Pignoramento conto corrente, ecco cosa c’è davvero nella legge di Bilancio 2024

Luna Luciano

01/11/2023

La norma sul velocizzare il pignoramento dei conti correnti della Legge di Bilancio 2024 torna a far discutere. La maggioranza dichiara di averla ritirata, ma non è così. Ecco cosa c’è di vero.

Pignoramento conto corrente, ecco cosa c’è davvero nella legge di Bilancio 2024

L’articolo 23 della bozza della Manovra 2024 per velocizzare il pignoramento del contro corrente del debitore da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha sollevato non poche polemiche.

E ora la norma, che prende forza da un principio approvato dal Parlamento con la delega fiscale varata prima della pausa estiva, è stata “sconfessata” dallo stesso Governo della premier Giorgia Meloni, la quale ha dichiarato che nella legge di Bilancio 2024non è stata prevista alcuna norma che prevede di poter prelevare direttamente dai conti correnti”.

Una dichiarazione che, seppur vera, non dice tutta la verità.

Infatti, come ha dimostrato il Fatto Quotidiano il prelievo forzoso già esisteva: l’Agenzia delle Entrate già oggi può pignorare i conti correnti ed è altrettanto vero che nella manovra non c’è una norma che consente di prelevare i soldi direttamente, ma non è tutto, altrimenti non sarebbe stato modificato l’articolo 23 della Manovra.

È opportuno sciogliere ogni dubbio su cosa c’è davvero nella legge di Bilancio 2024. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Pignoramento conti corrente, cosa prevedeva la prima bozza della Manovra 2024

Del miliardo e 42 milioni di euro previsti per il biennio 2025-2026, sono stati confermati solo 729 milioni di euro. A tanto ammonta il maggior gettito stimato per la misura che facilita i pignoramenti dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Una norma che si trova al centro di un’accesa disputa nella maggioranza, con la rivolta di Lega e Forza Italia, che ha portato a un intervento diretto della premier che annunciava che una norma simile non sarebbe “passata”, ma cosa prevedeva l’articolo 23 della Manovra, prima che fosse modificato?

Al di là del fatto che il pignoramento dei conti esiste e continuerà ad esistere come possibilità, la norma prevista dal Governo, consentiva all’agente della riscossione di controllare anticipatamente se nel conto da pignorare siano presenti o meno i soldi, andando così a colpo sicuro senza “procedere al buio come avviene oggi” - come ricorda Il Fatto Quotidiano.

Nella prima versione, la norma e la possibilità di azione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione era esplicita:

Prima di procedere al pignoramento dei conti correnti (…) l’agente della riscossione può, in fase stragiudiziale, accedere alle informazioni relative alle disponibilità giacenti sui predetti conti.

A questo punto l’Agenzia delle Entrate poteva procedere all’invio della richiesta alla banca e al debitore. I dettagli della procedura erano stati demandati a un decreto che il Tesoro avrebbe dovuto discutere con Abi, Poste e Garante della privacy. È necessario specificare, inoltre, che dalla norma sarebbero stati esclusi debiti inferiori a mille euro.

La norma da inserire in Legge di Bilancio doveva solo articolare questo principio, ma è stata strumentalizzata da parte delle forze interne della maggioranza che hanno ostacolato l’inserimento dell’articolo nella Manovra.

Pignoramento conto corrente, ecco cosa c’è davvero nella legge di Bilancio 2024

E se Giorgia Meloni assicura che la norma sul facilitare il pignoramento del conto corrente “non passerà”, allora cosa c’è davvero nella Legge di Bilancio 2024?

Il pignoramento del conto corrente, come precedentemente spiegato, già è previsto dalla legge, solo l’anno scorso infatti i pignoramenti dell’Agenzia delle Entrate sono valsi quasi un miliardo al fisco.

Come ha svelato il Fatto Quotidiano, quindi, la norma per velocizzare le procedure di pignoramento del conto corrente c’è e ancora esiste, ma la formula adoperata è stata semplicemente resa implicita. Infatti si può leggere che per velocizzare i pignoramenti e impedire il pericolo di “condotte elusive” da parte del debitore, l’agente dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione può:

avvalersi, prima di avviare l’azione di recupero coattivo, di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie al predetto fine, da chiunque detenute.

Ciò significa che il pignoramento dei conti già esistente potrà essere velocizzato grazie alla possibilità che l’Agenzia possa controllare se siano presenti o meno i soldi o altro presso terzi prima di procedere, esattamente come previsto nella prima bozza ma con una formulazione più vaga che piace sicuramente di più ai burocrati del Governo.

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