Quando vanno in pensione i giornalisti?

Claudio Garau

13/10/2022

Le regole della pensione giornalisti sono notevolmente cambiate negli ultimi tempi ed è mutato infatti il ruolo di Inpgi, la cassa previdenziale della categoria. Le novità e la situazione attuale.

Quando vanno in pensione i giornalisti?

Quest’anno è segnato da importanti novità per quanto riguarda le pensione giornalisti. Infatti dal primo luglio la funzione previdenziale sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria svolta dall’Inpgi, in favore dei giornalisti che svolgono la propria attività nel quadro di un rapporto di lavoro subordinato, è stata spostata all’Inps.

Si tratta di un trasferimento previsto dall’ultima legge di Bilancio, con cui è stato deciso che, allo scopo di assicurare tutela delle prestazioni previdenziali dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato, a partire dal primo luglio di quest’anno l’istituto di previdenza ha la competenza assicurativa previdenziale sugli stessi lavoratori. Di fatto l’istituto è così subentrato all’Inpgi nei relativi rapporti attivi e passivi.

Ovviamente il passaggio delle funzioni ha bisogno di tempo per completarsi e infatti è stato istituito un Comitato ad hoc attivo fino a fine anno, avente la finalità di organizzare tutte le attività idonee al trasferimento in oggetto.

Ebbene, alla luce di questo importante cambiamento, che rispecchia peraltro un mondo dell’informazione in forte evoluzione negli ultimi anni, vogliamo rispondere a questa domanda: quando vanno in pensione i giornalisti alla luce delle modifiche introdotte dall’ultima legge di Bilancio? Insomma, come funziona oggi la pensione giornalisti? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.

Dall’Inpgi all’Inps: il contesto di riferimento e la crisi della cassa privatizzata dei giornalisti

Come accennato in apertura l’Inpgi, conosciuto altresì come istituto Giovanni Amendola, gestiva la previdenza dei giornalisti professionisti e praticanti, ma anche dei giornalisti pubblicisti aventi un rapporto di lavoro dipendente in ambito giornalistico. Non solo: sua anche la gestione dei giornalisti autonomi.

Fino alle recenti novità l’Inpgi ha avuto caratteristiche del tutto peculiari rispetto alle altre forme di previdenza obbligatorie, poiché era il solo ente a gestire una forma sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria in regime di diritto privato (privatizzazione del d. lgs 509/1994). Ebbene come detto l’amministrazione Inpgi è terminata il primo luglio scorso dopo l’assorbimento della stessa nell’Inps, a causa del dissesto della cassa previdenziale privatizzata e del grave squilibrio creatosi tra prestazioni agli assicurati ed entrate contributive. Da alcuni anni, infatti, le pensioni giornalisti, ovvero le prestazioni erogate, superano i contributi versati e la contribuzione al fondo ha visto un disavanzo sempre crescente, a causa del processo di ristrutturazione dell’editoria (con riduzione stipendi e numero di contribuenti).

Ecco perché proprio da inizio luglio Inpgi gestisce soltanto i rapporto di lavoro giornalistico autonomo (regime «Inpgi2»).

In un contesto di questo tipo le regole sulla previdenza pubblica obbligatoria, valevoli per i lavoratori assicurati presso l’Inps, frequentemente non sono risultate direttamente applicabili ai lavoratori dell’ambito giornalistico - pensiamo ad es. al noto meccanismo della pensione anticipata di Quota 100, correttivo alla legge Fornero. Per questo è importante chiedersi oggi quando vanno in pensione i giornalisti.

Inpgi: prestazioni previdenziali e riforma della cassa del 2017

Proprio come le altre casse professionali, Inpgi ha sempre erogato una serie di pensioni giornalisti verso i propri assicurati, aventi nomi non diversi da quelli delle prestazioni per i lavoratori iscritti all’Inps. Differiscono però regole e criteri, in considerazione del regime privatistico dell’istituto Giovanni Amendola e della sua tipica autonomia. Tra le altre, l’istituto ha versato finora pensioni di vecchiaia, anzianità, invalidità e superstiti ma anche i trattamenti per l’infortunio o per la maternità e l’infortunio.

Come detto, data spartiacque è però il primo luglio con le prestazioni previdenziali che sono e saranno via via armonizzate a quelle vigenti per i lavoratori del settore privato. In buona sostanza, la tutela previdenziale dei giornalisti viene garantita con il passaggio ad un fondo previdenziale pubblico e universale, certamente più sostenibile sul fronte del rapporto prestazioni erogate - contributi versati, rispetto alla cassa Inpgi.

Ma attenzione: in verità un’altra data importante è stato il primo gennaio 2017, giorno in cui è entrata in vigore una riforma dell’Inpgi avente lo scopo di garantire l’equilibrio di bilancio a questa cassa privatizzata, nel medio lungo periodo. Nel rispetto del principio del pro rata abbiamo così avuto l’introduzione del sistema di calcolo contributivo nella gestione pensioni giornalisti, in relazione alle anzianità contributive maturate proprio dal primo gennaio 2017 in poi.

I requisiti per la pensione giornalisti dopo il primo luglio 2022

Dal primo luglio di quest’anno, così come previsto nella legge di Bilancio 2022 (art. 1, co. 103 e ss della legge n. 234/2021) è scattato l’assorbimento della gestione sostitutiva Inpgi nell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti (Inps).

Cosa cambia in concreto? Ebbene dal primo luglio i requisiti pensionistici valevoli sono quelli dell’assicurazione comune, vale a dire:

  • pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi regolarmente versati e finestra mobile di tre mesi dalla maturazione dei requisiti per gli uomini, mentre un anno in meno di contributi per le donne);
  • pensione di vecchiaia (67 anni e 20 anni di contributi regolarmente versati);
  • pensione con Quota 102 (64 anni insieme a 38 anni di contributi regolarmente versati).

