Smart working, si cambia: cosa succede per il lavoro agile da aprile

Stefano Rizzuti

10 Febbraio 2022 - 10:21

Con la fine dello stato d’emergenza, previsto per il 31 marzo, cambieranno anche le regole per lo smart working: vediamo quali sono le novità certe per il lavoro agile e quelle in arrivo.

Smart working, si cambia: cosa succede per il lavoro agile da aprile

Smart working, si cambia. Le regole per il lavoro agile, che riguarda ormai sempre più italiani, dovranno essere modificate con la fine dello stato d’emergenza legato al Covid-19. Il cambiamento sembra quindi probabile nelle prossime settimane.

Lo stato d’emergenza, infatti, è in scadenza a fine marzo. E secondo quanto emerso negli ultimi giorni potrebbe non essere prorogato. Con lo stop all’emergenza finisce il regime speciale per il lavoro agile e cambieranno quindi le regole. Vediamo, quindi, cosa cambierà dalla primavera e in che modo si dovranno comportare aziende e lavoratori per proseguire nell’applicazione dello smart working.

Smart working, cosa succede dopo lo stato d’emergenza

La legge al momento prevede un regime speciale per lo smart working vincolato allo stato d’emergenza, che resta in vigore fino al 31 marzo. Dopo quella data, secondo quanto emerso, l’emergenza potrebbe non essere prorogata. E a quel punto servirà di nuovo l’accordo individuale tra lavoratore e azienda per ricorrere alle prestazioni da remoto.

Con l’ultimo protocollo aziende e sindacati hanno chiesto di semplificare le comunicazioni obbligatorie per gli accordi individuali. Anche perché sono consapevoli che ormai è necessario avere un sistema semplice per regolamentare una forma di lavoro destinata a prendere sempre più piede anche dopo la pandemia.

Il nuovo sistema dovrebbe quindi affiancare al lavoro in presenza anche quello da remoto. Si partirà, come base, dal protocollo sul lavoro agile firmato il 7 dicembre che non dovrebbe essere modificato, ma che servirà per stipulare gli accordi individuali. Mentre nella pubblica amministrazione gli accordi individuali già vengono stipulati, anche in questa fase in cui ancora rimane il regime emergenziale.

Le regole dello smart working dalla primavera

Con l’accordo individuale si potrà stabilire se il lavoro da remoto dovrà essere svolto con il pc o l’attrezzatura del lavoratore, diversamente da quanto avviene nella Pa che deve invece fornire tutto il necessario.

Per gli accordi individuali non sono previsti obblighi sulla scelta del luogo di lavoro e sull’orario: è possibile organizzare la giornata in funzione degli obiettivi da raggiungere, l’importante è che si rientri negli orari complessivi stabiliti dai contratti. E, inoltre, non sono previsti straordinari.

Le parti sociali e le richieste sullo smart working

Le parti sociali puntano all’introduzione di incentivi per le aziende che stipulano accordi con il sindacato sul lavoro agile, soprattutto nel caso in cui servano per incentivare le pari opportunità e la sostenibilità ambientale.

Infine sul tema del lavoro agile è la Cgil a fornire alcuni dati, citati dal Corriere della Sera: finora gli accordi aziendali sullo smart working sono stati circa 200, pari a circa il 29% degli accordi censiti contro il 6% registrato prima della pandemia. Inoltre in 13 contratti nazionali è già stato normato il lavoro agile.

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