Cos’è operazione Unirai e cosa prevede

Alessandro Cipolla

06/05/2024

Unirai, il sindacato all’interno della Rai considerato di destra, ha boicottato lo sciopero dei giornalisti del servizio pubblico: perché si parla di un’operazione del governo.

Cos’è operazione Unirai e cosa prevede

La Rai è sempre più nel caos, in preda alle polemiche politiche e alle guerre intestine tra le varie correnti il tutto mentre Mediaset, per la prima volta da quando c’è l’Auditel, ha superato nel 2023 l’emittente pubblica negli ascolti.

L’ultimo casus belli è lo sciopero indetto oggi lunedì 6 maggio da parte di Usigrai, fino a poco tempo fa l’unico sindacato dei giornalisti presente all’interno della Rai. Da pochi mesi invece a Viale Mazzini è nato Unirai, un altro sindacato bollato come di destra.

Le ragioni dello sciopero - ha dichiarato Daniele Macheda, segretario dell’Usigrai - sono di natura industriale: non abbiamo trovato ad esempio una riga sull’informazione nel piano industriale, salvo poi scoprire che volevano accorpare le testate senza confronto con il sindacato. C’è però anche un aspetto relativo all’indipendenza e autonomia dei giornalisti”.

Nonostante lo sciopero, sia il Tg1 delle ore 13:30 sia il Tg2 delle 13:00 sono andati in onda regolarmente grazie al boicottaggio da parte di Unirai, il nuovo sindacato che non aderendo alla mobilitazione ha evitato la mancata messa in onda.

Il nostro sforzo - ha comunicato Unirai lo scorso 4 maggio in merito allo sciopero - sarà quello di offrire, nel corso dell’intera giornata, i tg e i servizi informativi grazie anche al contributo di chi in queste ore sta decidendo liberamente e responsabilmente di lavorare prendendo le distanze da uno sciopero politico proclamato in nome di una falsa emergenza democratica”.

La Repubblica così ha parlato apertamente di una “ operazione Unirai ”, con il sindacato definito come un cavallo di Troia “che la destra usa per pilotare le news” all’interno della Rai.

Rai: cos’è l’operazione Unirai

Lo scorso 16 dicembre 2023 è stato approvato lo statuto di Liberi Giornalisti Rai - Unirai -, il nuovo sindacato dei giornalisti a Viale Mazzini. Segretario è stato nominato Francesco Palese, mentre le due vice sono Elisabetta Abbate e Sara Verta.

L’obiettivo è quello di creare una casa allargata, inclusiva, plurale, libera, per tutti i giornalisti Rai che ora non si sentono rappresentati - si legge nel suo manifesto fondativo -. Un nuovo interlocutore per l’azienda per i prossimi anni, capace di far sentire la voce dei colleghi attraverso la mediazione, libero da ogni pregiudizio ideologico e lontano dalla propaganda politica”.

In pochi mesi questo nuovo sindacato ha raccolto oltre 350 giornalisti e, durante lo sciopero di oggi, è stato capace di vanificare la mobilitazione decisa dall’Usigrai - considerato dagli “scissionisti” di Unirai come di sinistra - garantendo la messa in onda del Tg1 e del Tg2.

Poche ore prima La Repubblica ha dedicato il titolo principale della sua prima pagina a quella che è stata definita come operazione Unirai, con il sindacato etichettato come un “classico cavallo di Troia introdotto nella cittadella di Saxa Rubra per pilotare l’informazione”.

Ecco cosa scrive il quotidiano nella sua edizione odierna.

‘Ormai siamo più di 350, un miracolo se si considera che siamo nati solo da pochi mesi’, fa di conto non per caso il leader dell’organizzazione varata nel dicembre scorso su input di Giampaolo Rossi, il direttore generale cresciuto nella sezione missina di Colle Oppio che per la presidente del Consiglio cura da sempre gli affari interni all’emittente pubblica. Il burattinaio che nell’ombra tira le fila e dispone - per il tramite di un gruppo di fedelissimi, da lui stesso promossi: il direttore degli Approfondimenti Paolo Corsini, il capo della Comunicazione Nicola Rao, la vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia - di far crescere e moltiplicare le adesioni a questo nuovo soggetto escogitato per rompere il sindacato unitario tacciato di “sinistrismo”; boicottarne qualsiasi iniziativa dal sapore anti-governativo; fiancheggiare i vertici di Viale Mazzini incaricati da Palazzo Chigi di asservire la Tv di Stato. [...] D’altra parte sono in maggioranza colonnelli gli iscritti a Unirai. Oltre alla vicedirettrice della testata ammiraglia, fedelissima del dg Rossi, negli elenchi del sindacato di destra compaiono le altre tre vicedirettrici, Vanya Cardone, Grazia Graziadei e Maria Rita Grieco; il caporedattore Angelo Polimeno; i vice Gianni Maritati e Susanna Lemma (moglie di Preziosi); le caposervizio Sonia Sarno e Cecilia Primerano, le conduttrici Barbara Capponi e Laura Chimenti. Per il notiziario cadetto, i vicedirettori Antonio Samengo, Fabrizio Frullani ed Elisabetta Migliorelli; i caporedattori Anna Mazzone, Adriano Monti Buzzetti e Adriano Farné; la vice Federica Corsini (moglie del ministro Sangiuliano); la conduttrice Manuela Moreno. Ma, a sorpresa, avrebbe dato la sua adesione pure Massimo D’Amore, il vicedirettore del Tg2 sponsorizzato dal Pd. E Roberto Gueli, che il M5S ha voluto come terzo condirettore alla TgR. A riprova che il salto sul carro, in Viale Mazzini, resta lo sport più praticato.

In sostanza per La Repubblica il centrodestra avrebbe spinto per la nascita di questo nuovo sindacato, posizionando poi i suoi iscritti ai vertici dell’informazione Rai il tutto per veicolare nel migliore dei modi lo storytelling governativo e annacquare ogni tentativo di dissenso o sciopero come successo oggi.

Accuse naturalmente rispedite al mittente da Unirai che si definisce sul suo sito “una rappresentanza professionale onesta e fedele al suo scopo”, il tutto mentre il pubblico è letteralmente in fuga dai programmi e dai telegiornali targati Rai.

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