Non solo. Coloro i quali lavorano in ambito giornalistico e non hanno anzianità contributiva (ovvero una quantità pur minima di contributi regolarmente versati) al 31 dicembre 1995 possono anche andare in pensione sulla scorta dei seguenti requisiti:

  • 64 anni di età con almeno 20 anni di contribuzione regolare, a patto che il rateo pensionistico non sia inferiore 2,8 volte l’ammontare dell’assegno sociale;
  • 71 anni di età con almeno 5 anni di contribuzione effettiva.

Requisiti pensionistici raggiunti entro il 30 giugno 2022: cosa succede?

Nessuna novità e, pertanto, conferma delle regole vigenti nella gestione Inpgi pensioni giornalisti, per i lavoratori dell’informazione che abbiano maturato i requisiti pensionistici entro il 30 giugno di quest’anno. Si può dunque parlare di piena tutela dei diritti già acquisiti, ma - tenuto conto del fatto che da primo gennaio 2017 i requisiti pensionistici sono stati quasi del tutto armonizzati con l’Inps - detta agevolazione attiene in concreto a queste categorie di persone:

  • lavoratori che hanno conseguito i requisiti per il trattamento di vecchiaia entro il 31 dicembre 2016 nell’ambito delle regole del regime Inpgi. Ci riferiamo agli uomini con 65 anni d’età (nati entro il 1951) ed almeno 20 anni di contribuzione versata, alle donne con 62 anni (nate entro il 1954) ed almeno 20 anni di contribuzione regolare o con 60 anni (nate entro il 1956) ed almeno 20 anni di contribuzione (abbattimento permanente sul calcolo dal 2,38 al 10% commisurato alla distanza rispetto all’età di vecchiaia previgente).
  • lavoratori che hanno conseguito 62 anni e 5 mesi di età con 40 anni e 5 mesi di contributi regolarmente versati (si tratta di requisito ottenuto solo con contribuzione Inpgi) entro il 30 giugno di quest’anno.
  • lavoratori che hanno conseguito i requisiti per la pensione di anzianità entro il 31 dicembre 2016 nell’ambito delle regole del regime della cassa privatizzata Inpgi. Ci riferiamo a 62 anni e 35 anni di contributi, o 40 anni di contributi al di là dell’età o ancora 57 anni di età anagrafica con almeno 35 anni di contribuzione effettiva (in questo caso con degli abbattimenti permanenti sul calcolo dal 4,76 al 20% commisurata alla distanza dal raggiungimento del primo tra i requisiti dei 62 anni di età o di 40 anni di contributi).

Pensione giornalisti: ulteriori novità del passaggio dell’Inpgi all’Inps

Ricordiamo che peraltro grazie all’assorbimento di Inpgi nell’Inps vi sono altre significative novità, poiché dal primo luglio si può conseguire l’Ape sociale e la pensione anticipata con 41 anni di contributi regolarmente versati (lavoratori precoci). Non solo: prevista oggi altresì la possibilità di riscattare la laurea con il cd. criterio agevolato e l’armonizzazione dei criteri in tema di pensioni ai superstiti e assegni di invalidità. Ancora, sempre a partire dal primo luglio 2022, anche i trattamenti di disoccupazione e di Cig ai giornalisti sono riconosciuti dall’Inps.

Si tratta chiaramente di novità che vanno nella direzione della razionalizzazione e unificazione delle regole previdenziali, e che contribuiscono dunque a semplificare un sistema il quale, come è ben noto, spicca per complessità e articolazione.

L’Inpgi dal primo luglio 2022: quali sono le sue funzioni?

La cassa previdenziale privatizzata dei giornalisti non è però scomparsa dal primo luglio di quest’anno. Vero è che da questa data le funzioni previdenziali di Inpgi sono state trasferite all’Inps - fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld dell’Inps) - per quanto riguarda i giornalisti professionisti, i pubblicisti e i praticanti iscritti all’Albo, titolari di un rapporto di lavoro subordinato di ambito giornalistico.

Tuttavia l’Inpgi conserva le sue funzioni previdenziali verso i giornalisti professionisti e pubblicisti che:

  • svolgono attività autonoma di libera professione e, dunque, senza rapporto di lavoro dipendente;
  • svolgono attività lavorativa di natura giornalistica come collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.).

Si tratta di lavoratori iscritti tuttora presso la Gestione Separata dell’Inpgi (Inpgi 2) e destinatari di un calcolo della pensione del tutto contributivo. Per loro i requisiti sono diversi da quelle del regime Inps, infatti la pensione giornalisti può essere ottenuta con:

  • 66 anni insieme a 20 anni di contribuzione regolarmente versata;
  • o 63 anni con 20 anni di contributi a patto che il rateo pensionistico non sia inferiore a una volta e mezzo l’assegno sociale;
  • o con 40 anni di contributi al di là dell’età anagrafica del lavoratore.

Invece per gli assicurati presso la gestione sostitutiva dell’Inpgi ’transitati’ nel fondo pensioni lavoratori dipendenti Inps, l’ammontare della pensione giornalisti è stabilito dalla somma delle quote di pensione corrispondenti alle anzianità contributive ottenute fino al 30 giugno di quest’anno, calcolate sulla scorta delle disposizioni Inpgi, e della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive ottenute a partire dal primo luglio, sulla scorta delle disposizioni del Fondo pensioni lavoratori dipendenti Inps.

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