Crollo di Tesla in Borsa e Twitter in causa, Elon Musk è in crisi e ora si affida alla Cina

Giacomo Andreoli

04/01/2023

Tesla ha bruciato 47 miliardi di dollari di capitalizzazione, Twitter è in causa perché Musk non pagherebbe l’affitto degli uffici: il magnate dell’hi-tech è in crisi e chiama il cinese Zhu.

Crollo di Tesla in Borsa e Twitter in causa, Elon Musk è in crisi e ora si affida alla Cina

Oltre 47 miliardi di dollari di capitalizzazione bruciati in un giorno per Tesla, una causa aperta contro Twitter per il presunto mancato pagamento dell’affitto di alcuni uffici e oltre 200 milioni di patrimonio persi in un anno. Elon Musk è sempre più nell’occhio del ciclone, con le sue aziende in una vera e propria tempesta perfetta, dopo le polemiche per la gestione del social network, acquistato da pochi mesi.

L’imprenditore sudafricano, naturalizzato statunitense, non smette di far parlare di lui, con analisti e grandi investitori sempre più nervosi e pronti a cedere in massa i titoli delle sue società. Anche per questo avrebbe deciso di chiamare il top manager cinese Tom Zhu per guidare le vendite, l’assistenza e le consegne di Tesla in Nord America e forse in Europa.

Insomma, un modo per provare a mettere in sicurezza la sua azienda gioiello, dimostrando agli investitori che il suo interesse non è solo “giocare” con Twitter, cosa di cui lo accusano in molti in queste ore.

Perché Tesla è crollata a Wall Street

Le azioni del colosso dell’auto elettrica stanno andando malissimo. Dopo la pubblicazione dei dati del quarto trimestre il titolo è crollato del 13%. Questo nonostante la consegna di 405mila veicoli nel trimestre e oltre 1,3 milioni nell’anno (con un aumento del 47% su base annua). Le consegne dei modelli S e X sono cresciute del 167% in dodici mesi e quelle dei modelli 3 e Y del 36%. Tuttavia la Model 2 è stata posticipata almeno al 2024 e le offerte a basso costo sono evidenti segnali di crisi.

Gli investitori temono così un rallentamento della domanda, mentre ritengono poco affidabile la guida di Elon Musk, soprattutto per le vicende legate a Twitter. Secondo i report delle banche d’affari l’imprenditore dovrebbe “navigare la società in questo uragano di categoria cinque, invece che concentrarsi su Twitter, che resta una distrazione”.

Nel 2022 le azioni Tesla hanno perso il 65% del loro valore, mentre nel solo mese di dicembre Musk ha ceduto 11 tranches di titoli per oltre 1,2 miliardi di dollari.

Twitter non pagava l’affitto a San Francisco?

Nel frattempo, lato Twitter, Columbia Reit 650 California Llc, proprietà di alcuni uffici a San Francisco, ha fatto causa a Musk perché non pagherebbe l’affitto. La società non avrebbe versato circa 136mila dollari per l’utilizzo del 30mo piano di un edificio nel centro della città.

La Columbia aveva intimato il pagamento entro 5 giorni, ma senza risultati, quindi ora si è passati all’azione giudiziaria, chiedendo anche le spese legali. Il contratto di affitto risale al 2017 e la somma versata riguarderebbe un anno di mancato pagamento.

Tom Zhu, l’uomo di Musk per risollevare Tesla

Come detto, per dare un segnale ai mercati e risollevare Tesla, Musk ha chiamato Zhu, che attualmente guida le operazioni dell’azienda in Cina, dopo l’apertura della Giga Shanghai (che ha reso lo stabilimento più produttivo dell’azienda). Si tratta di uno degli uomini più fidati del magnate americano ed è in Tesla dal 2014, dopo aver lavorato come consulente per aziende cinesi che costruiscono infrastrutture in Africa.

Molti, poi, lo considerano una sorta di “clone” di Musk, perché è stato uno studente brillante dell’università che aveva formato il Ceo di Apple Tim Cook (la Duke University), ma è anche molto più discreto dal punto di vista caratteriale rispetto al suo capo, oltre che maggiormente vicino ai dipendenti. Lo ha dimostrato ad esempio dormendo con gli operai nello stabilimento durante i lockdown per dare il buon esempio o vivendo in una casa popolare, perché a dieci minuti dalla fabbrica di Shanghai.

Ora Zhu, come detto, potrebbe guidare gli stabilimenti di Tesla in America ed Europa. Insomma, ottenere la supervisione sulla catena di produzione mondiale, diventando il numero due di Musk.

Musk in audizione davanti al Congresso Usa?

La scelta potrebbe non piacere all’amministrazione Biden, preoccupata dalla sempre più ingombrante presenza di Pechino negli Usa. Ma nemmeno i Repubblicani, avversari della Cina allo stesso modo del presidente americano, nonostante l’appoggio di Musk dato proprio ai conservatori.

Anche per questo Zhu e Musk potrebbero essere chiamati in audizione dal Congresso per spiegare come vogliono risollevare Tesla e cosa vuole fare l’imprenditore cinese in territorio americano.

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