Quanto costa il lavoro in Italia e in Ue: le cifre a confronto

Stefano Rizzuti

12/12/2022

Qual è il costo del lavoro in Italia? E quanta differenza c’è rispetto agli altri Paesi europei? Vediamo cosa dicono i dati Eurostat.

Quanto costa il lavoro in Italia e in Ue: le cifre a confronto

Quanto costa pagare un lavoratore in Italia e quanto nel resto dell’Ue? Per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto il report di Eurostat che ha aggiornato i dati a livello comunitario fino al 2020. In Ue il costo orario medio di un lavoratore si attesta a 28,9 euro.

In Italia il costo è in media con quello dell’Ue, ma è cinque volte maggiore rispetto alla Bulgaria. Però, va sottolineato, è anche nettamente inferiore rispetto a tanti altri Paesi europei come Irlanda, Austria, Svezia, Germania e Francia. Il Paese in cui la paga oraria è più alta è il Lussemburgo: circa il doppio di quella italiana. E ben sette volte quella della Bulgaria.

Cosa si intende per costo del lavoro: l’indagine Eurostat

L’indagine di Eurostat prende in considerazione i dati sui dipendenti a tempo pieno e tempo parziale nelle imprese con più di 10 dipendenti. Riguarda quasi tutti i settori economici, esclusi solo agricoltura, silvicoltura, pesca, Pubblica amministrazione e difesa.

Per costo del lavoro si intende la spesa complessiva sostenuta dai datori di lavoro per l’assunzione del personale, coprendo costi salariali e non salariali. Rientrano, per esempio, anche i costi per la formazione professionale e l’assunzione, così come quelli relativi agli abiti da lavoro.

Si prendono poi in considerazione le ore lavorate, ovvero quelle dedicate all’attività di lavoro, compresi gli straordinari. Non vengono invece incluse ferie e giorni festivi, né le assenze per malattia. Per formare il costo del lavoro dei dati Eurostat si prende il costo totale del lavoro e si divide per il numero delle ore lavorate dai dipendenti.

In generale Eurostat evidenzia che nel secondo trimestre del 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il costo del lavoro è aumentato del 4% nell’area Euro e del 4,4% nell’Ue. In Italia la crescita è stata invece del 3%.

Il costo del lavoro in Ue

In Ue il dato più elevato per il costo del lavoro è quello registrato in Lussemburgo: 47,7 euro. Seguono la Danimarca (45,7) e il Belgio (40,5). Il costo più basso si registra, invece, in Ungheria (9,8), Romania (8,2) e Bulgaria (6,6). Il che vuol dire che in Lussemburgo è 7,3 volte più alto che in Bulgaria. Rispetto alla precedente indagine, del 2016, il gap tra prima e ultima è diminuito: allora in Danimarca era 9,5 volte più alto che in Bulgaria.

Il costo del lavoro in Ue Il costo del lavoro in Ue I dati Eurostat sul costo del lavoro in Ue nel 2020

Il costo del lavoro in Italia

Il costo del lavoro in Italia si attesta a un livello molto simile a quello della media europea, intorno ai 29 euro. Al di sotto di questa cifra troviamo pochi Paesi dell’Ue, come la Spagna (a circa 25 euro). Poi, molto più in basso, troviamo paesi come quelli dell’Est dove, come visto, si finisce anche sotto i 10 euro.

Il costo del lavoro in rapporto alle singole economie

Le differenze sul costo del lavoro tra i diversi Paesi Ue si riduce nettamente se si effettua il calcolo considerando il ’Purchasing power standard (Pps)’, ovvero la parità di potere d’acquisto. Si tratta di un indice che tiene conto della differenza dei prezzi tra i Paesi, adattando le cifre alle situazioni delle singole economie e permettendo così un raffronto più puntuale.

Considerando questo indice, quindi, le proporzioni cambiano. Così il Paese con il costo più basso resta la Bulgaria con 11,9 euro mentre il valore più alto è sempre del Lussemburgo con 36,1. La differenza, però, è sostanziale: in questo caso il Lussemburgo ha un costo del lavoro che è circa il triplo e non più sette volte maggiore rispetto alla Bulgaria: la forbice si riduce.

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