio fatturato.

D: Voi vi definite “decostruttori immobiliari” pur operando in questo settore. E’ chiaramente una provocazione e un messaggio molto forte. Ci spieghi il significato e perché?

R: Complimenti. Hai preso in pieno il nostro messaggio. Siamo un’azienda dall’età media molto bassa per il settore immobiliare, circa 30 anni. Siamo i gamechanger del settore, se ci confrontiamo con gli stereotipi della società nei confronti delle figure presenti in questo mondo. L’immobiliare è rimasto agli anni 70’, e oggi è uno dei settori più inquinanti e con mancanza di regolamentazioni e trasparenza che esista.

Io personalmente sono nell’immobiliare dal 2007, ho iniziato la mia carriera da agente immobiliare a 20 anni e man mano che ho scalato la vetta per arrivare a creare un’azienda di investimenti immobiliari (che è una combinazione tra finanza, real estate ed edilizia), ho capito quanto questo mondo era ancora ancorato a compromessi, usanze e mancanze di valori che nella società futura vorrei che non esistessero più.

E’ proprio cercando su Google un termine che potesse spiegare l’idea di rifondare l’immobiliare, che abbiamo scoperto il concetto di “decostruzione edilizia”.

E così lo abbiamo preso come nostro “payoff”.

Il concetto di decostruzione appartiene a un filosofo francese Jacques Derrida, ed esalta il concetto di privare delle caratteristiche o degli atteggiamenti abituali e ormai stereotipati un intero settore.

Noi oltre a voler decostruire l’immobiliare nei paradigmi e nei valori, ne abbiamo sviluppato anche un modello ecosostenibile, fatto di 6 indici fondamentali, molto conosciuto in Francia.

Infatti con decostruzione edilizia, si intende un processo mediante il quale si cerca di non demolire gli edifici ed eseguire una progettazione di riciclo e riuso dei materiali presenti, in grado di generare il 75% in meno di Co2 rispetto a un classico intervento di demolizione-ricostruzione, nonostante il demolire, ci consentirebbe di aumentare i volumi e quindi aumentare gli utili dell’operazione d’investimento. Preferiamo guadagnare meno, ma non arrecare danno all’ambiente.

E lo facciamo davvero, non per green washing (altra pratica scorretta che purtroppo troppi imprenditori del vecchio mondo ancora utilizzano).

Per farti comprendere come vogliamo deostruire l’immobiliare, ti spiego rapidamente cosa facciamo.

Siamo contrari alla speculazione di qualsiasi natura, vero stereotipo sociale dell’ immobiliarista. Professiamo una gestione aziendale per ottenere il giusto utile con un modello economico win-win tra acquirente e venditore.

Con questa filosofia abbiamo creato delle policy che si fondano su regole chiare:

  • Non acquistiamo immobili all’asta se non possiamo stralciare i debiti dell’esecutato e/o aiutarlo a ripartire dopo aver perso la casa.
  • Acquistiamo o rileviamo cantieri falliti solo se siamo in grado di aiutare la mole dei creditori in maniera sana e proporzionale al valore del credito.
  • Offriamo dei corsi di formazione gratuiti di educazione finanziaria per educare le persone a gestire il denaro, così che possano non rischiare di perdere la loro casa durante l’arco della loro vita.
  • Formiamo gratuitamente e in maniera specifica le persone che hanno perso la loro casa all’asta e i loro figli, per evitare che possa succedere ancora.
  • Non demoliamo gli edifici se non necessario (Demolire un edificio e poi ricostruirlo sfruttando nuova cubatura, è altamente inquinante come dimostrato dai report di Legambiente 2022).
  • Non accettiamo “nero” dai nostri potenziali acquirenti (vera piaga del settore).
  • Sconsigliamo l’acquisto della 1° casa a persone che non hanno il pieno controllo delle proprie finanze.
  • Formiamo tramite una scuola per imprenditori, le ditte edili nostre partner e i loro titolari, per aiutarli a diventare persone e imprenditori migliori, in grado di gestire meglio le proprie risorse umane e aumentare gli utili.
  • Fissiamo gli importi delle ristrutturazioni per le ditte edili su tariffari base, congrui con i lavori da effettuare, così da poter chiudere accordi commerciali win-win, e non approfittarsi di situazioni di bisogno per “strozzare” gli artigiani e le ditte che lavorano sui nostri cantieri.
  • Non approfittiamo delle condizioni di necessità economica dei venditori. Abbiamo creato un algoritmo in grado di definire un’offerta etica in base ai numeri dell’operazione e non alle esigenze del venditore. In questo modo i nostri operatori non “speculano” sulla condizione di difficoltà economica dei venditori, ma effettuano una proposta congrua con il valore di mercato dell’immobile per permettere di generare il giusto utile alla nostra azienda e non ricadere in un’avidità da speculazione. Creiamo relazioni win-win con tutte le parti coinvolte.
    Tutto questo vuol dire decostruire l’immobiliare. Questa è la nostra sfida.

