Boom contagi, regioni a rischio zona rossa. Ecco quando può scattare il lockdown

Emiliana Costa

5 Gennaio 2022 - 15:43

Omicron continua a correre, ieri oltre 170mila nuovi casi in un giorno. Il dato più alto da inizio pandemia. Ma quali sono le regioni a rischio zona rossa e lockdown? Entriamo nel dettaglio.

Boom contagi, regioni a rischio zona rossa. Ecco quando può scattare il lockdown

In Italia il virus continua a correre. Nel bollettino di ieri, 4 gennaio, sono stati registrati 170.844 nuovi casi in 24 ore, a fronte di 1.228.410 tamponi effettuati. È il dato più alto da inizio pandemia. Le vittime sono state 259.

Da lunedì 10 gennaio, le regioni tornano a cambiare colore. La Liguria ha già dati da zona arancione. Ma quanto è lontana la zona rossa? E quali zone rischiano il lockdown? Entriamo nel dettaglio.

Quali regioni rischiano la zona rossa e il lockdown

Con l’introduzione del super green pass (ovvero il certificato verde rafforzato rilasciato con la sola vaccinazione o guarigione da Covid-19) la differenza tra zone bianche, gialle e arancioni è quasi nulla per tutti coloro che hanno aderito alla campagna di immunizzazione. Le restrizioni scattano solo per coloro che non sono vaccinati.

Discorso differente per la zona rossa. In questo caso scatta un lockdown generalizzato. Ma quanto è lontana la zona rossa e quali sono le regioni a rischio? I parametri per entrare in zona rossa sono 150 casi ogni 100mila abitanti, il 30% dei posti occupati in terapia intensiva e il 40% in area medica.

Al momento, nessuna regione rischia un immediato passaggio in zona rossa. Ma ce ne sono alcune più in bilico di altre e vista l’elevata contagiosità di Omicron, in poche settimane la situazione potrebbe cambiare ancora. Una regione ad avere già un dato da zona rossa è la Valle d’Aosta, con il 47% dei reparti ordinari occupati. Per quanto riguarda l’area critica, il tasso di occupazione è al 12%, ancora da zona gialla.

Da tenere sotto controllo anche la Liguria che, come già detto, la prossima settimana dovrebbe passare in zona arancione. Al momento, il tasso di occupazione dei posti letto in area critica è del 21% e in area medica è del 31%.

Altre zone a rischio sono la Calabria (con il 15% delle terapie intensive occupate e il 32% dei reparti ordinari) e la provincia autonoma di Trento (con il 24% delle terapie intensive occupate e il 19% dei reparti ordinari).

La situazione dei ricoveri in Italia

Come riportano gli ultimi dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas), la percentuale media di occupazione delle terapie intensive è del 15%. Ma ci sono significative differenze regionali.

Sono 15 le regioni o province autonome sopra la soglia d’allerta del 10% che determina (insieme ad altri parametri) il passaggio in zona gialla: Abruzzo (13%), Umbria (12%), Sicilia (13%), Lombardia, Calabria, Toscana ed Emilia Romagna (15%), Friuli Venezia Giulia (16%), Lazio (17%), provincia di Bolzano, Piemonte e Veneto (19%), Marche e Liguria (21%), provincia di Trento (24%).

Attualmente l’occupazione media dei reparti ordinari è del 19%. Ma anche in questo caso ci sono ampie differenze regionali. È il caso appunto della Valle d’Aosta che ha il 47% dei posti occupati in area medica. Altre regioni osservate speciali sono Lombardia (22%), Marche (23%), Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia (24%), Umbria (27%), Liguria (31%) e Calabria (32%).

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