Tetto al contante a 10mila euro, l’Ue dà ragione al governo Meloni?

Stefano Rizzuti

09/12/2022

L’Ue vuole fissare un tetto al contante a 10mila euro contro il riciclaggio di denaro sporco: questa decisione dà ragione al governo Meloni che ha alzato la soglia a 5mila euro?

Tetto al contante a 10mila euro, l’Ue dà ragione al governo Meloni?

Il Consiglio dell’Ue ha fissato il tetto al contante a 10mila euro. La decisione rientra nella posizione adottata sul pacchetto anti-riciclaggio, su cui ora partirà il negoziato con il Parlamento europeo. All’interno del pacchetto è prevista anche questa misura riguardante il limite massimo per i pagamenti in contanti, fissato appunto a 10mila euro.

Gli stati membri potranno comunque fissare un limite inferiore. La posizione comunitaria sembra quindi essere in linea con quella del governo Meloni che nella legge di Bilancio 2023 ha fissato il tetto al contante a 5mila euro (doveva scendere a mille con il nuovo anno).

L’Ue ha quindi dato ragione al governo? Come prima cosa va precisato che si tratta di due misure in parte diverse, ma è certamente vero che l’esecutivo di Roma potrà ora fare tesoro della decisione europea - è la prima volta che si fissa un tetto al contante in Ue - per rivendicare la propria scelta inserita nella manovra. Proviamo a capire cosa cambierà con il tetto al contante europeo e se si avvalla così la politica italiana.

Tetto al contante Ue contro il riciclaggio

L’intenzione dell’Ue è quella di lanciare un messaggio chiaro contro il riciclaggio del denaro sporco, andando a colmare le lacune esistenti in Europa applicando norme più rigorose in tutti gli stati membri. I pagamenti in contanti di importo elevato, sopra i 10mila euro, “diventeranno impossibili”, sottolinea il ministro delle Finanze della Repubblica Ceca, Zbynek Stanjura, in quanto rappresentante del Paese a cui è affidata la presidenza di turno.

Secondo Stanjura non “sarà più possibile nascondersi dietro vari livelli di proprietà delle società” e diventerà difficile riciclare denaro sporcoattraverso gioiellieri o orafi”. Va sottolineato, quindi, che la decisione dell’Ue riguarda solo il riciclaggio e non sembra preoccuparsi a fondo del problema riguardante la possibile evasione fiscale dovuta all’utilizzo del contante.

Il tetto al contante in Ue

È la prima volta che l’Ue interviene sul limite al contante. Al momento esistono regole completamente differenti in ogni stato membro. Secondo i dati dell’European consumer centres network, a inizio 2021 il tetto al contante esisteva solamente in 12 paesi su 30 (considerando nella ricerca anche Regno Unito, Islanda e Norvegia.

Tra questi paesi c’è l’Italia e ci sono molti Stati del Sud, alcuni dell’Est, più il Belgio. I limiti sono molto diversi: in Grecia è fissato a 500 euro, in Francia e Portogallo a mille, in Spagna a 2.500 e in Belgio a 3.000. Si arriva fino al caso limite della Croazia (15mila euro), ma anche di molti stati in cui il limite non c’è, come la Germania. All’opposto c’è chi, come la Svezia, prevede che il commerciante possa rifiutare qualsiasi pagamento in contanti.

Tetto Ue al contante, la situazione in Italia

La notizia viene accolta positivamente dalla maggioranza di centrodestra in Italia, come dimostra l’esultanza del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini: “Anche l’Europa conferma la libertà di usare il proprio denaro come si vuole, raddoppiando il tetto all’uso del contante previsto dal governo italiano”.

Va sottolineato, comunque, che il report della Commissione sulla riscossione dell’Iva preoccupa invece l’Italia: Roma è prima in Ue per evasione, con 26,2 miliardi su un totale di 93 tra tutti gli stati membri. La Francia ha un’evasione di 14 miliardi, la Germania circa 11. Dato che, comunque, riguarda l’evasione più che il riciclaggio, motivo per cui è stato fissato il tetto al contante comunitario.

Tetto al contante, l’Ue dà ragione a Meloni?

Quindi quello dell’Ue è un via libera alla scelta del governo Meloni di alzare il tetto al contante a 5mila euro? La risposta è solo parzialmente positiva. Di certo, l’esecutivo si sentirà legittimato a rivendicare la sua scelta, confermata anche da quella comunitaria. E l’Ue difficilmente ora potrà chiedere a uno stato membro di fissare una soglia più bassa dei 10mila euro (in Italia sarà di 5mila dal 2023).

L’Ue per la prima volta ha fissato un tetto al contante e costringerà paesi come la Germania ad adottarlo (solo quando sarà approvato il pacchetto, il percorso è appena iniziato). Di fatto si tratta di un primo passo con cui si dice che un tetto serve. Sicuramente la situazione italiana, come dimostrano anche i dati sull’Iva evasa, è diversa da quella di altri Paesi.

Nonostante tutte queste premesse l’unica certezza è che l’Ue a questo punto non chiederà, quasi certamente, di abbassare la soglia sotto i 5mila euro, perché sarebbe sicuramente contraddittorio. Forse non si può dire che ha completamente dato ragione al governo - in Ue si parla solo di riciclaggio, la discussione italiana sul tetto al contante riguarda invece l’evasione - ma di certo sembra legittimare, almeno a livello teorico, la decisione del governo. Il confronto tra Roma e Bruxelles sulla questione contanti, quindi, si concentrerà quasi certamente solo sul Pos e sulla soglia entro cui è possibile rifiutare pagamenti elettronici, che la manovra ha momentaneamente fissato a 60 euro.

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