D: Com’è nata l’idea imprenditoriale di Gumpab?

R: Gumpab nasce il 3 marzo 2020, con l‘idea di rivoluzionare gli investimenti immobiliari.

Un elemento cruciale è che il 3 marzo 2020 è giunto proprio sette giorni prima dell’inizio del lockdown. Questo fatto, al contrario di scoraggiarci, è diventato una fonte di stimolo. Inizialmente, non sapevamo come affrontare questa sfida, ma dopo sette giorni, ci siamo ritrovati a dover imparare a vedere gli immobili in un mondo che stava rapidamente cambiando. Fortunatamente, la mia esperienza passata, che include la creazione della mia prima azienda a 14 anni come uno dei primi power seller di eBay in Italia nel 2001, mi ha reso familiare con il rischio e le sfide imprenditoriali.

Durante il lockdown, siamo diventati la prima società in Italia a completare una compravendita completamente online. Questo è stato possibile grazie a un nostro agente immobiliare che abitava a soli 200 metri dall’immobile in vendita. In quei giorni, quando gli spostamenti erano limitati a 200 metri a causa della pandemia da COVID-19, ci ha fatto una video chiamata, e abbiamo presentato la nostra offerta utilizzando il nostro sistema di firma digitale, sviluppato da una delle mie altre società. L’offerta è stata accettata, abbiamo concluso l’acquisto e la notizia ha catturato l’attenzione del giornale “Il Foglio“.

Da quel momento, abbiamo capito che stavamo imboccando una strada innovativa e audace, con l’obiettivo di realizzare l’apparentemente impossibile. Abbiamo iniziato a sviluppare la parte tecnologica dell’azienda e a reclutare talenti, costruendo relazioni per accedere a nuove opportunità. Oggi, Gumpab è una realtà consolidata, e quest’anno prevediamo di raggiungere un fatturato di circa 4,5 milioni di euro.

D: Quanto l’innovazione tecnologica è divenuta un fattore determinante nel settore immobiliare e come l’avete integrato in Gumpab?

R: L’immobiliare, come accennavo, a oggi è uno dei settori in cui la tecnologia ha fatto meno passi da gigante.

Ci sono delle piccole rivoluzioni in corso, ma non è ancora avvenuta una vera disruption come altri settori.

Noi abbiamo intanto effettuato un’innovazione nei processi operativi che ci ha consentito nel nostro ultimo edificio, di ristrutturare 18 appartamenti in 10 mesi, circa 16,6 giorni per ogni appartamento di 75mq, un vero salto di qualità.

Ora stiamo lavorando a una piattaforma con AI che consenta a tutti gli investitori immobiliari di abbattere i tempi e i costi di Analisi oltre al rischio dell’investimento.

D: Quali sono le maggiori criticità a oggi nel settore immobiliare? Vale ancora la pena investire in tale comparto?

R: Le criticità presenti oggi riguardano principalmente la ricerca di manodopera, la mancanza di tecnici produttivi e specializzati e una supply-chain non pronta per rispettare i tempi di produzione di un nuovo modo di fare immobiliare.

A oggi credo che l’immobiliare sia un settore ancora molto profittevole se si opera in maniera alternativa e innovativa.

D: Settore immobiliare e sostenibilità ambientale: quanta strada dobbiamo ancora percorrere affinché tale binomio non sia più un ossimoro ma la normalità?

R: Siamo all’inizio di questo cambio culturale. A oggi il 39% della Co2 nel mondo, viene generata dal settore edilizio. La nuova normativa europea sulle case green rivoluzionerà di molto le normative sulle ristrutturazioni e spero che questo cambi le regole del gioco sulla sostenibilità in questo settore.

D: Come abbiamo visto a oggi avete riscosso molto successo, quali sono gli obiettivi per il 2024?

R: Grazie. Nel 2024 vorremmo diffondere la nostra filosofia nel settore a quanti più imprenditori possibili. Poi consolidare il nostro modello operativo sui processi di rigenerazione per creare tutte le procedure e standardizzarlo.

Infine procedere velocemente con lo sviluppo della piattaforma tecnologica per consentire a tutti di poter effettuare investimenti immobiliari in maniera semplice e più veloce dello standard odierno. Sarà divertente vedere cosa accadrà.

In collaborazione con Gumpab

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