Pernigotti lascia l’Italia, 100 licenziamenti da chiusura stabilimento Novi Ligure

Luca Fiore

07/11/2018

Il gruppo turco Toksoz ha annunciato di voler chiudere lo storico impianto della Pernigotti a Novi Ligure. Le rappresentanze sindacali puntano sulla Cig per crisi.

Pernigotti lascia l’Italia, 100 licenziamenti da chiusura stabilimento Novi Ligure

Chiude i battenti lo storico impianto della Pernigotti a Novi Ligure (Alessandria).

Lo hanno annunciato i sindacati a margine dell’incontro che ieri si è tenuto con i rappresentanti del gruppo turco Toksoz. La chiusura della fabbrica implica che 100 lavoratori saranno licenziati.

“Una decisione assurda e inaccettabile. Occorre capire le cause che hanno portato la proprietà a presentare sempre solo perdite, nonostante il settore dolciario tiri. Una proprietà che non ha mai investito un euro sullo stabilimento”.

Così il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, , già alle prese con la questione Ilva, ha commentato la mossa del gruppo turco.

L’ultimo bastione dell’italianità del marchio

Lo stabilimento, che 160 anni fa ha decretato la nascita del gruppo, nel 1995 era stato ceduto alla famiglia Averna e nel 2013 era entrato a far parte del gruppo Toksoz.

Siamo fieri di aver acquisito Pernigotti, marchio ricco di storia e fascino che identifica nel mondo la gianduia e il torrone italiano. Manterremo e potenzieremo l’attuale struttura, sviluppando l’attività in nuove aree geografiche, sfruttando la forza del marchio Pernigotti”,

dicevano cinque anni fa i fratelli Ahmet e Zafer Toksoz.

L’impianto in provincia di Alessandria rappresentava l’ultimo bastione dell’italianità di un marchio che continueremo a trovare sugli scaffali ma che sarà prodotto interamente all’estero (la crema spalmabile già viene prodotta in Anatolia).

L’obiettivo è la Cig per crisi

“C’erano state delle avvisaglie ma mai avremmo immaginato che si fosse già arrivati a una decisione così grave”,

ha detto un rappresentante sindacale.

“Vogliono licenziare e chiedere la cassa integrazione per cessazione di attività appena reintrodotta tramite il decreto Genova. Noi chiediamo che si utilizzi la ‘Cig’ per crisi, in modo da avere più tempo per trovare soggetti potenzialmente interessati a rilevare l’impresa”,

ha dichiarato Marco Malpassi, segretario della Flia-Cgil di Alessandria.

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