Lotta al contante: nessuno vuole una tassa sui prelievi Bancomat

Alessandro Cipolla

30/09/2019

Il risultato del nostro sondaggio sulla proposta del centro studi di Confindustria di tassare i prelievi Bancomat: l’83,5% di chi ha risposto si è detto contrario a questa ipotesi tesa a limitare l’uso del contante e combattere l’evasione fiscale.

Lotta al contante: nessuno vuole una tassa sui prelievi Bancomat

Un plebiscito contro la possibilità di tassare i prelievi Bancomat. Questo è il responso del sondaggio di Money.it sulla proposta fatta dal Centro studi di Confindustria per incentivare i pagamenti elettronici nella speranza così di combattere l’evasione fiscale.

I risultati del sondaggio: lotta al contante, è giusto tassare i prelievi Bancomat?

  • - 15,6%
  • No - 83,5%
  • Non so - 0.9%

Con gran parte degli sforzi nella legge di Bilancio 2020 che saranno incentrati sulla lotta all’evasione fiscale, i nostri lettori hanno però bocciato drasticamente l’ipotesi messa in campo da Confindustria.

Il suggerimento è quello di applicare una commissione del 2% a tutti quei prelievi mensili che superano i 1.500 euro, imposta questa che andrebbe a garantire un extra gettito fiscale stimato in circa 3,4 miliardi l’anno.

Questa misura inoltre servirebbe anche a limitare l’uso del contante favorendo al tempo stesso i pagamenti elettronici, con Confindustria che in parallelo ha proposto un credito di imposta del 2% al cliente che paga con una carta.

Se l’idea di mettere in campo degli incentivi per chi paga con moneta elettronica è una delle idee sul tavolo del governo, la proposta di tassare i prelievi Bancomat non sembrerebbe entusiasmare i giallorossi visto che ci sarebbero anche dei dubbi di costituzionalità.

Lo scopo di Money.it con questo sondaggio, che ricordiamo non ha valore scientifico ma soltanto fortemente indicativo visto che è realizzato a campione, era quello di conoscere il parere dei propri lettori in merito a un tema, quello della lotta all’evasione fiscale, che sarà uno dei punti cardine della imminente manovra economica.

Leggi anche L’Intervista al professor Lupi sulla lotta all’evasione fiscale

Il sondaggio sul tassare i prelievi Bancomat

In ogni legge di Bilancio i governi di qualsiasi colore hanno sempre inserito una cospicua voce di introiti extra derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, che in Italia si aggira sulla cifra record di oltre 100 miliardi l’anno.

Riuscire a recuperare anche una minima parte di questa cifra significherebbe avere risorse vitali per dare ossigeno alle casse statali. Puntualmente però le stime di extra gettito si sono rivelate inferiori alle aspettative, anche se la fattura elettronica ha portato in dote in questo 2019 un tesoretto che è stato fondamentale a inizio luglio per evitare la procedura d’infrazione da parte dell’Europa.

Per la manovra 2020 il neonato governo Conte bis starebbe studiando tutta una serie di misure tese a contrastare l’evasione, come per esempio degli sgravi per chi paga con la carta e la riduzione per gli esercenti dei costi legati al POS.

L’obiettivo di fondo è quello di incentivare sempre più i pagamenti elettronici, che sono totalmente tracciabili, cercando di limitare il più possibile l’uso dei contanti che invece favoriscono l’evasione.

Il sondaggio di Money.it ha voluto però prendere in considerazione la proposta fatta dal Centro studi di Confindustria, che ha suggerito al governo di tassare al 2% i prelievi bancomat mensili superiori ai 1.500 euro e di dare un credito d’imposta a chi invece paga con la carta, il tutto allo scopo di abituare gli italiani all’uso della moneta elettronica.

L’idea proveniente da Viale dell’Astronomia potrebbe garantire un gettito annuo pari a circa 3,4 miliardi combattendo al tempo stesso l’evasione fiscale, ma questa ipotesi di una tassa sui contanti ha provocato un autentico vespaio di polemiche.

Per prima cosa ci sono i rilievi di costituzionalità in merito a una imposta sui prelievi bancomat, con diversi giuristi che hanno affermato come tale norma verrebbe di certo poi bocciata dalla Consulta.

Freddo anche il governo di fronte alla proposta di Confindustria, con il viceministro all’Economia Laura Castelli che ha escluso una tassa sui prelievi, mentre l’ipotesi di un cashback per quanto riguarda i pagamenti elettronici è una misura che con ogni probabilità potrà essere inserita nella prossima legge di Bilancio.

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